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Centro di Studi Galeghi dell'Università di Padova
Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo del Comune di Padova

Mostra


Le vie del pellegrinaggio

SANTIAGO DE COMPOSTELA

Padova, Sala della Gran Guardia
(Piazza dei Signori)


Dal 6 aprile all'8 maggio 2005

La mostra è aperta dal martedì alla domenica, dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.00. Chiuso il lunedì. Ingresso gratuito.
Per informazioni logistiche: Servizio Mostre e Attività Culturali del Comune di Padova (e-mail ferrettimp@comune.padova.it, tel. 049 8204522).

 

| Ciclo di conferenze | Presentazione della mostra |

 

Ciclo di conferenze parallelo alla mostra

 

6 aprile, ore 18.00

Paolo Caucci von Saucken (Università di Perugia)
Conferenza inaugurale
(Sala della Gran Guardia)

 

9 aprile, ore 17,00

Gianfelice Peron (Università di Padova)
Dalla Historia Turpini all'Entrée d'Espagne
(Palazzo Moroni, Sala Anziani)

 

21 aprile, ore 17.30

Gianfranco Ravasi (Prefetto della Biblioteca Ambrosiana)
Il tempo del pellegrino
(Collegio Don Mazza, via Savonarola 176)

 

23 aprile, ore 16,30

Francisco Singull (Xunta de Galicia)
Il Cammino di Santiago tra cultura e pellegrinaggio
(Palazzo Moroni, Sala Anziani)

 

30 aprile, ore 17,00

Aldo Mazzacane (Università di Napoli)
La corda dell'impiccato. Processo, miracoli e giudici tra medioevo ed età moderna
(Palazzo Moroni, Sala Anziani)

 

7 maggio, ore 11,00

Attilio Castellucci (Università di Roma “La Sapienza”)
Il grande miracolo di San Giacomo
(Palazzo Moroni, Sala Anziani)

 

7 maggio, ore 17,00

Testimonianze di pellegrini veneti
(Palazzo Moroni, Sala Paladin)

 

 

Presentazione della mostra

Il Centro di Studi Galeghi dell'Università di Padova e l'Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo del Comune di Padova organizzano la mostra "Le Vie del Pellegrinaggio: Santiago de Compostela" che si terrà presso la Sala della Gran Guardia in piazza dei Signori dal 6 aprile all'8 maggio 2005. Nell'ambito di questa manifestazione è previsto anche un ciclo di conferenze.
La mostra si propone di illustrare al pubblico il Camino de Santiago, dichiarato nel 1987 il primo Itinerario culturale europeo dal Consiglio d'Europa e nel 1993 patrimonio mondiale dell'umanità dall'Unesco. Sarà possibile compiere una sorta di pellegrinaggio virtuale sui passi dei pellegrini di ieri e di oggi, seguendo i loro percorsi tramite una mappa dettagliata relativa ai vari cammini verso Santiago, riscoprendone l'abito tradizionale e i significati simbolici degli oggetti che li accompagnavano nel loro lungo e periglioso percorso: a partire dal bordone, per continuare con la bisaccia e le conchiglie che originariamente testimoniavano l'avvenuto viaggio. Sarà inoltre possibile vedere la credenziale che attesta le varie tappe del pellegrinaggio, nonché la "Compostela", vero e proprio documento probatorio dell'arrivo a Santiago. Accanto alle foto delle principali città che costellano il Cammino Francese (da Roncisvalle a Santiago, passando per Pamplona, Santo Domingo de la Calzada, Burgos, León, per citarne solo alcune), saranno esposti anche degli acquerelli tratti dal Diario di viaggio di Nicola Albani (XVIII sec.) e il Codex Calixtinus, libro elaborato verso la metà del XII secolo per divulgare il culto dell'apostolo Giacomo e del pellegrinaggio alla sua tomba, nell'ambito dell'implicita glorificazione della sede episcopale compostellana.
Le origini di questo pellegrinaggio sono ben note: agli inizi del IX secolo, probabilmente tra l'812 e l'820, una straordinaria notizia si diffonde per tutto il mondo cristiano. In Galizia, nei pressi del Finisterrae del mondo allora conosciuto, Teodomiro (812-847), vescovo della piccola diocesi atlantica di Iria Flavia, rinviene la tomba dell'apostolo Giacomo. La notizia della inventio del sepolcro non meravigliò i cristiani del nord della penisola iberica sopravvissuti all'invasione araba del 711 che, anzi, l'avvalorarono come segno provvidenziale. Da qualche tempo, infatti, si parlava con sempre maggiore insistenza, nel piccolo regno delle Asturie, della predicazione di San Giacomo in Spagna e della presenza del suo sepolcro in qualche luogo dell'estremo occidente. Nell'inno O dei verbum patris, composto tra il 783 e il 788, San Giacomo viene già invocato come tutor et patronus vernulus.
Intorno al sepolcro sorse una piccola chiesa che Alfonso II il Casto (791-842) dotò di una comunità di benedettini e di vari privilegi che i suoi successori confermarono ed aumentarono. Presto intorno agli edifici ecclesiastici si formò un nucleo urbano in continua espansione. Ne derivò subito un forte culto locale a cui fecero seguito i primi pellegrinaggi. All'inizio solo dai regni cristiani del nord della Spagna, poi anche dal resto d'Europa. Già nel 950 dal centro della Francia partirono carovane di pellegrini lungo quello che restava di un vecchio tracciato romano che, attraverso il valico di Roncisvalle, portava in Galizia. Il flusso non venne interrotto nemmeno dalla razzia del condottiero arabo Almanzor che nel 997 piombò su Santiago radendola al suolo.
Dopo l'anno Mille questa strada, che venne migliorata, fortificata e ripopolata dai re di Navarra, Castiglia e León, cominciò a chiamarsi Iter Sancti Jacobi, quindi Camino de Santiago, e fu percorsa da un numero crescente di pellegrini. Nel Codex calixtinus si descrivono con precisione anche le vie che vi convergono. La via turonense che serve ai pellegrini del nord dell'Europa, la via lemovicense e la via podense che convogliano quelli del centro e la via tolosana che dalla Provenza porta i pellegrini dell'area mediterranea e dell'Europa meridionale. La letteratura odeporica ha permesso di ricostruire altre vie compostellane: la Niederstrasse che da Aquisgrana si inserisce a Parigi nella via turonense, la Oberstrasse che da Einsiedeln si immette nella tolosana e la via francigena che attraverso le Alpi, o lungo la costa ligure, si inserisce anch'essa nella più meridionale delle vie francesi. Intorno a queste direttive principali si articolò un intenso reticolo di itinerari che ha radicato fortemente in Europa la tradizione compostellana.
In Italia il fenomeno venne recepito profondamente. Ne troviamo significative espressioni nell'arte, nella letteratura e nei costumi. Dante lo registra in più parti della sua opera, comprendendo il valore ideologico e paradigmatico di una devozione che influenzerà decisamente il senso, le modalità e perfino l'iconografia del pellegrinare medievale.
La persistenza di un itinerario come il Camino de Santiago, la sua stessa visibilità fisica e l'essere immagine e simbolo del pellegrinaggio stesso, insieme al richiamo frequente degli anni santi compostellani (ogni 6-5-6-11 anni), uniti alla mai perduta tradizione di compiere in certi ambienti il pellegrinaggio a Compostella, ne hanno permesso la continuità fino ai nostri giorni e ne hanno favorito la straordinaria ripresa negli ultimi decenni. Oggi il pellegrinaggio compostellano, in particolare quello a piedi lungo il Camino de Santiago, è una realtà importante che produce conseguenze in tutti i campi. Il governo spagnolo lo considera una cuestión de Estado. La Xunta de Galicia gli dedica importanti risorse. Interventi di protezione ambientale, di promozione economica, di recupero e di restauro di monumenti riguardano tutto il territorio attraversato. Convegni ed esposizioni ne mettono in risalto il patrimonio culturale presente in tutta Europa. Lungo il Cammino sono rinati hospitales per accogliere pellegrini, si sono rivitalizzate o fondate nuove confraternite.
Agli inizi di questo nuovo Millennio il pellegrinaggio a Santiago è tornato ad essere un fattore di grande rilievo nel campo religioso, culturale, economico e sociale.

| Ciclo di conferenze | Presentazione della mostra |

 

 
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Sito a cura di
Carlo Pulsoni e Matteo Viale

ultimo aggiornamento di questa pagina: 4 Aprile, 2007