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Società Italiana di Filologia Romanza

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Novità librarie di interesse filologico

(quanti desiderano che venga qui segnalata la pubblicazione di testi di rilevanza scientifica possono inviare una e-mail alla redazione del sito all'indirizzo sifr@sifr.it)

 

2005

 

Études de langue et de littérature médiévales offertes à Peter T. Ricketts à l’occasion de son 70ème anniversaire, éditées par Dominique Billy et Ann Buckley, Turnhout, Brepols, 2005.

ISBN 2-503-51640-8, pp. XIV-741, 79,00 euro
Il volume raccoglie i lavori di 63 specialisti di letteratura medievale che spaziano dalla storia, alla letteratura, alla linguistica, alla filologia, alla metrica e alla filosofia. Gli studi presentati prendono in considerazione materiale e fonti di provenienza diversa, in francese antico, provenzale, e anche latino medievale, castigliano, catalano, medioaltotedesco , ispanoarabo, ebraico.
La raccolta si compone di due sezioni principali. La prima è dedicata a testi non lirici: romanzo, epica e letteratura religiosa; la seconda alla poesia dei trovatori, tanto alla loro produzione lirica, alle sue fonti e alla sua influenza, alle vidas che accompagnano la trasmissione, ai trovatori stessi, quanto alla loro produzione non lirica come proverbi e ensenhamens. Tra i saggi trova inoltre spazio qualche edizione di testi, in qualche caso ancora inediti.
Nel suo insieme questa raccolta offre un panorama completo delle attuali ricerche e apporta sostanziali progressi agli studi medievistici.

 

Le lingue di Petrarca, a cura di Antonio Daniele, Udine, Forum, 2005.

ISBN 88-8420-291-4, pp. 223, 22,00 euro
Il volume raccoglie gli atti del Convegno su Francesco Petrarca tenutosi all’Università di Udine nel quadro delle celebrazioni per il settimo centenario della nascita. Gli studi proposti – tanto di noti studiosi quanto di giovani promesse della critica – illustrano varie emergenze della personalità artistica del poeta, evidenziando soprattutto le particolarità storico-linguistiche della sua attività.
Nella prima parte del volume si analizzano con particolare attenzione i rapporti del Petrarca con la cultura francese del suo tempo (G. Peron), la sua vis polemica e satirica nella produzione latina (D. Goldin Folena), alcuni componimenti del Canzoniere, in rapporto soprattutto alle fonti classiche (E. De Luca) e alla grande lirica occitanica (S. Vatteroni). Una notevole attenzione è dedicata alla filologia delle liriche Disperse, con risultati di novità (A. Cavedon e P. Vecchi Galli).
Nella seconda parte si studiano invece alcuni aspetti del petrarchismo lirico italiano ed europeo come fenomeno di mimesi e di ripresa satirica nella poesia dialettale del Cinquecento (Ma. Cortelazzo), di appropriazione artistica del mito, in varie manifestazioni pittoriche rinascimentali (P. M. Vescovo e N. Macola), di fortuna critica presso un cultore straniero del calibro di Veselovskij (R. Rabboni), di ricalco nei nostri maggiori lirici del Novecento (A. Panicali).
Chiude il volume la descrizione di una delle maggiori raccolte petrarchesche mondiali: quella conservata presso la Biblioteca Civica di Padova (N. Magliani).

 

Mario Eusebi, Saggi di Filologia romanza, a cura di Eugenio Burgio, Firenze, SISMEL-Edizioni del Galluzzo, 2005 (Archivio Romanzo, 8).

ISBN 88-8450-155-5, pp. XII-307, 58,00 euro
I diciassette articoli che compongono il volume disegnano la fisionomia intellettuale e il percorso di ricerca di uno studioso che, in consapevole fedeltà alla grande tradizione positivista della disciplina, si è volutamente e costantemente impegnato nell'esercizio dell'ecdotica sulla testualità medievale in volgare. Disposti in tre sezioni - "Filologia francese", "Filologia provenzale e catalana", "Filologia italiana" -, gli articoli offrono studi sulla tradizione manoscritta di alcuni tra i testi maggiori della tradizione romanza (la Chanson de saint Alexis, la Chanson de Roland, il Saintré, la costellazione del Roman de Tristan, i volgarizzamenti delle Epistulae morales di Seneca) e saggi di edizione critica - fra gli altri, il Chastie-musart, Marcabruno, Arnaut de Mareuil. Completano il volume gli indici dei manoscritti, dei nomi e delle opere anonime.

 

LIO·- ITS. Repertorio della lirica italiana delle origini - Incipitario dei testi a stampa (sec. XIII-XVI) su CD-ROM, a cura di Lino Leonardi e Giuseppe Marrani, Firenze, SISMEL-Edizioni del Galluzzo, 2005 (Archivio Romanzo, 10).

ISBN 88-8450-172-5, pp. XII-120, 58,00 euro, copn CD-rom

Il CD-ROM rappresenta la prima realizzazione di un ampio progetto di ricerca, finalizzato alla costituzione di un repertorio della lirica italiana delle Origini e della sua tradizione manoscritta. In forma di semplice data-base, esso contiene l'incipitario dei testi editi che risalgono ai secoli XIII-XVI, coprendo cioè non solo la fase più antica del corpus lirico, ma arrivando fino a tutto il Quattrocento e oltre. L'ampiezza dello spettro cronologico è funzionale all'impostazione più generale della ricerca, che si propone l'esame analitico di tutti i manoscritti latori dei testi delle origini, implicando quindi di necessità l'identificazione anche dei testi successivi che convivono con i più antichi sulle pagine dei canzonieri tre e quattrocenteschi. Uno strumento di servizio quindi, ma anche di per sé un utilissimo quanto inedito indice di identificazione, dato che il totale dei lemmi registrati (più di 46.000) incrementa del 40% il numero dei testi contenuti nel benemerito IUPI-3.

 

Atti del convegno Bologna nel Medioevo, Bologna, 28-29 ottobre 2002 e altri contributi di Filologia romanza. Numero monografico della rivista «qfr. Quaderni di Filologia romanza della Facoltà di Lettere dell'Università di Bologna», Pàtron Editore, 17 (2004).

ISSSN 1722-7097, pp. 303, euro 22,00

Il numero monografico della rivista raccoglie gli Atti del convegno Bologna nel Medievo tenutosi a Bologna il 28 e il 29 ottobre 2002 ed altri contributi di Filologia romanza.
Indice: Andrea Fassò, Ricordo di Elio Melli (1921-2003) - Bologna nel Medioevo. Atti del Convegno - Luciano Formisano, Premessa; Ovidio Capitani, Introduzione; Sandro Orlando, Le rime dei Memoriali bolognesi e di altri documenti: una nuova edizione e alcune riflessioni; Anna Laura Trombetti Budriesi, Re Enzo e Bologna. L'Impero e i Comuni; Armando Antonelli, Una nuova attestazione del sonetto Omo ch'è saggio non corre leggero di Guido Guinizzelli e la sua veste grafica; Luciano Rossi, Jean de Meun e Guido Guinizelli a Bologna; Michel Zink, Note sur Raison et Nature dans le Roman de la Rose; Giuseppina Brunetti, Un capitolo dell'espansione del francese in Italia: manoscritti e testi a Bologna fra Duecento e Trecento; Sonia Gentili, Destini incrociati. Taddeo Alderotti docente allo studio bolognese e la letteratura volgare delle origini; Saverio Bellomo, Primi cultori di Dante a Bologna; Marco Veglia, La voce e il vero. Dante, Bologna e le vie della parola; Raffaella Pini, Il ruolo dell'artista a Bologna fra Tre e Quattrocento. Prime ricerche; Bruno Basile, Tra Medioevo e Rinascimento: Copernico a Bologna - Saggi - Lidia Bartolucci, La figura di Astolfo nell'Aquilon de Bavière.

 

Atti del convegno Filologia e comparatistica. Teoria metodi pratica, Cagliari, 19-20 ottobre 2002, a cura di Silvia Buzzetti Gallarati e Maurizio Virdis, Numero monografico della rivista «Eudossia», 2 (2004).

Il numero monografico della rivista raccoglie, tra le altre cose, gli atti del convegno Filologia e Comparatistica, tenutosi presso il Dipartimento di Filologie e Letterature moderne dell'Università degli Studi di Cagliari il 19 e il 20 ottobre 2002 con il patrocinio della Società Italiana di Filologia Romanza.

Indice degli interventi: Maurizio Virdis, Filologia e comparatistica - Silvia Buzzetti Gallarati, Filologia e letteratura comparata - Roberto Antonelli, Filologia romanza e letteratura comparata, fra spazio e tempo - Daniela Dalla Valle, La “mia" letteratura comparata. Nel ricordo di Jacques Voisine - Mario Mancini, Medioevo rococò: Voltaire, Tressan, Wieland - Paola Mildonian, «La nostra dimora filologica è la terra»: dall'istituzione del testo alla destituzione del campo letterario, la sfida «filologica» della letteratura comparata - Renato Raffaelli, Divagazioni d'un filologo: classiche e moderne.

 

Studi su volgarizzamenti italiani due-trecenteschi, a cura di Paolo Rinoldi e Gabriella Ronchi, Roma, Viella, 2005.

ISBN 88-8334-160-0, pp. 216, 27,00 euro

Il volume raccoglie cinque contributi relativi ad una delle articolazioni più rigogliose e feconde della prosa toscana due-trecentesca, quella dei volgarizzamenti, sia dal latino che dal francese, ancora in parte inesplorati in ragione dell’abbondanza dei testi e dei testimoni.
Attraverso l’analisi della tradizione manoscritta vengono così affrontati, sempre dal versante italiano e in prospettiva ecdotica, il De Consolatione di Boezio, la tradizione indiretta della Legenda aurea, uno dei commenti ai Facta et dicta memorabilia di Valerio Massimo, la storia delle crociate che corre sotto il nome di Estoire d’Eracles, la vasta compilazione storica nota come Histoire ancienne jusqu’à César.

INDICE. Premessa - Giuseppina Brunetti, Preliminari all’edizione del volgarizzamento della Consolatio philosophiae di Boezio attribuito al maestro Giandino da Carmignano - Paolo Divizia, I quindici segni del Giudizio: appunti sulla tradizione indiretta della Legenda aurea nella Firenze del Trecento - Paolo Rinoldi, La tradizione dell’Estoire d’Eracles in Italia: note su un volgarizzamento fiorentino - Gabriella Ronchi, I volgarizzamenti italiani dell’Histoire ancienne. La sezione tebana - Andrea Valentini, Per l’edizione critica del commento C-D al Valerio Massimo volgare: la classificazione dei testimoni - Indice dei nomi propri e delle opere - Indice dei manoscritti - Indice delle tavole .

Ulteriori informazioni: www.viella.it/Edizioni/Z_Fc/Volgarizzamenti.htm

Andrea Fassò, Gioie cavalleresche. Barbarie e civiltà fra epica e lirica medievale, Roma, Carocci, 2005 (Biblioteca medievale, Saggi 19).

ISBN 88-430-3597-5, pp. 302, 24,60 euro

Insieme alle culture classica e cristiana, la cultura barbarica dei Franchi ha contribuito in modo decisivo alla formazione dell'Europa. Sua espressione primitiva è la chanson de geste, epopea di uomini che «avvertiscono con animo perturbato e commosso»(Vico), fondata sulle virtù del coraggio, dell'onore, della fedeltà. Joie è chiamata dalle chanson de geste l'ebbrezza dell'assalto e della distruzione; monojoie era il grido di guerra dei Franchi. Nel XII secolo inizia un processo di civilizzazione a opera della Chiesa, che crea l'ideale del cavaliere difensore della giustizia e dei grandi signori, che, attraverso la poesia dei trovatori, propongono un modello (ispirato alla figura regale) di guerriero prode e misurato, per il quale l'amore non è conquista ma "servizio" alla dama e fonte di virtù; la gioia sarà allora lo stato di estasi prodotto dall'amore. Inizia la lunga trasformazione del cavaliere in gentiluomo; ma rimarrà sempre un elemento barbarico non del tutto addomesticato.

INDICE. Introduzione - 1. Una tradizione epica anteriore al Mille - 2. L'ottosillabo, verso epico - 3. Rolando è saggio e Carlomagno è ingiusto - 4. Cortesia, mito ed epopea - 5. Marcabru e la civilizzazione del guerriero - 6. La cortesia di Dante - 7. La diffrazione e le fate - 8. Pulsioni e loro destini. Raoul de Cambrai, Jaufre Rudel e don Giovanni - Bibliografia.

Colin Muset, Poesie, a cura di Massimiliano Chiamenti, Roma, Carocci, 2005 (Biblioteca Medievale).

ISBN 88-430-3344-1, pp. 160, 14,20 euro

La poesia di Colin Muset qui presentata al lettore per la prima volta dai tempi dell’edizione di Bedier del 1938, è poesia performativa, che vive di un’unione indissolubile ed itinerante di testo, musica e gesto. Con punte di eros spigliato da fabliau, un sereno e campestre epicureismo, nonché serenate cortesi di desiderio galante, la sua unicità consiste di un’elegantissima mescolanza tra contenuti popolareggianti, gustosamente ironici e allegramente “anarchici”, e una forma al tempo stesso ricercata e disinvolta, sempre riconoscibile e caratterizzata, assolutamente deliziosa. Colin Muset infiltra così nella lirica oitanica il lessico e la vivacità rappresentativa dei testi narrativi, con varietà di accenti e toni, e spaziando con competenza tra le forme poetiche. Il menestrello Colin ci porta per mano in un mondo di magica e toccante utopia idilliaca dai tratti poetici leggeri, in cui però, accanto all’edonismo enogastronomico e al gusto del gioco festoso e del sorriso, si coglie la voce di una sincera e precisa denuncia sociale.

INDICE. Colin Muset poeta performativo - Il nome di Colin Muset - Tempi, luoghi, personaggi - Temi e motivi - Musica e forma - Bibliografia - Poesie

Dante Alighieri, Rime, Edizione commentata a cura di Domenico De Robertis, Firenze, SISMEL - Edizioni del Galluzzo, 2005 (Archivio Romanzo, 7).

ISBN 88-8450-152-0, pp. LII-628, 80,00 euro (con Cd-rom)

Nel giugno 2002 uscivano i cinque tomi dell'Edizione Nazionale delle Rime di Dante a cura di De Robertis, il compimento del lavoro filologico di una vita, e insieme la scoperta di un testo per molti versi nuovo, aperto a nuove letture. De Robertis ha ritenuto che prima che ad altri questa rilettura toccasse a lui, e propone ora, a meno di due anni dal monumento filologico, un commento al 'suo' testo, chiudendo così il ciclo avviato nel 1939 col commento di Contini, dal quale aveva poi ricevuto l'incarico dell'edizione. Da leggere in parallelo col commento a Cavalcanti allestito da De Robertis vent'anni fa, il lavoro fa emergere l'idea del Dante lirico che è sottesa all'edizione, e ne costituisce il compimento sul piano critico. Il volume contiene per ciascun testo cappelli introduttivi e note puntuali, ed è corredato da glossario, rimario e indici, e dalle concordanze in CD-ROM.

Per ulteriori informazioni: www.sismel.info/schede%20volumi/rime.htm

Filologia dei testi a stampa. Area iberica, a cura di Patrizia Botta, Modena, Mucchi editore, 2005 (Studi, testi, manuali).

ISBN 88-7000-432-5, pp. 544, 55,00 euro

Il volume raccoglie i lavori del Simposio Internazionale “Filologia dei Testi a Stampa (area iberica)”, dal titolo omonimo del libro di Pasquale Stoppelli, tenutosi a Pescara dal 20 al 22 novembre 2003.

 

Rustico Filippi, Sonetti satirici e giocosi, a cura di Silvia Buzzetti Gallarati, Roma, Carocci , 2005 (Biblioteca Medievale).

ISBN 88-430-3478-2, pp.288, 18,00 euro

Satirico e burlesco, realistico e giocoso, sorridente e ironico, beffardo, aspro: così si atteggia nei suoi ventinove sonetti "comici" il poeta fiorentino Rustico Filippi, avventuroso sperimentatore, alle origini della nostra letteratura, di un linguaggio ora violento, espressionistico, esplicitamente osceno, ora - e più spesso - sornionamente gergale, metaforico e allusivo, che costituisce sotto a un primo ordine di discorso, leggibile come ingenuo o quasi, un secondo, ben più malizioso, su situazioni e temi relativi alla sfera dell'erotismo etero e omossessuale; linguaggio qua e là sorprendentemente disseminato, con effetti e intenti che non trovano concorde la critica odierna, di parole e sintagmi appartenenti al registro della coeva lirica cortese. Ironia? Parodia? Rifiuto di una cultura? Eppure Rustico stesso ha praticato il registro "alto" con pari impegno e risultati non banali, non riducibili a un tardo epigonismo della poesia siculo-toscana. Di tali sonetti si propone qui una lettura per qualche verso sperimentale, ma documentata alla luce di una prospettiva italiana ed europea, per recuperare il senso e la specificità della produzione satirica e giocosa del Filippi rispetto, per esempio, a quello del più noto Cecco Angiolieri.

INDICE. Introduzione - 1. Premessa - 2. L'ambito storico-culturale - 3. I sonetti satirici - 4. La costruzione del discorso comico - 5. Il gergo erotico: un "parlare sotto figura per allusioni" - 6. Lingua e stile - 7. Un poeta fiorentino e romanzo - Nota critico-filologica - 1. La tradizione manoscritta - 2. Topografia dei sonetti satirici e cortesi in V 3. Due proto-canzonieri d´autore? - 4. Ordinamento e cronologia interna dei sonetti satirici - 5. Una nuova edizione critica - 6. Postilla metrica - Tavola di riferimento delle edizioni - Sonetti satirici - I Su, donna Gemma, co'la farinata - II Se no l'atate, fate villania - III Volete udir vendetta smisurata - IV No riconoscereste voi l'Acerbo - V Due donzei nuovi ha og[g]i in questa terra - VI Oi dolce mio marito Aldobrandino - VII Al mio parer, Teruccio non è grave - VIII Una bestiuola ho vista molto fera - IX Messer Bertuccio, a dritto uom vi cagiona - X A voi, che ve ne andaste per paura - XI Chi messere Ugolin biasma o riprende - XII Collui che puose nome al Macinella - XIII A voi, messere Iacopo comare - XIV Io fo ben boto a Dio: se Ghigo fosse - XV Quando Dïo messer Messerin fece - XVI Le mie fanciulle gridan pur vivanda - XVII Se tu sia lieto di madonna Tana - XVIII Fastel, messer fastidio de la cazza - XIX Ne la stia mi par esser col leone - XX Quando ser Pepo vede alcuna potta - XXI Quando egli apre la boc[c]a de la tomba - XXII Da che guerra m'avete incominciata - XXIII A voi, Chierma, so dire una novella - XXIV Dovunque vai, con teco porti il cesso - XXV Poi che guerito son de le mascelle - XXVI Buono inconincio, ancora fosse veglio - XXVII Il giorno avesse io mille marchi d´oro - XXVIII D'una diversa cosa ch'è aparita - XXIX El Muscia sì fa dicere e bandire - Note ai testi poetici - Riferimenti bibliografici .

Henri d'Andeli, Il lai di Aristotele, a cura di Marco Infurna, Roma, Carocci , 2005 (Biblioteca Medievale).

ISBN 88-430-3533-9, pp.120, 13,00 euro

A inizio Duecento comincia a circolare in Europa una buffa e irriverente leggenda su Aristotele: il maestro di Alessandro Magno, rimproverato l´allievo di trattenersi troppo con l'amata, si fa subito dopo sorprendere a quattro zampe con in groppa la donna. Il racconto ha un enorme fortuna e per almeno tre secoli la provocante immagine di Aristotele cavalcato adorna chiese, palazzi pubblici e privati i margini dei manoscritti e i più svariati oggetti, a testimonianza della sua ambigua fascinazione. Se dal pulpito la disavventura del filosofo viene evocata come exemplum della malizia femminile, nei testi di ambito profano alla vena misogina si mescola la divertita considerazione sulla debolezza della carne e la vanità del sapere. Spicca fra questi testi il Lai di Aristotele, poemetto antico francese che, con l'eleganza e l'ironia calibrante sull'arte del grande Chretien de Troyes, invita entro un incantevole fiorito decor cortese a trascurare la voce molesta dei censori e ad abbandonarsi fiduciosi all'onnipotente forza dell'amore.

INDICE. Introduzione - Nota al testo - Le lai d'Aristote - Il lai di Aristotele - Note - Appendice - Le più antiche versioni della leggenda - Aristoteles und Phillis a cura di Fulvio Ferrari - Tre exempla - La versione di Pierre de paris - Note all'appendice.

Santiago e l’Italia. Atti del Convegno Internazionale di Studi Santiago e l’Italia (Centro Italiano di Studi Compostellani – Università degli Studi di Perugia, 23-26 Maggio 2002), a cura di Paolo Caucci von Saucken, Perugia, Edizioni Compostellane, 2005.

880 pagine con 102 illustrazioni, 75,00 euro

Il volume raccoglie 27 contributi di autorevoli studiosi del Cammino di Santiago di Compostella presentati durante il Convegno Internazionale di Studi "Santiago e l’Italia", organizzato dal Centro Italiano di Studi Compostellani e tenutosi all'Università degli Studi di Perugia dal 23 al 26 Maggio 2002.

Indice del volume (formato .pdf).

 

 

Per ulteriori informazioni e ordini: www.edizionicompostellane.com.

Valeria Mouchet, Il "Bestiario" di un autore trecentesco. Repertorio ipertestuale delle occorrenze zoonime nelle opere volgari di Giovanni Boccaccio, Fregene (Roma), Edizioni Spolia, 2005 (Media Aetas. Collana di studi medievali diretta da Teresa Nocita, 1).

ISBN 88-89172-00-2, 10,00 euro (15,00 euro versione su CDrom)

Quanti animali conosceva Giovanni Boccaccio e come li utilizzava nelle sue opere?
Il tema ha già suscitato l'interesse della critica, che tuttavia si è soffermata su alcune presenze zoologiche in particolari contesti della produzione letteraria del certaldese, senza affrontare un'analisi sistematica del fenomeno.
Da questa considerazione è nata l'idea di costruire una sorta di repertorio delle occorrenze zoonime nelle opere volgari di Boccaccio che costituisse uno strumento di lavoro, consentendo in prima istanza di proporre alcune parziali riflessioni sull'argomento alla luce di precisi riscontri testuali.
Una prima, rapida consultazione del catalogo zoologico dimostra quanto nella "biblioteca mentale" di Boccaccio fosse ricca la casella "animali", dotata, secondo il presente regesto, di ben centoquarantuno entrate.
I parametri di classificazione di questi animali possono essere molteplici - animali reali vs fantastici, comuni vs inusuali, indicati con nomi generici vs designati con termini tecnici - ma evidenziano tutti l'approfondita competenza zoologica dell'autore.
Le tipologie rinvenute sono davvero numerose, e pure all'interno di ciascuna di esse Boccaccio opera delle distinzioni: è il caso del cavallo, animale in assoluto più citato e alluso attraverso vari nomi di esemplari, o del cane, di cui l'autore conosce diversi tipi, che inserisce con intenti mai casuali in differenti luoghi del testo.
Anche le modalità di citazione degli animali variano a seconda del contesto: a volte si ricordano gli animali che assegnano il nome alle costellazioni zodiacali, quali l'ariete, il toro e il cancro, che sono spesso protagonisti di excursus e perifrasi mitologiche; in altri casi si trovano dei procedimenti di "onomastica mitologica" attraverso i quali gli animali sono ricordati con il nome dei personaggi mitologici che in essi si sono trasformati: così, ad esempio, il gabbiano è indicato con l'antroponimo "Alcione", il ragno con "Aracne" e la rondine con "Progne". [...] (Dall'Introduzione)

Per d'Arco Silvio Avalle. Ricordi lettere immagini, a cura di Lino Leonardi, Firenze, SISMEL-Edizioni del Galluzzo, 2005 (Carte e carteggi, 10).

ISBN 88-8450-154-7, pp.VIII-242, 35,00 euro

Figura tra le più rilevanti e singolari della cultura filologica e letteraria del secondo Novecento, Avalle ha suscitato, con la sua scomparsa, una vasta eco di ricordi e memorie. Questo volume ne raccoglie la maggior parte, e si propone quindi di tracciare un primo profilo collettivo della sua personalità non solo scientifica, integrando le commemorazioni con alcune pagine autobiografiche, con una scelta dall'epistolario, con una serie di fotografie, infine con la bibliografia dei suoi scritti.

Per ulteriori informazioni e ordini: www.sismel.info/schede%20volumi/CC10.htm

Tracce di una tradizione sommersa. I primi testi lirici italiani tra poesia e musica, a cura di Maria Sofia Lannutti e Massimiliano Locanto, Firenze, SISMEL-Edizioni del Galluzzo, 2005 (La tradizione musicale. Studi e testi, 9).

ISBN 8-8450-159-8, voll. 1 + CD-ROM, pp.VIII-280 con 38 tavv. f. t, 100,00 euro
Il volume presenta gli atti del Seminario di studi "Tracce di una tradizione sommersa. I primi testi lirici italiani tra poesia e musica", svoltosi a Cremona il 19 e 20 febbraio 2004. Il Seminario può essere considerato il punto di arrivo di un lavoro interdisciplinare che ha visto impegnati studiosi dei testi letterari e studiosi dei testi musicali, in un confronto che non è certo consueto alla medievistica, soprattutto italiana. I due più antichi testi lirici in volgare di sì, entrambi muniti di notazione, la già nota Carta ravennate e il Frammento piacentino, recentemente ritrovato e qui edito per la prima volta, sono studiati sotto il profilo paleografico, filologico, linguistico, musicologico e storico-culturale. Completano il volume un ricco corredo iconografico a stampa e un CD contenente sia le riproduzioni digitali dei due manoscritti che ci tramandano i testi oggetto di studio sia la registrazione audio della loro esecuzione musicale.

INDICE. Saggi: Claudio Vela, Nuovi versi d'amore delle origini con notazione musicale in un frammento piacentino; Anna Riva, Il frammento piacentino: i testi latini; Teresa De Robertis, Strutture e scritture del codicetto piacentino; Piera Tomasoni, La lingua dei versi d'amore ravennati. Consuntivo delle prime interpretazioni; Daniele Sabaino, Intonazioni d'amore in volgare tra la fine del secolo XII e l'inizio del XIII. Riflessioni e ipotesi sul rapporto musica-poesia nella Carta ravennate 15118ter e nel Frammento piacentino Archivio di Sant'Antonino cass. C. 49, fr. 10; Massimiliano Locanto, Le notazioni musicali della Carta ravennate e del Frammento piacentino; Maria Sofia Lannutti, Poesia cantata, musica scritta. Generi e registri di ascendenza francese alle origini della lirica italiana (con una nuova edizione di RS 409); Maria Teresa Rosa Barezzani, Ai margini di un Seminario: alcune riflessioni dal sottosuolo paleografico musicale.
Interventi di Pietro G. Beltrami, Luciano Formisano, Lino Leonardi, Maria Luisa Meneghetti, Francesco Filippo Minetti, Rodobaldo Tibaldi.

Arianna Punzi, Tristano. Storia di un mito, Roma, Carocci, 2005.

ISBN 88- 430-3417-0, pp. 196, 19,60 euro
La vicenda di amore e morte che ha come protagonista il giovane cavaliere Tristano rappresenta senz'altro uno dei miti letterari alla base dell'immaginario occidentale, disponibile a continue risemantizzazioni, dal medioevo fino alla modernità.
A partire dal nucleo originario della storia, databile intorno alla metà del XII secolo, il lettore potrà percorrere le principali linee di sviluppo della leggenda in area romanza, ma anche tedesca e medio inglese, fino alle riscritture in prosa italiana della fine del XIII secolo.
Il volume si propone dunque di coniugare a una duplice prospettiva diacronica e comparativa l'attenzione alle singole realizzazioni letterarie e alla loro specificità, intrecciando a un'informazione chiara, ma attenta al dibattito critico, la lettura diretta di una scelta di testi che questo mito ha contribuito a formare.
Non dunque un'antologia, ma "una storia della storia" di Tristano che accompagni il lettore nei labirinti complessi e suggestivi della leggenda senza privarlo del prezioso contatto con i brani letterari.

INDICE. 1. Per la storia di una ricostruzione - 2. Thomas e le intermittenze del cuore - I frammenti conservati - La scrittura dell'interiorità - Thomas rilegge Tristano - 3. Rileggere Thomas - Goffredo di Strasburgo - Tristano "scorciato": la Saga norrena e il Sir Tristem - 4. Tristano e l'ambiguità della parola - L'enigma Broul - La parola e il suo doppio - Le parole che ritornano - Raccontare l'estoire: Eilhart von Oberg - Le maschere di Tristano - 5. Tristano cavaliere: il Roman de Tristan en prose dalla Francia all'Italia - Il grande libro di tutte le storie - Selezionare e ricostruire: i codici e l'intreccio delle avventure - Riscrivere il Tristan: il caso italiano - 6. Attraversamenti - Un destino nel nome - Morire insieme - Bibliografia.

La maschera e l'altro, a cura di Maria Grazia Profeti, Firenze, Alinea Editrice, 2005 (Secoli d'oro - Comparatistica).

ISBN ISBN 88-8125-619-3, 30,00 euro

Il volume raccoglie gli atti del seminario "La maschera e l'altro" che si è tenuto presso la Facoltà di Lettere dell'Università di Firenze dall'1 al 3 Aprile 2004, promosso dal Dipartimento di Lingue e Letterature Neolatine e di Storia delle Arti e dello Spettacolo, come seguito di una serie di incontri, rivolti anche ai dottorandi in Lingue e Culture del Mediterraneo e di Storia dello Spettacolo.


Interventi di G. Guastalla, S. Mazzoni, N. Salvador Miguel, L. Lazzerini, M.T. Cacho, S. Gabbanini, F. Antonucci, A. Gallo, M.G. Profeti, L. Del Conte, L. Naldini, P. Civil M. Pieri, R. Gasparro, A.F. Ivaldi, M. Lombardi, M.A. Roca Mussons, M. Domenichelli, M. Biserni, M. Graziani, B. Ciplijauskaité.

Maria Corti, La lingua poetica avanti lo Stilnovo. Studi sul lessico e sulla sintassi, a cura di Giancarlo Breschi e Angelo Stella, Firenze, SISMEL - Edizioni del Galluzzo, 2005 (Archivio Romanzo, 5).

ISBN 88-8450-142-3, pp. XIV-226, 45,00 euro
«Ho l'impressione di perdere il tempo più importante della mia vita a cercare i suffissi in -ato; forse ho sbagliato tutto nell'impostare la mia esistenza». Così scriveva Maria Corti a Benvenuto Terracini nel 1953, mentre sotto la sua guida stava elaborando uno dei tre saggi che avrebbero dato inizio al lungo itinerario della sua ricerca linguistica. Dedicata al lessico e alla sintassi della lingua poetica prima della rivoluzione dello Stilnovo, la trilogia costituisce tuttora un contributo imprescindibile per la comprensione di quella stagione fondativa della cultura letteraria italiana, oltre a rappresentare il precedente necessario degli studi della Corti sulla poesia di Cavalcanti e di Dante: «se faccio una prima parte grammaticale - continuava la Corti - nel mio lavoro sulla lingua poetica, lo spirito e il desiderio è sempre teso alla seconda, quella di un cammino di forma poetica attraverso l'arte del 200».
Trent'anni dopo, quasi a smentire i dubbi esistenziali del 1953, la Corti progettò di riprendere quelle ricerche, allora fondate su edizioni spesso inaffidabili. Il nuovo corpus della poesia del Duecento allestito dall'amico Avalle presso l'Accademia della Crusca, con l'edizione dei testi condotta su ciascun testimone manoscritto (Concordanze della lingua poetica italiana delle Origini, Ricciardi 1992), forniva l'opportunità per una verifica degli spogli di un tempo, e insieme consentiva una ben più valida conferma di quel quadro di analisi grammaticale e stilistica. Controllati tutti gli esempi, aggiornata la bibliografia, pressoché immutati l'impianto e l'argomentazione, aggiunta la recensione ai Poeti del Duecento di Contini, segno di un altro, diverso discepolato: il presente volume costituisce la realizzazione di quel progetto, nel quale Maria Corti aveva coinvolto i due curatori, che lo hanno portato a termine con la devozione di un'antica amicizia.

INDICE. Studi sulla sintassi della lingua poetica avanti lo Stilnovo - Contributi al lessico predantesco. Il tipo "il turbato", "la perduta" - I suffissi dell'astratto -or e -ura nella lingua poetica delle origini - I "Poeti del Duecento" di Gianfranco Contini - A. Stella, Postfazione.

«Intavulare». Tavole di canzonieri romanzi (serie coordinata da Anna Ferrari). I. Canzonieri provenzali. 6. Milano, Biblioteca Ambrosiana, G (R 71 sup.), a cura di Francesco Carapezza, Modena, Mucchi Editore, 2004.

ISBN 88-7000-402-3, pp. XIV-128, 14 tavole f.t., 30,00 euro
I quattro indici propri della serie «Intavulare» sono preceduti da una sintetica ma articolata descrizione (che tiene conto del corredo musicale, del contenuto testuale e della tavola antica) del canzoniere occitano G, e seguiti da 14 riproduzioni fotografiche di altrettante carte del manoscritto.

INDICE. Presentazione di Aurelio Roncaglia - Introduzione di Anna Ferrari - Istruzioni per l’uso - Opere citate in forma abbreviata - Canzoniere provenzale G. Descrizione: Datazione e localizzazione - Descrizione codicologica e paleografica - Notazione musicale - Legatura - Storia esterna - Contenuto testuale e musicale - La tavola antica - I testi aggiunti - Bibliografia - Istruzioni particolari - Indici: I. Indice dei componimenti - II. Indice sommario dei trovatori - III. Indice alfabetico dei trovatori - IV. Indice incipitario alfabetico - Elenco delle figure - Figure

Constantin Brailoiu, Consigli al morto / Ale mortului, cura e traduzione di Dan Octavian Cepraga, Viterbo, Stampa Alternativa, 2005.

ISBN 88-7226-863-X, pp. 63, 1,00 euro
I Consigli al morto (Ale mortului din Gorj) sono, con ogni probabilità, le testimonianze più arcaiche della poesia e mitologia popolare rumena: versi rituali, ancestrali ed enigmatici, di folgorante
e primordiale bellezza, parlano del viaggio mitico del morto verso l'Aldilà.
Da Roger Caillois a Franco Fortini, da Ernesto De Martino a Pier Paolo Pasolini, tutti vi hanno scorto il volto più antico e insondabile della cultura tradizionale europea.

Jordi de Sant Jordi, Poesies, edició crítica d’Aniello Fratta, Barcelona, Editorial Barcino, 2005 (Els nostres clàssics. Col·lecció B, 26).

ISBN 84-7226-716-4, pp. 260, 20,00 euro
El primer que sobta qui examina l’obra poètica de Jordi de Sant Jordi és l’extraordinària varietat de gèneres, de temes i, en part, també de metres que la caracteritza; tot i tractar-se d’un breu cançoner, és realment impressionant el fet que el seu autor no repeteixi mai dues vegades, de manera idèntica, el mateix gènere o subgènere poètic o el mateix tema. Aquesta varietat, en si ja prou significativa, fa paleses dues peculiaritats indiscutibles del poeta valencià: una vocació manifesta d’experimentació, que reprèn i continua l’herència pionera de Cerverí de Girona, i, d’altra banda, un vast coneixement de la tradició lírica romànica, que no es redueix estrictament a l’àrea occitano-catalana, sinó que s’estén també a les àrees italiana i francesa. Aquestes dues característiques dibuixen un perfil de professional de la poesia que, referint-se a un personatge integrat dins una cort medieval i, a més a més, músic expert, no podem sinó identificar amb la figura del trobador clàssic, o millor encara, tenint en compte que segurament ell mateix fou l’intèrpret de les seves pròpies composicions, amb la figura d’un joglar evolucionat o trobador-joglar.
La seva poesia es caracteritza també per una forta tensió moral: la combinació de tensió moral i d’innovació formal (especialment lingüística) és el gran llegat poètic que un joveníssim Jordi de Sant Jordi deixarà, a la seva mort prematura, a l’amic Ausiàs March, que la tractarà com a provisió i compromís en el seu camí, encara no iniciat, de renovació radical de la poesia catalana al llindar de l’era moderna.

ÍNDEX. Introducció: 1. Notícies biogràfiques - 2. La poesia di Jordi de Sant Jordi - 3. La llengua literària de Jordi de Sant Jordi - 4. Manuscrits i edicions - 5. Criteris d’edició - Poesies: I. Tant són li mals que·m fay soffrir - II. Dompna, tot jorn vos vau preyan - III. Ajustat vey d’Amor tot lo poder - IV. Sovint sospir, dona, per vós de luny - V. Axí com són sus l’espera los signes - VI. D’aver lo nom e lo dret tall d’aymia - VII. No pot ren dir ne far que bé stia - VIII. Ara hojats, dompnas, que us fau sauber - IX. Jus lo front port vostra bella semblança - X. En mal poders, enqueres en mal loch - XI. Un cors gentil m’à tant enamorat - XII. Enyorament, anuig, dol e desir - XIII. No m’asalt d’om qu·en tots afars no sia - XIV. Deserts d’amichs, de béns e de senyor - XV. Tots jorns aprench e desaprench ensemps - XVI. Pus que tan bé sabetz de cambiar - XVII. Anuig, enemich de jovent - XVIII. Cant vey li temps camgar e·nbrunusir - Rimari - Referències bibliogràfiques - Glossari

"INTAVULARE". Tavole di canzonieri romanzi (serie coordinata da Anna Ferrari). I. Canzonieri provenzali. 5. Oxford, Bodleian Library S (Douce 269), a cura di Luciana Borghi Cedrini, Modena, Mucchi Editore, 2004.

ISBN 88-7000-404, pp. 140, 30,00 euro
Il volume offre una descrizione codicologica e paleografica, della storia esterna e del contenuto testuale del canzoniere trobadorico S. Com'è proprio della serie "INTAVULARE", vengono inoltre forniti quattro Indici:
I. Indice dei componimenti;
II. Indice sommario dei trovatori;
III. Indice alfabetico dei trovatori;
IV. Indice incipitario alfabetico.
Corredano il volume 21 riproduzioni fotografiche di carte del manoscritto.

MEMORIA. Poetica, retorica e filologia della memoria. Atti del XXX Convegno Interuniversitario di Bressanone (18-21 luglio 2002), a cura di Gianfelice Peron, Zeno Verlato, Francesco Zambon, Trento, Editrice Università degli Studi di Trento - Dipartimento di Scienze Filologiche e Storiche, 2004 (Labirinti 78).

ISBN 88-8443-081, pp. 462, 12,00 euro

Il volume riunisce le relazioni del XXX Convegno Interuniversitario, svoltosi a Bressanone nel luglio 2002, a conclusione delle attività annuali del Circolo Filologico Linguistico Padovano. Oltre a rappresentare un traguardo importante nella serie di quei colloqui, l'incontro coincise con il decennale della morte del loro fondatore, Gianfranco Folena. Anche per queste ragioni fu scelto un tema significativo e ricco di implicazioni come quello della memoria, orientato su tre direttive - poetica, retorica e filologia - legate per tradizione alle tematiche dei convegni bressanonesi. I saggi vertono sul modo di trattare il tema della memoria in singoli scrittori o nel confronto tra scrittori diversi, su tipologie antitetiche (affettiva-coatta, volontaria-involontaria) o aspetti individuali della memoria (culturale, collettiva, storica ecc.), sulle svariate modalità attraverso cui la memoria si manifesta nell'opera letteraria, sull'uso della memoria poetica in relazione a fenomeni di intertestualità o in settori geografici lontani come l'Africa.

I diversi contributi, disposti cronologicamente, vanno dall'antichità (Aristotele) all'inizio del XXI secolo (Robbe-Grillet, Grass, Handke), riguardano il medioevo (Chanson de Roland, Chrétien de Troyes, Ovide moralisé, letteratura sapienziale castigliana), il Due-Trecento (R. Lullo, Petrarca), l'età umanistico-rinascimentale (Erasmo da Rotterdam), il Sette-Ottocento, con Rousseau, Stendhal e una schiera di importanti autori italiani (Alfieri, Foscolo, Goldoni, Leopardi, Manzoni), il Novecento, con un consistente numero di analisi dedicate a scrittori sia italiani (Bertolucci, Brancati, Calvino, Gadda, Luzi, Pavese, Quasimodo, Saba, Svevo, Vittorini) che stranieri (F. Ayala, Brecht, A. S. Byatt, Celan, Proust, M. Zambrano).

Miguel de Unamuno, Vita di don Chisciotte e Sancio Panza, traduzione di Antonio Gasparetti, con un saggio introduttivo di Corrado Bologna, Milano, Bruno Mondadori, 2005.

ISBN 88-42498-30-0, pp. 400, 25,00 euro

Le pagine più poetiche e profonde scritte da uno dei maestri del Novecento spagnolo, riproposte oggi al pubblico in occasione del centenario della prima pubblicazione. Nata come commento al romanzo di Cervantes, la Vita di don Chisciotte e Sancio Panza è in realtà molto più di un’erudita interpretazione storica, filologica o critica: il commento alle gesta dell’hidalgo per antonomasia è un pretesto per elaborare una “libera e personale esegesi del Chisciotte” e dare così vita a una monumentale prova di acume filosofico e di incomparabile maestria letteraria.

«Calderón aveva concluso il suo dramma La vita è sogno dicendo che, se la vita è sogno, val la pena di viverla nel bene, perché il bene rimane tale anche nel sogno. Unamuno conclude il suo commento al don Chisciotte dicendo: “Se la vita è sogno, lasciamela sognare infinita”. Dopo la volontà di vita di Schopenhauer, la volontà di potenza di Nietzsche, e la volontà di credere di James, la volontà di immortalità di Unamuno costituisce l’espressione di un vitalismo romantico che ha assunto la veste del pragmatismo e del fideismo. Ciò che il vitalismo di Unamuno ha di proprio, è l’appello alla fede nell’immortalità come strumento di emancipazione dell’uomo dalla miseria della vita quotidiana e come impulso a costruire un mondo migliore» (Nicola Abbagnano)

Indice e ulteriori informazioni sono disponibili nella scheda bibliografica nel sito della casa editrice Bruno Mondadori.

Silvia Chessa, Il profumo del sacro nel Canzoniere di Petrarca, Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2005 («Quaderni Aldo Palazzeschi», nuova serie, 11).

ISBN 88-87048-89-4, pp. 464, 25,00 euro

Il profumo del sacro nei luoghi fisici e spirituali del Canzoniere, nella cella di memoria petrarchesca, è lo scritturale odor suavitatis, l’aura soave che porta al poeta il ricordo dell’amata.
Questo saggio, all’incrocio di filologia e critica, è uno studio sulle fonti scritturali e patristiche nei Rerum vulgarium fragmenta, troppo spesso semplicisticamente definiti “laici”. La ricerca riscrive il volto spirituale del Petrarca volgare superando sostanzialmente la dicotomia fra produzione volgare e latina, sviluppando il piano prospettico-valutativo della cristianità petrarchesca, senza trascurare memorie classiche e romanze, interferenti con Sacre Scritture e Padri della Chiesa.
Nelle sparse rime, permeate dall’eternizzante «aqua viva» giovannea, la fonte sacra ricrea quella bellezza antica e nuova che agostinianamente fuga la cecità terrena ed esala il suo cristico profumo. Così si coniuga dogma e letteratura, linguaggio d’amore e linguaggio sacro, il poeta di Paul Valéry che traduce il discorso ordinario in «langage des dieux» e l’interpres Verbi che umanizza e attualizza la Scrittura.

Maggiori informazioni sul volume e l'indice sono disponibili sul sito www.sefeditrice.it.

Hommage à Albert Henry. Actes de la journée du 22 février 2003 organisée à la Sorbonne par André Guyaux et Marc Wilmet, Bruxelles, Académie Royale de Belgique, 2004 ("Mémoires de la Classe des Lettres et des Sciences Morales et Politiques", 3e série, Tome XXXIII).

ISBN 2-8031-0211-0, pp. 101, 12,00 euro

TABLE DES MATIÈRES. Avant-propos d’André Guyaux et Marc Wilmet - Geneviève Hasenohr, Albert Henry éditeur de textes médiévaux - Jacqueline Cerquiglini-Toulet, Albert Henry et Villon - Max Pfister, Albert Henry lexicographe - Frankwalt Möhren, Albert Henry philologue - Marie-Guy Boutier, Albert Henry et la dialectologie - Elsa Dehennin, Albert Henry hispaniste - Pierre Jodogne, Albert Henry italianiste - Olivier Bivort, Le Rimbaud d’Albert Henry - Luciano Formisano, Albert Henry lecteur de García Lorca - Madeleine Frédéric, Albert Henry et Saint-John Perse.

Manuali medievali di chiromanzia, a cura di Stefano Rapisarda, traduzioni e note di Rosa Maria Piccione e Stefano Rapisarda, Roma, Carocci, 2005 (Biblioteca Medievale) .

ISBN 88-430-3261-5, pp. 315, 23,90 euro

Tra gioco e superstizione, ciarlataneria ed esoterismo, sopravvive ai nostri giorni la chiromanzia, praticata nei salotti buoni e agli angoli delle strade, da signore borghesi e da decifratori nomadi e venali. Ma nel Medioevo, quando i primi trattati latini cominciarono a circolare per l'Europa, la chiromanzia era scienza 'naturale', più stretta parente della medicina e della fisiognomica che della divinazione e dell'augurio. Era, almeno all'inizio, disciplina razionale e filosofica. Che si diffuse in Occidente per tortuosi percorsi, derivando nientemeno che dall'autorità di Aristotele, e cautamente procedendo sul sentiero stretto tra il lecito e l'illecito, tra la lettura di segni naturali e la previsione di eventi futuri.
Ne sopravvivono vari manuali, latini e volgari la cui edizione è proposta da questo volume; portano il nome di Aristotele e del biblico re Salomone, di Giovanni da Siviglia e di Roderigo da Maiorca. Utili a tutti, per saziare la smania umana di sapere: al principe per sapere come scegliere il consigliere, all'ecclesiastico per sapere di prebende e vescovati, all'uomo per sapere se la donna è casta o meretrice, alla donna per sapere se l'uomo è pavido o audace, a tutti per sapere se avranno figli maschi o femmine, ricchezza o miseria, vita lunga o vita breve.

Robert Biket, Il corno magico, Introduzione, edizione, traduzione e commento a cura di Margherita Lecco, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2004 (Gli Orsatti. Testi per un Altro Medioevo, 24).

ISBN 88-7694-765-5, pp. 201, 12 euro

Nelle tradizioni letterarie di molti popoli europei si trova il motivo degli oggetti magici - soprattutto un corno o un mantello - dotati della proprietà di rivelare destini o qualità d'eccezione, l'investitura del potere, il valore di un guerriero, l'onestà. Da un sostrato mitico, in cui la prova collegata all'oggetto era riservata all'identificazione del sovrano (vedi l'estrazione della spada nella roccia che vede vincitore il futuro re Artù), il motivo venne esteso a testare la virtù delle donne, quasi sempre con risvolti piccantemente pessimistici, ironici e comici. Ma la prova, e le narrazioni che la testualizzano, rivelano in realtà un altro segreto: poiché si pongono come misuratori del grado di coesione delle comunità in cui l'oggetto viene ad essere impiegato. Ed è in questo che gli oggetti magici svelano un passaggio di funzione, manifestando in pieno, in modo più o meno divertito, un'intrinseca distruttività tra gli appartenenti ad un gruppo (la corte, ad esempio). Il Lai du Cor, fra le testimonianze più antiche dell'età medievale, offre una versione del motivo che è insieme raffinata e comica, permeata da un'ironia brillante ed arguta nella distribuzione ed argomentazione del racconto, nella caratterizzazione dei personaggi, nell'eleganza della chiusura, che risolve in scherzo la spinosa situazione dei tradimenti da cui è afflitta la corte arturiana.

INDICE. Introduzione. Origini e diffusione del motivo - Il Lai du Cor - Il Livre de Carados e il Cort Mantel - Cor e i confini del Lai - Nuove scrittura e combinazioni motivali - Il 'Lai delle tre Dame' e il 'Lai de la Tigresse' / Robert Biket, Lai du Cor. Nota al testo - Lai du Cor /Appendice. Storia di Caradoc - Altre versioni del motivo Corno Magico - La tradizione del Mantello magico - Corni magici nella letteratura medievale - Gli epigoni parodici della tradizione / Bibliografia.

Centro di studi filologici sardi, Testi e tradizioni. Le prospettive delle filologie. Atti del seminario (Alghero, 7 giugno 2003), a cura di Paolo Maninchedda, Cagliari, CUEC, 2005 (Studi / 1).

ISBN 88-8647-2201-1 , pp. 191, 11,50 euro

Il volume raccoglie gli atti del seminario dedicato al tema “Testi e tradizioni: le prospettive delle filologie” (Alghero, 7 giugno 2003) organizzato dal Centro di studi filologici sardi e patrocinato dalla Fondazione Banco di Sardegna.
Le tematiche che trovano spazio nel volume non riguardano solo i metodi della filologia e della storia letteraria, ma anche i problemi delle identità o pseudo-identità regionali e nazionali ricostruite su base linguistica e letteraria e delle egemonie culturali monolinguistiche.
Il volume raccoglie gli interventi tra gli altri di Roberto Antonelli, Luciano Formisano, Paolo Cherchi, Andrea Fassò, Giuseppe Frasso, Corrado Bologna, Paolo Meninchedda, Nicola Tanda, Giuseppe Marci, Laura Sannia Nowé.

Storia, geografia, tradizioni manoscritte, numero monografico di «Critica del testo», VII / 1, 2004.

ISBN 88-8334-153-8, pp. 560, 29 euro

Gli studi pubblicati nel volume riguardano manoscritti e tradizioni testuali appartenenti a varie tipologie letterarie, tra cui l'epica, la storiografia, il romanzo, la lirica, nelle diverse aree culturali dell'Europa medievale.
La prospettiva che accomuna le ricerche individua come aspetti differenti dello stesso fenomeno culturale lo scrittoio degli autori, la Biblioteca medievale e i luoghi e le forme della produzione e della circolazione libraria romanza (e anche, inevitabilmente, latina).
L'indagine di tali aspetti e la loro ricostruzione in chiave storico-geografico appaiono essenziali alla comprensione dello spazio letterario medievale.

Indice del volume.

Interventi di A. M. Babbi, V. Beldon, R. Benedetti, E. Burgio, M. Careri, D. O. Cepraga, F. Cigni, D. Delcorno Branca, L. Leonardi, S. Luongo, T. Nocita, M. L. Palermi, G. Paradisi, C. Pulsoni, A. Punzi, P. Rinoldi, M. Signorini, I. Tomasetti, G. Vinciguerra.

Francesco Carapezza, Il canzoniere occitano G (Ambrosiano R 71 sup.), Napoli, Liguori, 2004 (Romanica Neapolitana, 34).

ISBN 88-207-3670-5, pp. 656, 55 euro

Il canzoniere occitano della Biblioteca Ambrosiana (G) è l’unico, fra i manoscritti trobadorici prodotti in Italia settentrionale durante i secoli XIII e XIV, ad essere corredato dalla notazione musicale. Data la relativa penuria di questa tipologia di codici, esso costituisce un prezioso documento dell'interesse musicale per l’arte del trobar al di qua delle Alpi (cui sono venuti recentemente ad aggiungersi alcuni reperti isolati, ma senz’altro significativi, in volgare italiano). Uno studio approfondito, dal punto di vista materiale, strutturale e grafematico, del canzoniere G è necessario per la sua interpretazione storico-culturale come pure per un'impostazione sana dei criteri da adottare in sede di edizione critica. Oltre che dall’edizione degli unica testuali contenuti nel libro originario (un’epistola amorosa e cinque coblas parodiche), il volume è corredato da una nuova trascrizione integrale del codice e da un apparato di riproduzioni fotografiche che illustrano i dati emersi dallo studio.

O Cancionero da Ajuda cen anos despois. Actas do Congreso realizado pola Dirección Xeral de Promoción Cultural en Santiago de Compostela e na Illa de San Simón os días 25-28 de maio de 2004, Santiago, Xunta de Galicia, 2004.

ISBN 84-453-3919-2, pp. 699, senza indicazione di prezzo

Il volume raccoglie gli atti del Congresso dedicato centenario della pubblicazione del Canzoniere di Ajuda ad opera di Carolina Michaelis tenutosi a Santiago de Compostela dal 25 al 28 maggio 2004.

Giosuè Lachin, Il trovatore Elias Cairel, Modena, Mucchi editore, 2004.

ISBN 88-7000-405-8, pp. 647, 48 euro

INDICE. Prefazione - Introduzione - I. N’Elias Cairel, de l’amor - II. Estat ai dos ans - III. Mout mi platz lo dous temps d’abril - IV. Pois chai la fuoilla del garric - V. Abril ni mai non aten de far vers - VI. Era non ve puoi ni combai - VII. Si cum ce qe sos compaignos - VIII. Totz mos cors e mos sens - IX. Freit ni ven, no·m posc destreigner - X. So qe·m sol dar alegranssa - XI. Qui saubes dar tant bon conseil denan - XII. Per mantener joi e chant e solatz - XIII. Qan la freidors - Appendice - XIV. Lo rossinhols chanta tan doussamen - XV. Jois e chans e solatz - XVI. Lai on fins pretz nais e floris e grana - Tavole di concordanza - Bibliografia - Rimario - Glossario - Indice dei nomi di persona e luogo - Indice delle illustrazioni.

Università Ca’ Foscari di Venezia, Dipartimento di studi anglo-americani e ibero-americani. Il falconiere del re. Atti della giornata di studio dedicata ad Ausiàs March (Ateneo Veneto, Sala Tommaseo, 8 aprile 2000), a cura di Patrizio Rigobon e Carlos Romero Muñoz, Venezia, s.n., 2004.

ISBN—, pp. 96, senza indicazione di prezzo

Il volume raccoglie i contributi presentati alla giornata di studio tenutasi in occasione del sesto centenario della nascita di Ausiàs March e dei trent’anni dell’insegnamento di Lingua e letteratura catalana all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Può essere richiesto a rigobon@unive.it in cambio di pubblicazioni o estratti per la Biblioteca del Dipartimento.



INDICE. Patrizio Rigobon e Carlos Romero Muñoz, Introduzione - Robert Archer, La «sententia» com a element estructuritzant a la poesia d’Ausiàs March - Eduard Vilella, L’aspro parlar di Ausiàs March - José María Micó, Traduir March - March Lluch Arenas, El cor com a interlocutor. Lectura a l’entorn del poema LII - Tomàs Martínez Romero, Dues lectures de «La sepultura» de Joan Roís de Corella - Costanzo Di Girolamo e Claudio Franchi, Invito al Rialc.

OBSCURITAS. Retorica e poetica dell'oscuro. Atti del XXIX Convegno Interuniversitario di Bressanone (12-15 luglio 2001), a cura di Giosuè Lachin e Francesco Zambon, presentazione di Furio Brugnolo, Trento, Editrice Università degli Studi di Trento - Dipartimento di Scienze Filologiche e Storiche, 2004 (Labirinti 71).

ISBN 88-8443-053-4, pp. 661, 11,00 euro

Il volume raccoglie gli Atti del Convegno Interuniversitario tenutosi a Bressanone nel luglio 2001. Il tema prescelto - l'obscuritas - ripristina un binomio - retorica e poetica - cui s'ispirarono molti dei primi convegni diretti da Folena e a cui s'intitolò per qualche tempo la stessa serie dei "Quaderni" del Circolo. La categoria stessa di "oscurità", in senso tecnico - obscuritas -, si sviluppa e si afferma del resto proprio come categoria della retorica, in opposizione alla virtus primaria della perspicuitas. Quello che all'origine era, manualisticamente, un vitium, si è poi progressivamente trasformato, anche attraverso l'apporto del discorso religioso e filosofico, non si dirà nel suo contrario, ma certo in una componente peculiare e sostanziale dell'espressione poetica in particolare. Al punto che per esempio oggi la nostra percezione della poesia moderna - per lo meno dopo Rimbaud e Mallarmé - non può assolutamente prescindere dalla categoria dell'oscuro, del difficile, dell'impenetrabile, dell'ambiguo.

Segnalazioni librarie del 2004

Segnalazioni librarie del 2003

Segnalazioni librarie del 2001 e 2002

 

 
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© Società Italiana di Filologia Romanza
Sito a cura di
Carlo Pulsoni e Matteo Viale

ultimo aggiornamento di questa pagina: 22 Dicembre, 2005