Novità librarie di interesse romanistico del 2015

 

Anglo-français: philologie et linguistique, Sous la direction d'Oreste Floquet et Gabriele Giannini, Paris, Classique Garnier, 2015 (Rencontres. Série Civilisation médiévale, 13)

EAN 978-2-8124-3420-4, 162 pp., 29,00 euro

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Le "faus franceis d’Angleterre", à savoir le français ayantcours outre-Manche au Moyen Âge, fait actuellement l’objet d’un regain d’intérêt aussi bien de la part des philologues que des linguistes. En plein renouveau, grâceà la maturité atteinte par les outils lexicographiques, à l’élargissement continu de la base de textes (littéraireset non) établis de façon critique, à la numérisation etau traitement informatique des sources, le domaine d’études s’ouvre désormais aussi bien à de nouvelles interrogations qu’à la formulation revue et davantage éclairée d’anciennes questions. 

INDICE. Daron Burrows , Vers une nouvelle édition de l’Apocalypse en prose; Maria Careri – Marcella Lacanale Accents et syllabes dans les manuscrits anglo-normands; Oreste Floquet, La première personne non-standard en anglo-français (sur les types jo viencjo vincjo erc); Gabriele Giannini, Guides de pèlerinage, Orient latin et anglo-français; Richard Ingham, John Gower, poète anglo-normand : perspectives linguistiques sur Le Myrour de l’Omme; Annalisa Landolfi, Un regard à rebours. D’Élisabeth Tudor à Marie de France; Gioia Paradisi, Les Folies, les premiers romans tristaniens et l’Angleterre. Remarques sur la transmission des textes; David Trotter; « Trové l’avum mis en tist » : comment réduire notre ignorance du lexique de l’anglo-normand. 

Scheda informativa

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Maria Luisa Meneghetti, Storie al muro. Temi e personaggi della letteratura profana nell'arte medievale, Torino, Einaudi, 2015

ISBN 9788806167592, 488 pp., 85,00 euro

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Nel corso del Medioevo si andò affermando una particolare tipologia di prodotto artistico derivato da testi letterari, profani quanto a tematica e volgari quanto a veicolo linguistico (francesi, provenzali, italiani, mediotedeschi...).
Questa produzione artistica ha creato una vera e propria letteratura parallela, una "letteratura di testi iconici" altrettanto varia e articolata di quella formata dai corrispondenti testi scritti. La pluralità e la collisione dei significati emergono quali tratti caratteristici dei prodotti che fanno parte di questa "letteratura" e costituiscono probabilmente le ragioni più forti del fascino che essi ancora sanno esercitare.

Indice del volume (pdf)

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Ser Neidhart e la beffa della violetta. Drammi tedeschi medievali scelti, tradotti e commentati da Roberto De Pol, con una postfazione di John Margetts, Aicurzio, Editoriale Castel Negrino, 2015 (testoafronte, 1)

ISBN 978-88-98500-10-9, 19,00 euro

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Attorno alla figura del poeta medievale tedesco Neidhart von Reuental si formò, a partire dal XIII secolo, una "leggenda" caratterizzata da serialità, multimedialità, polisemia e incentrata sull’ostilità tra il protagonista e i contadini, della quale la beffa della violetta costituisce l’episodio centrale. Di questa leggenda i "drammi di Neidhart", composti tra XIV e XVI secolo, costituiscono i prodotti letterari più interessanti, perché, analogamente ad alcuni moderni fenomeni di intrattenimento "popolare", mostrano strategie intese, da un lato, a soddisfare i gusti più rozzi degli spettatori, dall’altro a influenzare il loro comportamento sociale. Per la prima volta i principali drammi di questo complesso sono resi accessibili in traduzione italiana, corredata di testo a fronte filologicamente accurato, di esaurienti introduzioni e apparati esplicativi.

Presentazione della collata "testoafronte" (pdf)

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Giulia Murgia, La Tavola Ritonda tra intrattenimento ed enciclopedismo, Roma, Sapienza Università Editrice, 2015.

ISBN 978-88-98533-53-4, 458 pp., Opera diffusa in modalità open access e sottoposta a licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale Non opere derivate (CC BY-NC-ND), 3.0 Italia

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La Tavola Ritonda, anonima compilazione toscana trecentesca, rappresenta, nel panorama dei Tristani italiani, la riscrittura più originale del Tristan en prose (XIII secolo). In questa singolare rivisitazione della leggenda tristaniana, la “verità” del messaggio romanzesco discende da un’operazione di razionalizzazione e di moralizzazione del mito di Tristano e Isotta: il merveilleux bretone viene rifunzionalizzato in senso “scientifico”; la società arturiana appare esemplata su quella comunale italiana; si moltiplicano le allusioni alla produzione lirica, filosofica, religiosa dell’Italia due-trecentesca; lo stesso protagonista Tristano viene sottoposto a un processo di agiografizzazione. La Tavola Ritonda si divide insomma tra intrattenimento ed enciclopedismo, officiando ancora una volta, un po’ sul serio e un po’ per gioco, i riti del romanzo cavalleresco, chiamati a farsi veicolo di nuovi ideali e di nuovi saperi, da consegnare a un pubblico che nella letteratura ricerca una rappresentazione di sé, delle proprie aspirazioni sociali, civili e morali.

INDICE. Prefazione (Maurizio Virdis) - Introduzione. La leggenda di Tristano e Isotta in Italia. Il giuogo/giuoco della cavalleria – 1. Variazioni italiane sul topos del grant livre. Il dittico proemio-congedo nella tradizione italiana del Tristan en prose – 2. «La fontana di tutti libri e romanzi che si leggano». Lo spirito enciclopedico nella Tavola Ritonda – 3. «E quie sì si afferma la parola usata che dice cosìe…». La misura breve nella Tavola Ritonda – 4. Amore e scienza medica nella leggenda tristaniana tra Francia e Italia – Bibliografia – Ringraziamenti

Accesso al testo completo

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Francesco Benozzo, Carducci, Roma, Salerno Editrice, 2015 (Sestante, 33).

ISBN 978-88-8402-997-3, 304 pp., 16 €

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La figura poliedrica di Giosue Carducci (1835-1907) viene qui studiata a partire da un’analisi attenta della sua biografia, dagli anni giovanili in Lunigiana e Maremma fino all’approdo, ancora giovanissimo, a Bologna, dove insegnò Letteratura italiana e Filologia romanza all’Università, passando attraverso le sue prese di posizione politiche (o antipolitiche) e le sue tormentate vicende amorose. Poeta, professore, filologo, uomo pubblico dell’Italia risorgimentale, egli resta ancora oggi un personaggio più frainteso che letto. Nel libro viene approfondito in particolare il rapporto tra la sua indole rivoluzionaria, sdegnosa e solitaria e la società di transizione tra Ottocento e Novecento, che egli visse e interpretò in tutte le sue laceranti contraddizioni, e di cui la vastissima produzione  poetica e saggistica rappresenta una specie di mappa aperta e per certi versi ancora largamente incompresa. Lontano dagli stereotipi critici che hanno appiattito e museificato, a partire dalle antologie scolastiche, l’immagine di Carducci, e passata la “sbornia” delle varie celebrazioni ufficiali per il centenario dalla sua morte, l’autore restituisce in queste pagine il profilo di un poeta sfaccettato e inquieto, non di rado notturno e umbratile, irriducibilmente anarchico e libertario, e sempre attuale in quanto fieramente inattuale: un poeta europeo in bilico tra slanci polemici e rêverie crepuscolare, a cui Nietzsche pensò di affidare la diffusione dei propri scritti polemici e anticlericali, e che, unico tra i nostri scrittori dell’epoca a essere tradotto subito in diverse lingue, fu preferito come premio Nobel nel 1906 a scrittori e poeti quali Mark Twain, Rainer Maria Rilke, Henry James e Lev Tolstòj.

INDICE. Premessa - Tavola delle abbreviazioni – I. Cartografie di un’epoca di frontiera: tardo-romanticismo, classicismo, scapigliati – II. La vita – III. Il Classicismo come prassi amichevole – IV. Sdegno e irruenza degli aneliti libertari – V. Un’antropologia in fieri dell’arte poetica – VI. Un poeta strenuamente inattuale – VII. Vagabondaggi di un polemista en plein air – VIII.«Sono superbo, iracondo, anarchico»: leggere Carducci al di là del carduccianesimo - Bibliografia essenziale - Indice dei nomi

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Lais, épîtres et épigraphes en vers dans le cycle de Guiron le Courtois, Textes publiés avec une introduction, des notes et un glossaire par Claudio Lagomarsini, Paris, Classiques Garnier, 2015, (Textes littéraires du Moyen Âge, 36).

ISBN 978-2-8124-3408-2, 215 pp., 63,00 euro

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La présente publication est la première édition critique intégrale des textes en vers – lais lyriques, épîtres et épigraphes, épitaphes de chevaliers – insérés dans l'ensemble des romans en prose composant le cycle de Guiron le Courtois (XIIIe-XVe siècle). L'édition est précédée d'une introduction portant sur la présence de pièces versifiées dans quelques textes narratifs en prose du Moyen Âge. L'analyse se focalise en particulier sur les traits spécifiques (typologie, transmission manuscrite, mise en texte) qui caractérisent le corpus guironien par rapport aux romans contemporains. L'édition est complétée par des notes critiques, un glossaire et un index des personnages et des lieux.

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Sulla traduzione letteraria delle lingue romanze, Contributi presentati alla giornata di studio (Ferrara, 1 aprile 2014), a cura di Monica Longobardi e Angela Tarantino, numero monografico di «Romània Orientale», 27, 2014.

ISSN 1121-4015

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Introduzione e indice del volume (pdf)

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Beatrice Solla, Il canzoniere Occitano L. Biblioteca Apostolica Vaticana Vat. lat. 3206, Modena, Mucchi, 2015 (Collana Studi, testi e manuali - Subsidia al Corpus des Troubadours).

ISBN 978-88-7000-628-5, 492 pp.,  45,00 euro

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Ulteriori informazioni

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Andrea Ghidoni, Per una poetica storica delle chansons de geste. Elementi e modelli, Venezia, Edizioni Ca' Foscari, 2015

ISBN 978-88-97735-91-5, 119 pp.

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INDICE. Introduzione - Il contributo del Gormund et Isembart e l’ipotesi ligerina - Il transfert epico - L’archeologia delle chansons de geste di Joël Grisward - Innesto di una struttura su un’altra - Preistoria del mito ‘carolingio’: ipotesi sulle tradizioni protogestiche - Poemetti agiografici e tradizioni protogestiche - Dalle tradizioni protogestiche alle chansons: alcuni esempi - Altri modelli per rappresentare la tradizione protogestica - Popolazioni di testi (con un prestito dalla biologia) - La chanson de geste come epica: prospettive comparative - Un modello evolutivo per le tradizioni epiche - Conclusione: Elementi di poetica storica delle forme epiche - Bibliografia

Scheda e accesso libero al testo

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Codici, testi, interpretazioni: studi sull’epica romanza medievale, a cura di Paolo Di Luca e Doriana Piacentino, Napoli, Photocity Edizioni – Orientale University Press, 2015, pp. 162 (Linguistiche e Filologie).

ISBN 978 8866827122, 162 pp., 15,00 euro.

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Il volume raccoglie gli interventi presentati in occasione del convegno «Epica romanza medievale: problemi di trasmissione e interpretazione», svoltosi all’Università L’Orientale di Napoli il 5 e il 6 dicembre 2013. Analizzando opere come la «Chanson d’Aspremont», il «Renaut de Montauban», il «Fierabras», la «Bataille d’Annezin» per l’area oitanica, il «Daurel e Beton» per l’area occitanica e l’«Huon d’Auvergne» per l’area franco-italiana, gli autori discutono importanti questioni d’ordine ecdotico, linguistico, letterario e musicologico inerenti alla trasmissione dei testi epici romanzi e alla sua ricaduta sul piano dell’ermeneutica letteraria.

INDICE. Premessa - Maria Careri, Per una tipologia dei copisti della «Chanson d’Aspremont». Con una riflessione sulle modalità di copia dei testi in versi - Paolo Rinoldi, Confini di lassa, iniziali e lettrines nella tradizione della «Chanson d’Aspremont» - Anna Constantinidis e Paolo Di Luca, Appunti sulla fisionomia testuale della redazione γ della «Chanson d’Aspremont» - Doriana Piacentino, Metrica e ammodernamento linguistico: l’esempio della «Chanson d’Aspremont» tràdita dal ms. Royal 15 E VI - Laura Minervini, Sui frammenti epici della moschea di Damasco («Fierabras», lasse 106-108, 117-118) - Antonella Negri, Frammenti e dintorni nel «Renaut de Montauban» - Francesco Carapezza, Su una ‘traccia’ musicale epica poco nota ai filologi romanzi (British Library, Royal 20 A XVII, c. 177r) - Charmaine Lee, «Daurel e Beton»: tra modelli francesi e ideologia occitana - Michela Scattolini, Interpretazione delle varianti e dinamiche della tradizione: l’episodio della discesa all’inferno nell’«Huon d’Auvergne».

Scheda

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Guilhem de Peitieus duc d’Aquitaine prince du trobar. Trobadas tenues à Bordeaux (Lormont) les 20-21 septembre 2013 et à Poitiers les 12-13 septembre 2014, Moustier-Ventadour, Carrefour Ventadour, 2015 (Cahiers de Carrefour Ventadour)

ISBN 978-2-916622-10-1, 410 pp., 20,00 euro

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Sommaire des interventions (pdf)

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Otto studi di filologia per Aldo Menichetti, a cura di Paolo Gresti, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2015 (Temi e Testi, 139).

ISBN 9788863727821, VIII-200 pp., 28,00 euro

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INDICE. Premessa -  Paolo Gresti, Aimeric de Peguilhan, «A ley de fol camiador» (BdT 10.4): prime riflessioni - Gerardo Larghi, Un riflesso delle ricerche archivistiche sulla poesia trobadorica: il caso di Falquet de Romans BdT 156.6 - Marie-Claire Gérard-Zai, La pastourelle occitane médiévale, avatar de la magnanarelle «Luofu»? - Luca Barbieri, Mallarmé e la "musa di Provenza" - Maria Antonietta Marogna, Fedeltà al modello della «Commedia» e qualche libertà di riuso: sul verso di chiusa nei capitoli ternari trecenteschi - Massimo Zenari, Verso l'edizione delle cacce di Franco Sacchetti - Andrea Canova, Per la lauda «Salve Iesù Cristo, salvator superno» e per l'edizione dei laudari - Flavio Catenazzi, Per un commento a «Senilità» di Italo Svevo - Indice dei nomi e delle opere anonime - Indice dei manoscritti.

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Dante Alighieri, Vita nuova, Rime, A cura di Donato Pirovano e Marco Grimaldi, Introduzione di Enrico Malato, tomo I, Roma, Salerno Editrice, 2015 ("Nuova Edizione Commentata delle Opere di Dante", vol. 1).

ISBN 978-88-8402-986-7, LXXIV-806 pp., 49,00 euro

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La Vita nuova e le Rime sono i primi prodotti dell’impegno letterario del giovane Dante: prima prova che lo condurrà al traguardo sommo della Commedia. È stato merito di Michele Barbi l’aver portato la produzione giovanile del Poeta a un grado di comprensione sconosciuto a tutte le epoche precedenti. E proprio dalle sue edizioni sono ripartiti i due curatori, Donato Pirovano (Vita nuova) e Marco Grimaldi (Rime), non senza la dovuta attenzione ai risultati della critica recente.
Ne è risultata un’edizione del tutto nuova, anche per l’ampio corredo storico-critico ed esegetico che la sostiene, in cui emerge da un lato la natura di opera autonoma della Vita nuova, dall’altro la profonda sua integrazione con il corpus delle Rime, che non potrebbe privarsi dei testi in essa inseriti.
Un ampio corredo di strumenti di consultazione arricchisce l’edizione: oltre alle Note introduttive alle singole opere, le Note ai testi e gli Apparati, un Indice analitico generale, l’Indice dei capoversi e il rimario completo.

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La Struzione della Tavola Ritonda. I Cantari di Lancillotto, a cura di Maria Bendinelli Predelli, Firenze, SEF - Società Editrice Fiorentina, 2015.

ISBN 978-88-6032-332-3, 208 pp., 18.00 euro

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Esempio di cultura popolare per eccellenza, i cantari italiani del Basso Medioevo volgarizzano e diffondono fra un pubblico sempre più vasto storie e miti elaborati per l’antica società feudale. Alla fine del Trecento, a Firenze, un poeta non dozzinale pensò di tradurre in sette cantari, nel classico metro dell’ottava, la storia del romanzo La Mort le roi Artu, ultimo anello della grande saga dedicata alle avventure del re Artù e dei suoi cavalieri della Tavola Rotonda. Nel passaggio dalla Francia all’Italia, dalla società feudale a quella comunale, da lettura per un pubblico aristocratico a spettacolo per un pubblico popolare, il romanzo viene naturalmente trasformato: la vicenda è ridotta a dimensioni "borghesi" e diventa una storia di gelosia, d’adulterio e di vendetta; colorata però dall’aura mitica che ancora circondava i personaggi, dal meraviglioso valore dei cavalieri, dalla conclusione moraleggiante. Soprattutto, il poeta, e forse più precisamente il canterino che potrebbe aver rielaborato il testo, riesce a trasmettere la partecipazione con cui è rivissuta la fine tragica di un’epoca mitica esaltata dalla nobiltà e dal valore.

Scheda

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Dentro l’officina di Giovanni Boccaccio. Studi sugli autografi in volgare e su Boccaccio dantista, a cura di Sandro Bertelli e Davide Cappi, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 2014

ISBN 978-88-21009280, XI+510 pp. con 49 tavole a colori fuori testo

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Il volume raccoglie una serie di contributi accomunati dallo studio ravvicinato di alcuni celebri codici scritti dalla mano di Giovanni Boccaccio: gli “autografi volgari”, sia “autoriali” che “editoriali”.
I lavori ospitati sono caratterizzati da taglio ed estensione diverse: descrizioni paleografiche e codicologiche integrali e analitiche, riflessioni su alcuni aspetti linguistici, saggi preparatori di edizione critica, analisi di postillati e di estratti derivati da autografi, approfondimenti storico-critici di rapporti culturali tra intellettuali partecipi della fortuna critica dell’opera dell’autore.  Elemento unificante tra tutti l’ineludibile rapporto con gli autografi volgari e danteschi. Cioè con il dato, la base codicologica, a partire dal quale sono scaturite le interpretazioni e le ipotesi che qui si sottopongono al giudizio dei lettori.
Il volume si apre con una corposa sezione codicologico-paleografica (Bertelli, Cursi e Bertelli-Cursi), per poi passare, dopo un breve ma denso contributo linguistico (Faleri), a una sezione “dantesca” (Mecca, Rossi, Cappi-Giola), e finire con una sezione riservata a testimonianze recenziori sulla tradizione del Decameron (Pulsoni, Bernardi).

Sommario (pdf)

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Paul Videsott, Les plus anciens documents en français de la chancellerie royale capétienne (1241-1300). Présentation et édition, Strasbourg, Editions de Linguistique et de Philologie, 2015 (Travaux de Linguistique Romane/Philologie et édition de textes)

IBAN 978-2-37276-001-0, 456 pp., 50,00 euro

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Le présent ouvrage est le résultat d’un travail de recherche qui s’est déroulé sur plusieurs années dans le cadre général du projet Les plus anciens documents linguistiques de la France (DocLing), commencé en 2005 et consacré à l’identification, l’édition et l’analyse de la production écrite en français de la chancellerie royale capétienne au xiiie siècle. Le corpus de chartes royales, composé de 140 documents, permet de cerner les débuts de l´écrit vernaculaire dans le cadre de la chancellerie royale capétienne, qui, par son importance tant historique que linguistique, revêt un intérêt tout particulier pour toute étude portant sur l’histoire du français.
Après des prémices sous Louis IX dès 1241 et Philippe III, les actes vernaculaires se multiplient sous Philippe IV (surtout depuis 1295, avec l’avènement du premier chancelier laïc Pierre Flote). L’étude retrace en détail cette histoire jusqu’ici inconnue de la chancellerie royale, alors encore en quête d’une homogénéité linguistique. L’édition des documents, dont près d’un tiers inédits, suit les principes du double encodage (médiéval et moderne) des DocLing et elle est accompagnée de regestes nourris. L’importance et la variété de ces premières chartes royales en langue française (arbitrages entre les vassaux, trêves et traités de paix, contrats de mariage, dispositions financières et administratives) font de cette source un témoin privilégié autant pour la linguistique que pour l’histoire médiévale.

Per ordinazioni: verlagservice@sigloch.de

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Valentina Atturo, Emozioni medievali. Bibliografia degli studi 1941-2014 con un’appendice sulle risorse digitali, Roma, Bagatto Libri, 2015 (Testi, studi e manuali, 30)

ISBN 9788878062160, 88 pp., 12.00 euro

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Nell’"immensa aula della memoria" di agostiniana ascendenza, le passioni intrecciano con la sfera percettiva dei cinque sensi e con il corpo relazioni “pericolose”. Si tratta senz’altro di un aspetto cruciale, sebbene non esclusivo, che solca il Medioevo interessando da vicino il pensiero teologico, la storia, la riflessione filosofico-letteraria, il versante medico e “terapeutico”. Le tracce mnestiche, afferma Tommaso d’Aquino, sono passiones paragonabili a un dipinto interiore: si tratta di una figuram impressa nell’immaginazione e lì per sempre custodita. È un cortocircuito, quello che si dà tra il corpo e lo spirito, tra l’imaginatio e i ricordi, che coinvolge la componente “affettiva”, icasticamente rappresentata dal cuore. Queste "intermittenze del cuore" sono le emozioni: indubbiamente un tema “difficile” (da individuare, circoscrivere e rappresentare) ma, altrettanto indubbiamente, di grande fascino e di perenne attualità.

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Gianfranco Contini 1912-2012. Attualità di un protagonista del novecento. Atti del convegno per il centenario della nascita (Pisa-Firenze, 11-13 dicembre 2012), a cura di Lino Leonardi, Firenze, Sismel-Edizioni del Galluzzo, 2014 (Carte e carteggi. Gli archivi della Fondazione Franceschini, 20)

ISBN 978-88-8450-566-8, VIII-214 pp., 42,00 euro

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Passato un secolo dalla nascita di Gianfranco Contini (1912-1990), due aspetti della sua memoria sono messi a fuoco in queste pagine: la possibile attualità, e quindi l'effettiva vitalità, della sua opera critica e filologica, letta sullo sfondo del panorama letterario del Novecento; e la valorizzazione del suo archivio, ora finalmente inventariato, e in particolare dell'epistolario, di cui via via si continuano a pubblicare nuovi carteggi. Più che a un'ennesima commemorazione, la Fondazione Ezio Franceschini - Archivio Gianfranco Contini e il Gabinetto G. P. Vieusseux, depositario di molte sue lettere, hanno dedicato a questi due temi cruciali le iniziative per il centenario, e in particolare il convegno e la mostra che si sono tenuti a Firenze nel dicembre 2012, nella convinzione che il ruolo svolto da Contini nella cultura italiana ed europea del suo secolo meriti ogni approfondimento, e che la sua opera possa ancora contribuire al dibattito sulla nostra contemporaneità.

Indice e ulteriori informazioni

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Le origini sciamaniche della cultura europea, a cura di Francesco Benozzo, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2014 (Quaderni di Studi Indo-Mediterranei, VII)

ISBN 978-88-6274-590-1, 496 pp., 30,00 euro

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I saggi raccolti in questo volume, all’intersezione di etnofilologia, antropologia culturale e fenomenologia della percezione, affrontano il problema della sostanziale continuità millenaria della nostra tradizione, identificando nello sciamanesimo un’immagine cruciale per comprenderne alcuni aspetti. Dando per scontato il fitto dibattito degli ultimi trent’anni sulla natura e sulle origini del fenomeno sciamanico (un dibattito che non appare ancora in grado di uscire dall’opposizione, dimostratasi fondamentalmente sterile, tra diffusionismo ed evoluzionismo), gli autori analizzano, con riferimento ai rispettivi ambiti, quegli elementi strutturali e portanti che consentono di attribuire al “professionista della parola” un ruolo cruciale, dal Paleolitico ad oggi, nella costruzione del nostro immaginario. L’ipotesi di fondo è che, quando riflettiamo sulle origini dell’Europa, intesa nella sua accezione geoculturale più vasta, più che con i temi e le forme del cristianesimo, dell’islamismo, della civiltà carolingia, della civiltà ellenistica alessandrina, dei vari apparati statali e meta-statali che, in quanto macchine di asservimento, ne hanno segmentato e ne segmentano i territori, siamo costretti a fare i conti, già dalla preistoria, con un’ipotesi diversa e più radicata: forse è proprio in Homo poeta, e non nei vari stadi di evoluzione culturale, tecnica e sociale di Homo sapiens (faber, religiosus, politicus, laborans, oeconomicus, ludens, aestheticus, technologicus) che dobbiamo riconoscere il segreto (sciamanico) della nostra civiltà.

Indice. Premessa, di Francesco Benozzo; Homo poeta. Il segreto sciamanico dell’Eurasia, di Francesco Benozzo; Sciamanesimo paleolitico europeo. Paradigmi ermeneutici e riesame fenomenologico dell’arte parietale franco-cantabrica, di Matteo Meschiari; Bran, Picus, Koronos, Ya-ta-karasu: le concezioni sciamanistiche del corvo in area indeuropea e in area pacifica, di Gabriele Sorice; Dialettiche dell’estasi. Sciamanesimo iranico e zoroastrismo, di Andrea Piras; Guaritori-veggenti greci di età arcaica, di Elena Nonveiller; Sciamanesimo a Roma antica, di Leonardo Magini; Ghāzi Pir e l’eredità sciamanica delle Sundarban bengalesi, di Alessandro Grossato; Sciamani e cavalieri medievali, di Franco Cardini; Sciamanesimo e stregoneria nella cultura degli Slavi, di Edgardo Tito Saronne; Equivoci e chiarimenti intorno al cosiddetto "sciamanismo” dantesco, di Vittorio Cozzoli. Una lettura tra Oriente e Occidente: Percorsi indo-mediterranei: trascorsi e ricorsi, di Carlo Saccone. Recensioni. Biografie e abstracts.

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Mario Alinei – Francesco Benozzo, DESLI. Dizionario etimologico-semantico della lingua italiana, Bologna, Pendragon, 2015

ISBN 9788865985939, 224 pp., 16,00 euro

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Da dove vengono le parole che utilizziamo? Perché molte di esse hanno cambiato radicalmente il proprio significato originario? Quali sono i modi in cui le parole si trasformano durante i secoli e a volte durante i millenni della loro evoluzione? Questo libro vuole rispondere in modo chiaro a queste e ad altre domande, mettendo a disposizione del lettore, anche non specialista, le acquisizioni, le scoperte e i metodi della ricerca etimologica. Seguendo una periodizzazione che parte dalla preistoria e arriva fino alle parole nate in anni recenti, gli autori accompagnano il lettore nelle affascinanti e spesso imprevedibili vicende che caratterizzano la storia dei termini del nostro vocabolario, a partire dal riconoscimento delle principali aree di significato che ne hanno propiziato l’origine e l’evoluzione.

Indice: INTRODUZIONE. Anche le parole hanno un’origine / Perché nascono le parole? / Che cosa sono le parole? / Come nascono le parole? / Come funzionano le parole? / Come circolano le parole? / Le parole dell’italiano / Quando nascono le parole dell’italiano?; CAPITOLO 1. Parole derivate dalle attività di caccia e raccolta; CAPITOLO 2. Parole di origine agricola; CAPITOLO 3. Parole legate all’allevamento e alla pastorizia; CAPITOLO 4. Parole che risalgono alla ceramica e alla tessitura; CAPITOLO 5. Parole che nascono da altre attività preistoriche; CAPITOLO 6. Parole di origine religiosa; CAPITOLO 7. Parole che derivano da antiche concezioni; CAPITOLO 8. Parole di origine varia: prima del Medioevo; CAPITOLO 9. Parole di origine varia: il Medioevo; CAPITOLO 10. Parole nate da nomi propri; CAPITOLO 11. Parole nate da nomi di luogo; CAPITOLO 12. Parole adottate da lingue straniere; CAPITOLO 13. Come nascono i nomi propri; CAPITOLO 14. Come nascono i nomi di luogo; CAPITOLO 15. Come nascono i modi di dire; CAPITOLO 16. Suffissi e prefissi nella formazione delle parole; CAPITOLO 17. Anche le parole muoiono; APPROFONDIMENTI PER ULTERIORI LETTURE; INDICE DELLE PAROLE E DEI NOMI.

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Nouveau Répertoire de mises en prose (XIVe-XVIe siècle), sous la direction de Maria Colombo Timelli, Barbara Ferrari, Anne Schoysman e François Suard, Paris, Classiques Garnier, 2014 (Textes littéraires du Moyen Âge, 30)

ISBN 978-2-8124-1730-6, 929 pp., 79,00 euro

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Ce Nouveau Répertoire réunit 78 notices consacrées à autant de «mises en prose» produites entre le xive et le xvie siècle. Chaque fiche fait le point sur l'état de la recherche pour l'œuvre en prose, sa source en vers, l'histoire ultérieure de la prose, avec une bibliographie complète.

Ulteriori informazioni

Table des matières (pdf)

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«Mirabilia». Gli effetti speciali nel Medioevo. Atti delle IV Giornate Internazionali Interdisciplinari di Studio sul Medioevo (Torino, 10-12 Aprile 2013), a cura di Francesco Mosetti Casaretto e Roberta Ciocca, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2014 (Ricerche Intermedievali, 7).

ISBN 978-88-6274-557-4, XVIII-542 pp., 45,00 euro

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Qual è la funzione letteraria del ricorso agli «effetti speciali» nel Medioevo? Perché anche la letteratura medievale ha i suoi effetti speciali; anzi, a ben guardare, ne è piena. Non solo i miracoli dei santi, ma anche i prodigi, i portenti, le ordalie, gli artifici sempre più complessi delle sacre rappresentazioni, gli animali parlanti e protagonisti di gesta epiche o di saghe, le iperboli dell'epica, le strategie retoriche del latino isperico o della scinderatio, l'immaginario esotico del viaggio, i mostri, gli effetti «nuovi» di rima e ritmo nella poesia, la stessa liturgia… Insomma, tutto o quasi, nel Medioevo, sembra voler trascendere la realtà, la normalità del vivere, l'oggettività dell'esistenza quotidiana. Perché? A cosa si deve questa propensione verso l'impossibile e lo straordinario? C'è un legame strategico che lega la nostra, moderna, cinematografica necessità di fare uso degli effetti speciali all'evidente necessità del Medioevo di fare altrettanto con i mezzi che aveva a disposizione oppure i due ambiti sono radicalmente diversi e partono da cause diverse? «Ricerche Intermedievali» fa il punto sui grandi interrogativi della cultura medievale, sgombrando il campo da ogni pregiudizio. Studiosi di diversa estrazione (tardo-antichisti, mediolatinisti, romanisti, germanisti, bizantinisti, umanisti, filosofi, semiologi, storici, storici dell'arte, etc.) qui confrontano opinioni, prospettive e informazioni per «conoscere il Medioevo attraverso i Medioevi» e ridurre per via interdisciplinare paradossi e distanze della cosiddetta «Età di Mezzo».

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Nando Simonetti, Dal latino al volgare. Il bilinguismo nella storia del cristianesimo, con la prefazione di Lucilla Spetia, Todi, Tau Editrice, 2014 (Collana Via Pulchritudinis - Quaderni Anacleta, 2).

ISBN 9788862443357, XIV-210 pp., 20,00 euro

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Questa pubblicazione rappresenta un contributo alla inesausta ricerca sull’affascinate tema del bilinguismo ecclesiastico. Attraverso uno studio storico, padre Nando Simonetti ripercorre le motivazioni che hanno indotto la Chiesa a scegliere il latino come sua propria lingua e ad adottare, in contesti mutati, la lingua volgare. L’opera, mentre scaturisce da studi di filologia romanza, si rivela un prezioso strumento di approfondimento di un tema fondamentale della storia del cristianesimo e sempre di grande attualità. Il volume è suddiviso in tre capitoli, percorrendo un excursus storico: il primo riguarda l’epoca antica e medievale, il secondo l’epoca moderna ed infine il terzo capitolo riguarda il bilinguismo della Chiesa nel contesto del movimento liturgico e del concilio Vaticano II.

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Nello Bertoletti, Un'antica versione italiana dell'alba di Giraut de Borneil, con una nota paleografica di Antonio Ciaralli, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2014 (Chartae Vulgares Antiquiores - Quaderni, 1).

ISBN 9788863727562, 96 pp., 7 tavole, 22,00 euro

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L’alba Reis glorios di Giraut de Borneil è uno dei componimenti più intensi ed enigmatici della letteratura trobadorica. Questo volume ne rende nota una versione in volgare italoromanzo, trascritta nei primi decenni del Duecento (non oltre il 1239-40) in un codice ora conservato presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano. Dopo la scoperta della canzone ravennate, del frammento zurighese di Giacomino Pugliese e del frammento piacentino, la poesia italiana delle origini si arricchisce dunque di un nuovo reperto, che è prezioso testimone di un’antica ricezione italiana dell’alba provenzale, cioè di un genere destinato a non avere in seguito alcun successo nella penisola. L’interesse del testo è accresciuto dal fatto che l’analisi linguistica consente di ricondurre questo innovativo esperimento di traduzione poetica in volgare di , compiuto in piena autonomia rispetto ai Siciliani, a quell’area cisalpina occidentale, fra Piemonte e Liguria, che ha conosciuto la prima e la più radicata acclimatazione della poesia in lingua d’oc.

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Archivio delle segnalazioni bibliografiche (2001-2014)