Profilo di Cesare Segre (1928-2014)

Assai difficile restituire in breve spazio l’importanza dell’opera di Cesare Segre, studioso, critico, saggista, e soprattutto, come egli stesso si è voluto definire, philologus in aeternum: se filologia è attività al cui centro sta la parola, Segre l’ha praticata ai massimi livelli e in molte direzioni, passando dai gradi minimi di scavo e ricomposizione della materia testuale fino al recupero del senso ultimo delle opere: senso non solo letterario e culturale, ma anche etico e civile.

Nato nel 1928, Segre si è spento nel 2014, dopo una vita dedicata alla ricerca e all’ insegnamento: professore ordinario di Filologia romanza prima a Trieste (dal 1954) , poi a Pavia, dal 1956 fino a fine carriera (ma precedono gli anni d’apprendistato con lo zio Santorre De Benedetti, dalla collaborazione col quale uscirà l’edizione cofirmata dell’Orlando Furioso; e con Benvenuto Terracini, col quale si laureerà con una tesi sulla sintassi dei primi prosatori italiani; né va dimenticata l’intensa collaborazione con Gianfranco Contini, soprattutto nell’offcina della poesia e della prosa italiane del Duecento). Nel corso degli anni, Segre ha coltivato da maestro molti campi della filologia e della critica: l’ecdotica, curando edizioni fondamentali (la Chanson de Roland, il Libro dei vizi e delle virtù di Bono Giamboni, il Bestiario amoroso di Richard de Fournival; e dell’Ariosto, oltre al Furioso, le Satire, accompagnate del volume Esperienze ariostesche del 1966e del ‘Rimario diacronico’ del Furioso del 2012); la linguistica ; la stilistica (la raccolta Lingua stile società è del 1963).

A questi lavori, che sono parte di una ricchissima produzione specificamente filologica, si accompagnano, come testimonia in ottima sintesi il Meridiano Mondadori dedicato a Segre nel 2014 (L’opera critica), gli altrettanto numerosi portati di quello che rimane uno dei caratteri primari della sua attività, la frequentazione di altri versanti della cultura, letteraria e non solo. Spiccaqui il suo interesse costante per l’interpretazione delle opere e la teoria della letteratura: del 1977 è Semiotica, storia e cultura, Liviana Editrice; insieme a Maria Corti già nel 1970 aveva pubblicato l’inchiesta I metodi attuali della critica in Italia, Eri, e nel 1985 Strutturalismo e critica, Il Saggiatore; un panorama sistematico in questa direzione è poi offerto dall’importante Avviamento all’analisi del testo letterario, uscito da Einaudi nel 1985. Delle più rilevanti prospettive internazionali di ricerca (strutturalismo, semiotica, narratologia) Segre si è occupato da maestro, anche come uno dei fondatori (insieme a Silvio D’Arco Avalle, Maria Corti e Dante Isella), di quella rivista “Strumenti Critici” che tanto ha contribuito ad aggiornare il panorama degli studi letterari in Italia. Lo testimoniano le sue raccolte di saggi, soprattutto quelle edite da Einaudi con cadenza quasi regolare (I segni e la critica. Fra strutturalismo e semiologia, 1969, con nuova edizione 2008; Le strutture e il tempo, 1974; Semiotica filologica. Testi e modelli culturali, 1979; Teatro e e romanzo. Due tipi di comunicazione letteraria , 1983; Fuori del mondo. I modelli nella follia e nelle immagini dell’aldilà, 1990; Intrecci di voci. La polifonia nella letteratura del Novecento, 1991; Notizie dalla crisi. Dove va la critica letteraria, 1993; Tempo di bilanci. La fine del Novecento, 2005; Critica e critici , 2012): tutte queste raccolte hanno in comune una struttura che è significativa del modo di procedere di Segre, perché in esse gli interventi di metodo si sostanziano costantemente nell’applicazione ai testi, coniugando apertura teorica e rigore filologico.

Simile duplice riferimento è esemplare per l’intero percorso scientifico di Segre: il motto philologus in aeternum non lo limita dunque solo nell’àmbito, pur splendidamente frequentato, dell’esploratore di codici e testi (medievali e non solo), ma segnala un atteggiamento che è sostanzialmente etico, in quanto ispirato al rispetto della verità: verità nelle opere e verità nel mondo. L’apertura verso testi, autori, metodi, dettata dalla sua ininterrotta curiositas  (Per curiosità s’intitola una testimonianza autobiografica uscita nel 1999), fa tutt’uno con una fondamentale attenzione alla libertà, tanto delle idee quanto delle persone: per questo Segre, da maestro, trasmettendo il suo sapere agli allievi, ne ha sempre rispettato le inclinazioni e gli interessi; e con pari impegno, da cittadino, ha preso posizioni coraggiose su grandi questioni di etica e di politica.