Dansas provenzali del XIII secolo. Appunti di genere ed edizione critica, a cura di Anna Radaelli, Firenze, Alinea Editrice, 2004 (CARREFOURS / MEDIOEVO Testi & Ricerca / Textes & Recherche, collana diretta da Lucia Lazzerini e Simonetta Mazzoni Peruzzi, 1)
Nel penultimo quarto del Duecento le canzoncine da ballo cortigiane conobbero un’improvvisa celebrità. Questo piccolo corpus di dansas dai toni lievi e disimpegnati rappresenta il repertorio di intrattenimento melico e coreico più in voga nelle corti del tardo trobar provenzale. Le modalità strofiche e melodiche della tradizione occitanica furono aggiornate con le più moderne forme à refrain d’oïl che in quegli anni stavano entrando a far parte delle raccolte liriche di Adam de la Halle, Guillaume d’Amiens e Jeannot de l’Escurel. Dalla vaghezza dell’anonimia esce invece in primo piano un solo trovatore della collezione provenzale: è Guiraut d’Espanha, cantore alla corte di Carlo I d’Angiò e della sua consorte Beatrice. Il successo delle danze cortesi di Provenza, subitaneo e vivace, sopravvisse nei concorsi letterari dell’Accademia Tolosana, e perdurò per buona parte del XIV secolo con la propagazione nella Penisola Iberica, dove la dansa e le altre forme a refram furono ampiamente coltivate. Ma la freschezza e la levità delle dansas provenzali ducentesche non furono più eguagliate.