Luca Gatti, L’uno e gli ‘altri’ Arnaldo. Per la ricostruzione della figura e dell’opera di Arnaut Catalan, Strasbourg, ELiPhi, 2024 (TraLittRo – Études et textes romans du Moyen Âge).
ISBN 978-2-37276-076-8, XII + 212 pp., 30 euro
L’attività poetica del trovatore Arnaut Catalan, rintracciabile in vari ambienti fra Midi, Italia continentale e penisola iberica, pur con vario grado di verosimiglianza, si colloca nella prima metà del Duecento: indubbio è il legame con la corte di Raimondo Berengario V e Beatrice di Savoia (possibile, ma non sicuro, rimane invece il passaggio presso quella di Tolosa, al tempo di Eleonora e Raimondo VI); di un soggiorno nel Settentrione, e forse circoscrivibile alla terra d’Este, ci informa lo stesso poeta in una sua canso; all’Infante Alfonso, infine, potrebbe avere riproposto, ma con debita variazione, il tema di uno scambio poetico già intessuto con il conte di Provenza. Degna di nota, anche a fronte della pochezza di dati storici a nostra disposizione, è la fioritura di una leggenda, nata nell’Ottocento e peraltro assai fortunata, che vede morire Arnaut nei pressi del Bois de Boulogne. Il presente volume propone un’edizione critica della sua opera. Viste le peculiarità della tradizione manoscritta, che ci consegna un corpus estremamente frammentario (quanto alla seriazione dei testi nei canzonieri e alle paternità offerte in sede di rubrica), e contraddistinto da riferimenti onomastici non sempre leggibili in modo univoco, speciale attenzione è dedicata proprio alle discussioni attributive. Nondimeno, una presenza autoriale, sulla scorta di episodiche ma rilevanti indicazioni, pare comunque emergere con sufficiente chiarezza. Il corpus di testi, pur influenzato da una tradizione poetica ormai consolidata, sembra presentare caratteristiche distintive, specie in determinate scelte formali.