Chrétien de Troyes – Godefroi de Leigni, Il cavaliere della carretta (Lancillotto), a cura di Pietro G. Beltrami, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2004 (Gli Orsatti. Testi per un Altro Medioevo, 23)
ISBN 88-7694-764-7, pp. 427, 19,00 euro
La regina Ginevra è rapita dal figlio del re del paese da cui nessuno ritorna; un cavaliere misterioso, che accetta per lei di salire sulla carretta dei condannati, supera tutte le prove e sconfigge l’avversario: è Lancillotto, si scopre strada facendo, colui che l’ama tanto che per lei sa compiere le imprese più difficili e accettare con la stessa disinvoltura l’onore e la vergogna.
Scritto intorno al 1180 da un grande autore della cui persona non si sa nulla e da un suo più umile collaboratore, Il cavaliere della carretta è il primo romanzo che ci parla della storia poi tanto famosa di Lancillotto e Ginevra, nello scenario magico di foreste ricche di avventure e di corti scintillanti di raffinatezza, quelle del primo pubblico che le ascoltò. Composto in ottosillabi a rima baciata, era infatti destinato alla lettura ad alta voce, e dal suo ritmo poetico trae buona parte del suo fascino, oltre che dall’ironia della scrittura.
La traduzione tenta la scommessa di riprodurre il ritmo dell’originale rifacendolo nella stessa forma metrica, inseguendo anche la fedeltà alla lettera e alla lingua piana e colloquiale di Chrétien; il testo francese a fronte è stato riesaminato criticamente sui manoscritti a partire dall’edizione della Pléiade curata da Daniel Poirion, cui sono stati apportati numerosi emendamenti.