Gormund e Isembart, edizione del testo originale, versione italiana, introduzione e commento a cura di Andrea Ghidoni, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2013 (Gli Orsatti. Testi per un Altro Medioevo).
ISBN 978-88-6274-455-3, 180 pp., 12,00 euro
Il breve frammento del testo epico conosciuto col titolo Gormund et Isembart è uno sguardo sul cantiere aperto delle primissime chansons de geste della Francia medievale. Il poema infatti, se non è la più antica canzone di gesta che conosciamo – è pressoché contemporaneo alla ben più nota Chanson de Roland (fine XI secolo) –, presenta senz’altro il maggior numero di tratti arcaici, che rivelano una tecnica poetica in via di definizione, per certi aspetti grezza e lontana dalla levigatezza e dalle altezze spirituali dei poemi epici successivi, ma allo stesso tempo già dotata dell’iconografia della guerra e del mondo carolingio che caratterizzerà l’epica francese per almeno due secoli. I 661 versi sopravvissuti cantano la fine eroica di Gormund e Isembart, alla testa di un’armata saracena alla conquista della Francia di re Ludovico, in una battaglia che riecheggia lo scontro tra una banda vichinga e i francesi svoltasi a Saucourt nell’881.