«Chescune colur mulez». Ricettario anglo-normanno per la preparazione dei colori (Città del vaticano, Biblioteca Apostolica Romana, Barberiniano Latino 12), a cura di Stefano Rapisarda, Catania, Dipartimento di Filologia Moderna dell’Università di Catania, 2009.
107 pp., s.i.p.
Nell’Inghilterra plantageneta la produzione libraria e l’esercizio della miniatura e delle arti pittoriche raggiunse livelli qualitativi tra i più elevati dell’Occidente medievale. Lo testimoniano vari manoscritti dal corredo decorativo estremamente raffinato, come il Bestiario della Pierpont Library di New York o il Salterio di Eadwine. Nell’ambito delle tecniche artistiche medievali, la preparazione di colori per miniatura ha un’importanza molto rilevante; per tutto il sec. XII e una buona metà del XIII la miniatura è stata per l’arte dell’Occidente medievale una ‘tecnica guida’, cioè una tecnica nella quale si anticipavano e sperimentavano soluzioni formali innovative che successivamente sarebbero state riprese e applicate nelle arti cosiddette ‘monumentali’, quelle che nel moderno sistema delle arti godono di maggior prestigio. La preparazione dei colori consta di fasi lunghe e laboriose, che normalmente dal pittore ‘maestro’ vengono delegate ad allievi o a giovani aiutanti. Nel ricettario anglo-normanno che qui si èdita vengono tramandati ‘segreti di bottega’ che maestri miniatori hanno registrato per sé e per i loro apprendisti.