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Società Italiana di Filologia Romanza

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Novità librarie di interesse filologico

(quanti desiderano che venga qui segnalata la pubblicazione di testi di rilevanza scientifica possono inviare una e-mail alla redazione del sito all'indirizzo sifr@sifr.it)

 

2006

 

Il romanzo nel Medioevo. Atti del Convegno, Bologna, 20-21 ottobre 2003. Con altri contributi di Filologia romanza, Bologna, Pàtron, 2006 (Quaderni di Filologia Romanza, 18).
ISSN 17.22-7097, 220 pp., 16,00 euro

Il volume raccoglie gli Atti del Convegno "Il romanzo nel Medioevo", tenutosi a Bologna dal 20 al 21 ottobre 2003.

INDICE. Carlo Donà, Il Conte du Graal o il romanzo doppio - Marco Infurna, Ecclesia e Sinagoga nella Queste del Saint Graal - Giovanna Angeli, Romanzo medievale e cinema, Francesco Benozzo, Stratigrafie del romanzo arturiano: le connessioni gallo-brittoniche e le tradizione perdute del primo millennio a. C - Anna Airò, Il silenzio e la voce ne Le Roman de Silence - Daniela Delcorno Branca, Sulla tradizione italiana del Buovo d'Antona e sui rapporti con la tradizione francese - Patrizia Caraffi, Il sapere femminile nel Libro de Apolonio - SAGGI. Lidia Bartolucci, Maria Vittoria Bernardi, Trop y ad des perillous passages a passer: la Valle Pericolosa in Mandeville - Marco Maulu, Riflessioni sul Guillaume d'Angieterre e sul culto di sant'Eustachio - Isabella Stancari, Saggio di un commento a Gace Brulé

«Ab nou cor et ab nou talen». Nouvelles tendances de la recherche médiévale occitane, Textes édités par Anna Ferrari et Stefania Romualdi, Modena, Mucchi Editore, 2006.
ISBN 88-7000-422-8, 360 pp., 38,00 euro

Il volume raccoglie gli Atti del Colloque international AIEO, tenutosi a L'Aquila dal 5 al 7 luglio 2001.

INDICE. Programme du Colloque - Avant-propos (Anna Ferrari) - Propos d'accueil (Luigi Bignardi) - Ouverture - Gérard Gouiran, Les troubadours, nos contemporains - Ernesto Milano, La Biblioteca Estense e la filologia modenese - Recherches dans les archives - Saverio Guida, Rechercher dans les archives en Pays d'Oc - Bibliographie - Kathryn Klingebiel, L'occitan médiéval: un bilan, en lisant une bibliographie - Philologie matérielle, méthodes actuelles de l'édition critique, 'petits troubadours' - Vicenç Beltran, Los cancioneros trovadorescos y la renovación cultural del siglo XIII - Walter Meliga, L'édition critique à la croisée de diverses perspectives - Gabriele Giannini, Problemi di edizione: Pons de Capduoill, Ben es fols cel que reigna (BdT 375,4) - Nouveaux instruments - Elisabeth Schulze-Busacker, L'héritage gnomique et parémiologique dans la poésie des troubadours - Nouvelles perspectives linguistiques - Luciana Borghi Cedrini, La lingua dei trovatori tra grammatiche e edizioni - Peter Ricketts, La lexicologie de l'occitan médiéval: un champ inculte - Historiographie littéraire - Paolo Gresti, Appunti sulla traduzione italiana cinquecentesca del Donatz proensals - Aniello Fratta, I trovatori nella memoria: citazioni trobadoriche nei poeti catalani dei secoli XIV e XV - Pastourelles - Sergio Vatteroni, La fortuna di L'autr'ier jost'una sebissa e Raimon Escrivan: considerazioni sui generi della pastorella e della tenzone fittizia - Anna Radaelli, Pastorella danzante (BdT 244,8) - Textes non lyriques - Linda Paterson, La Canso d'Antioca occitane: gallicismes phonologiques et histoire textuelle - Travaux en cours - Francesco Carapezza, Filologia per codici: il caso di G - Antonella Negri, Nell''Officina' dei lavori in corso: Guilhem de la Tor - Linda Paterson, L'édition des tensos et partimens - Stefania Romualdi, Repertori tematici - Maria Pia Betti, Un progetto di concordanze: il corpus di Guiraut Riquier - Linda Paterson, Raynouard et Levy à l'Internet - Anna Ferrari, Ancien occitan: à savoir…? - Massimiliano De Conca, La définition de la norme et les derniers troubadours: perspectives de recherches - Clôture - Georg Kremnitz, Splendeurs et misères de la langue occitane: quelques réflexions d'un sociolinguiste.

La cultura volgare padovana nell'età del Petrarca. Atti del Convegno, Monselice-Padova, 7-8 maggio 2004, a cura di Furio Brugnolo e Zeno Lorenzo Verlato, Padova, Il Poligrafo, 2006 (Carrubio. Collana di storia e cultura veneta, 5).
ISBN 88-7115-467-3, 522 pp., 35,00 euro

Francesco Petrarca soggiornò a più riprese a Padova tra il 1349 e il 1367 e poi ininterrottamente - tra Padova e i Colli Euganei - dal 1368 all'anno della morte, avvenuta ad Arquà il 19 luglio 1374. A Padova venne a contatto soprattutto con le cerchie preumanistiche che animavano con una ricca produzione in latino la vita culturale della città. Ma anche la cultura volgare locale dovette attirare e coinvolgere la sua attenzione e la sua partecipazione, se è vero che egli fu in corrispondenza poetica con i due più prolifici rimatori padovani del Trecento (e a loro volta suoi ammiratori ed imitatori), Giovanni Dondi dall'Orologio e Francesco di Vannozzo. È possibile inoltre che a Padova Petrarca sia venuto quanto meno a conoscenza della Summa artis rithimici vulgaris dictaminis, il primo trattato organico di metrica italiana, composto nel 1332 dal giudice e verseggiatore Antonio da Tempo. Soprattutto, a Padova e dintorni, Petrarca avrà potuto avere esperienza diretta, e magari quotidiana, del volgare locale: un dialetto che a lui, fiorentino di famiglia e di elezione letteraria, sarà parso alquanto rude e colorito, non meno che a Dante, cui dobbiamo, nel De vulgari eloquentia, la prima descrizione caratterizzante del padovano. Ed è infine a Padova che fa capo la prima diffusione del Canzoniere nella sua redazione integrale e definitiva, quella consegnata al codice autografo Vaticano latino 3195. A questi ed altri aspetti della cultura volgare padovana del Trecento è stato dedicato, nel quadro delle celebrazioni per il VII anniversario della nascita del Petrarca e col sostegno del Comune di Monselice e dell'Università di Padova, un importante convegno di studi i cui atti sono raccolti in questo volume.

Contributi di: R. Benedetti, C. Bologna, F. Brugnolo, R. Capelli, A. Daniele, A. Donadello, V. Formentin, R. Frezza, L. Lazzerini, R. Manetti, S. Orlando, I. Pantani, C. Pulsoni, G. Ronconi, H.W. Storey, A. Stussi, L. Tomasin, Z.L. Verlato.

«Intavulare». Tables de chansonniers romans. II. Chansonniers français (série coordonnée par Madeleine Tyssens). 4. Z (Siena, Biblioteca Comunale H.X.36) par Lucilla Spetia, Liège, Publications de la Faculté de Philosophie et Lettres, 2006 (Documenta et Instrumenta, 4).
X-133 pp., 4 fac-sim., 16,50 euro

Il volume offre una descrizione codicologica e paleografica del canzoniere francese di Siena, la ricostruzione della sua storia esterna, l'analisi del contenuto e delle fonti, oltreché la relativa bibliografia. Com'è proprio della serie Intavulare, vengono forniti 4 indici:

I. Index des pièces (par ordre de présence)
II. Index sommaire des trouvères (par ordre de présence)
III. Index alphabétique des trouvères
IV. Index alphabétique des incipit

Corredano il volume 4 riproduzioni fotografiche della legatura e di carte del manoscritto.

Per informazioni: Place du 20 Août, 7 - B - 4000 Liège (Belgique) - (Tél. 04/366.53.42) - pour la Belgique: Publications de la Faculté de Philosophie et Lettres; pour l'étranger: Librairie Droz; web: www.ulg.ac.be/publphl/

Luca Barbieri, Le «epistole delle dame di Grecia» nel Roman de Troie in prosa. La prima traduzione francese delle Eroidi di Ovidio, Tübingen und Basel, A. Francke Verlag, 2005 (Romanica Helvetica, 123).
ISBN 3-7720-8096-0, XVI + 349 pp., 57,00 euro

.La prima traduzione in lingua d'oïl delle Eroidi di Ovidio si trova al centro di un progetto culturale di ampio respiro. Le epistole sono inserite in una versione in prosa del Roman de Troie di Benoît de Sainte-Maure, che costituisce a sua volta la sezione troiana di un'Histoire ancienne jusqu'à César. La storiografia medievale si fonde con la fantasia del romanzo e l'amore dell'epistolografia classica nella corte della Napoli angioina della prima metà del Trecento, segnata dal governo del re mecenate Roberto d'Angiò e dalla presenza di Boccaccio.
Le Eroidi francesi sono presentate per la prima volta, nella versione del codice Royal 20.D.I della British Library, testimone napoletano a capo di tutta la tradizione manoscritta.
L'edizione è accompagnata da uno studio storico, letterario, linguistico e filologico, che permette di ricostruire un importante capitolo di storia culturale del Medioevo europeo.

Le vie spirituali dei briganti, a cura di Alessandro Grossato, Milano, Edizioni Medusa, 2006 (Viridarium).
ISBN 88-7698-072-5, 176 pp., 30,00 euro

L’archetipo mitico, e la costellazione simbolica del “dio dei ladri”, risale probabilmente agli albori dell’umanità, alla figura del trickster o “furfante divino”.
Il filo conduttore dei diversi saggi che compongono Le vie spirituali dei briganti, terzo volume della collana Viridarium curato da Alessandro Grossato, è costituito dall’analisi della fenomenologia religiosa di una categoria certamente anomala di individui e di organizzazioni sempre vissute ai margini delle rispettive società; una fenomenologia spirituale piuttosto complessa, che fino ad oggi era stata assai poco documentata, per via della sua indubbia problematicità. Sei sono i contributi di cui si compone l’opera. Il primo saggio, di Carlo Donà, prende in esame il tema della redenzione del brigante nella tradizione narrativa medievale, partendo dalla figura evangelica di San Disma, il “Buon Ladrone”. Ancora nell’ambito del Medioevo occidentale, Franco Cardini espone il caso opposto e paradossale del nobile crociato Rinaldo di Châtillon, signore di Transgiordania, che per poco non fu ricordato come un martire cristiano, pur avendo compiuto numerose rapine a danno di inermi pellegrini musulmani. Angelo Iacovella descrive alcune particolari e poco conosciute forme di brigantaggio organizzato nell’Islam medievale. Alessandro Grossato, autore del quarto saggio, prende invece in esame la via spirituale dei ladri nell’Induismo, a partire dalle figure delle loro divinità patrone, fino alla forma estrema dei thag, che operarono lungo le vie commerciali dell’India fino alla seconda metà del XIX secolo. Attilio Andreani analizza la figura emblematica del bandito Zhi e, infine, Giorgio Arduini traccia un pregnante profilo storico e antropologico dell’ambigua organizzazione criminale degli Yakuza, dei suoi rituali e delle sua simbologie, in particolare di quelle connesse alla pratica del tatuaggio. Quest’esempio giapponese, forse più di altri, data la sua attualità, dimostra ancor oggi che cosa possa realmente succedere quando la “via dell’eccesso” incrocia, alla sua maniera, la via degli dèi.

INDICE. Alessandro Grossato, Introduzione. Le vie spirituali dei briganti in Europa e in Asia - Carlo Donà, Pessimae vitae finis optimus: la santità dei briganti nei racconti religiosi del Medioevo - Franco Cardini, Martire o brigante? Una nota su Rinaldo di Châtillon - Angelo Iacovella, Ayyarùn e Futuwwa - Alessandro Grossato, La via dei ladri in India - Attilio Andreini, Il Bandito Zhi: empietà e virtù - Giorgio Arduini, Yakuza: quando la via dell’eccesso incrocia la via degli dèi

Antonio Cammelli (detto il Pistoia), Sonetti contro l'Ariosto, Giudice de' Savi in Ferrara, edizione critica a cura di Carla Rossi, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2006 (Studi e Ricerche).
ISBN 88-7694-917-8, VI-110 pp., 14,00 euro

Nel corso di una settimana, dal 9 al 15 di giugno del 1487, una sorta di Pasquino ante litteram della corte estense compose una corona di velenosissimi sonetti caudati (detti bischizi), per denunciare le ruberie e le malefatte del conte Niccolò Ariosto, Giudice dei Dodici Savi di Ferrara e padre del grande poeta Ludovico. I bischizi, divulgati pubblicamente in tutta la città, spronarono altri poeti a sfogarsi contro i magistrati estensi, dando avvio a una vera e propria sommossa in versi e rime. La singolare corona, ripubblicata per le Edizioni dell'Orso di Alessandria a cura di C. Rossi, nel maggior rispetto del codice unico che la contiene e analizzata su basi stilistiche e linguistiche, viene finalmente restituita al suo autore: il poeta satirico Antonio Cammelli, detto il Pistoia (1436-1502), con l'obiettivo di rilanciare, in una prospettiva ermeneutica consona, l'opera lirica di un grande rimatore toscano a lungo dimenticato dalla critica, seguace del Burchiello e precursore del Berni.

Claudio Franchi, Trobei pastora. Studio sulle pastorelle occitane, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2006 (Scrittura e scrittori).
ISBN 88-7694-905-4, 291 pp., 19,00 euro

Nelle letterature medievali romanze la pastorella ha rappresentato una forma testuale apparentemente minore, ma in realtà, forse proprio grazie a questa collateralità, essa ha costituito uno spazio dove discutere dei principi cardine dell'universo trobadorico e delle relazioni dei suoi protagonisti e, contemporaneamente, un luogo dove sperimentare forme di soggettività impossibili altrove. Questo libro è dedicato alle pastorelle occitane: dopo aver passato in rassegna la tradizione degli studi ad esse dedicati, esamina tutti gli aspetti peculiari di siffatto oggetto poetico, dalle forme medievali di identificazione del genere alla consapevolezza della disposizione nei manoscritti, dagli aspetti metrici ai rapporti tra la narrazione e il dialogo.
Lo studio si snoda attraverso l'analisi di tutti gli elementi fondanti del genere (il caratteristico esordio l'autrier, la duplice funzione del verbo trobar, le strutturazioni significative dei luoghi e del tempo, il ruolo del protagonista maschile e della pastora) e del delicato equilibrio in cui coesistono e - qualora la vicenda sia articolata anche su più componimenti - si sviluppano. La sovrapposizione tra il narratore, il protagonista e, in alcuni casi, la figura dell'autore reale creano un'equilibrata alchimia che diviene talora dirompente; diventa allora possibile essere se stessi o, meglio, il sé che si vuole proporre al mondo e, al tempo stesso, mettere in scena una semplice rappresentazione dietro cui nascondersi.

Jaufre, a cura di Charmaine Lee, Roma, Carocci, 2006 (Biblioteca Medievale)
ISBN 88-498-1597-2, 240 pp., 16,00 euro

Nel giorno di Pentecoste, alla corte di re Artù, la festa viene turbata dalla mortale aggressione a un suo cavaliere perpetrata dal malvagio Taulat de Rogimon, che minaccia di ripetere il gesto ogni anno. Chiederà il privilegio di andare alla sua ricerca il cavaliere novello, Jaufre. Le sue avventure lo porteranno per boschi incantati e case stregate abitate da lebbrosi giganti, diavoli e nani, finchè egli non sconfiggerà l’arrogante Taulat. Ma il suo viaggio è anche un’iniziazione all’amore per l’incontro con la bella castellana Brunissen, che sarà sua sposa. Il romanzo di Jaufre, di un anonimo autore occitano, propone dunque il tipico schema di armi e amori che caratterizza il romanzo arturiano medievale fin dalla sua codificazione ad opera di Chretien de Troyes. Tra le sue pieghe, però, si scorge una tradizione alternativa, incarnata dalla fata di Gibel, allusione al mito di Artù nell’Etna, ovvero il Mongibello, e a tutta una materia arturiana “mediterranea”, che si contrappone a quella francese. La riscrittura della traduzione oitanica, con riferimenti letterali, è ricca di spunti comici e aprodici, e si avvale di numerosi richiami alle convenzioni della lirica dei trovatori, nel tentativo di proporre un nuovo modello di cavalleria meridionale da apporre a un re Artù ormai incapace di far fronte ai suoi compiti istituzionali. Quel nuovo cavaliere è Jaufre, figura del re d’Aragona, mai menzionato per nome, ma a cui è dedicato il romanzo a cui fa appello l’autore per salvare il sud della Francia dopo la tragedia della Crociata contro gli Albigesi.

Le liriche del trovatore Guilhem de la Tor, edizione critica a cura di Antonella Negri, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2006 (Medioevo Romanzo e Orientale).
ISBN 88-498-1597-2, 240 pp., 16,00 euro

L’edizione delle liriche del trovatore Guilhem de la Tor, poeta originario del Périgord giunto in Italia alla metà del XIII secolo e ospitato presso le più importanti corti dell’Italia settentrionale, offre alla lettura una produzione poetica molto variegata quanto a tipologia letteraria.
Le liriche di cui si compone il suo canzoniere danno voce a uno spazio poetico che, pur collocandosi sul crinale dell’amor cortese nella sua visione ortodossa, non si esaurisce in esso e pare invece muoversi da un riuso di temi trobadorici di marca feudale verso una loro accorta valorizzazione nel complesso clima culturale comunale che fa da sfondo alla permanenza di questo trovatore in Italia.

Flamenca, a cura di Mario Mancini, Roma, Carocci, 2006 (Biblioteca Medievale).
ISBN 88-430-3821-4, pp. 320, 22,80 euro

Il geloso punito, l' "inutil precauzione", questo il primo livello di lettura del romanzo provenzale Flamenca (1250-1270 ca.): al centro c'è la vicenda dell'eroina, Flamenca, imprigionata per anni in una torre dal marito geloso e poi liberata e conquistata da un rocambolesco, avventuroso amante, che la corteggia audacemente in chiesa, travestito da chierichetto. Ma i tratti burleschi e sarcastici, pure suggeriti dall'intreccio, non sono la tonalità dominante, perché sui caratteri, sui destini personali, sembrano prevalere i valori della conversazione, della socialità, della cortesia. L'autore rievoca lucidamente, nello spazio della corte, gli incontri, le tentazioni, i grovigli, tutto lo spessore disordinato e molteplice della realtà e degli animi umani, ma anche, con profonda comprensione creaturale, riassorbe le voci in un intreccio polifonico, per ricondurle a una difficile armonia. Il sapiente gioco delle atmosfere - ora i notturni delle visioni, ora la luminosità delle scene d'azione -, la mescolanza degli stili, il dialogo sottile e differenziato con la tradizione letteraria, un ritmo leggero, fantasioso, ricco di "humour" fanno di questo romanzo uno dei gioielli della narrativa medievale.

INDICE. Introduzione - Note al testo - Jaufre - Apparato - Note - Bibliografia

Vangeli occitani dell'infanzia di Gesù. Edizione critica delle versioni I e II, introduzione, note ai testi e glossario di Gabriele Giannini, testi a cura di Marianne Gasperoni, Bologna, Pàtron, 2006 (Biblioteca di Filologia Romanza, 11).
ISBN 88-555-2880-7, pp. 426, 32,00 euro

Tre differenti versioni in octosyllabes (I, II, III) riversano i materiali apocrifi sull'infanzia di Gesù (e, in un caso, sulla natività di Maria) entro la letteratura occitana antica. La parzialità o l'insufficienza delle edizioni correnti, per di più datate, hanno consigliato un nuovo impegno critico intorno alle versioni I e II: la versione I, attestata da un manoscritto frammentario, (Paris, BnF, naf. 10453), da una carta emersa a Conegliano e oggi dispersa (C) e da una redazione francesizzata distrutta nell'incendio della Biblioteca Nazionale di Torino (T), può verosimilmente datarsi tra la fine del XIII secolo e i primi decenni del successivo e localizzarsi nella Provenza nordorientale; quanto alla versione II, pervenutaci in due distinte redazioni, (ms. Paris, BnF, fr. 1745 []) e FN (mss. Firenze, BML, Ashburnham 103 [F] e Napoli, BN, I.G.39 [N]), se ne argomenta la provenienza dall'area corrispondente agli odierni dipartimenti del Gard e dell'Hérault, proponendone l'assegnazione al Trecento maturo. L'edizione critica dei tre testi si giova di distinte serie di note al testo, di un glossario selettivo e di un indice dei nomi propri; l'introduzione affronta la complessità della tradizione manoscritta (pp. 47-93, § 1), esamina fonti e struttura delle versioni, oltreché i rapporti tra i manoscritti e le redazioni (pp. 94-105, § 2), infine studia versificazione e lingua delle singole unità testuali in ordine ad autori, rimaneggiatori e copisti (pp. 106-184, § 3).

Gianfranco Folena dieci anni dopo. Riflessioni e testimonianze, Atti del convegno, Padova, 12-13 febbraio 2002, a cura di Ivano Paccagnella e Gianfelice Peron, Padova, Esedra editrice, 2006.
ISBN 88-6058-008-0, pp. 249, 20,00 euro

Il volume raccoglie le relazioni e le testimonianze della giornata di studi promossa dagli allievi in ricordo di Gianfranco Folena, a dieci anni dalla morte.
Allora la scelta era stata quella di affidare la riflessione e il ricordo del maestro a colleghi illustri e compagni di un lungo viaggio scientifico, culturale e umano, a studiosi più giovani, lontani, se così si può dire, dal suo magistero diretto, «affinché il ricordo e la riflessione»- come scrive Pier Vincenzo Mengaldo - «fossero il più possibile privati di caratteri o toni celebrativi o semplicemente affettivi e abitudinari, cioè soggettivi».
Inevitabilmente la totalità della figura di Folena esce frazionata in una serie di tagli diacronici (il medioevo, di Segre, il Quattro-Cinquecento, di Pozzi, il Settecento, di Vitale), metodologici (Ciociola, per la filologia, Serianni per la linguistica, Del Negro per la storia), areali (il Veneto, Stussi), per argomenti privilegiati (Carena sulla traduzione, Petrobelli e Osthoff su Mozart, Blasucci su Leopardi), che, magari trascurando qualche aspetto della complessità e molteplicità di interessi di Folena (si pensi a Manzoni), ne ricostruiscono per tessere un ritratto integrale, che si completa nel ricordo di amici, poeti (Bandini, Zanzotto), colleghi, allievi indiretti, collaboratori stretti (Peron) per alcune imprese da Folena inventate e al suo nome tutt'oggi legate (il prediletto Circolo filologico linguistico padovano, giunto alla MC seduta, i Convegni di Bressanone, alla XXXIV edizione, il Premio Monselice per la traduzione, alla XXXVI edizione).

A esmorga di Eduardo Blanco Amor, a cura di Attilio Castellucci, Roma, Carocci, 2006 (Serie "Finisterrae" / 3).
ISBN 88-430-3977-6, pp 223, 18,50 euro

Romanzo considerato come uno spartiacque che divide la letteratura galega in prima e dopo la sua pubblicazione, A esmorga è un'opera dura, violenta, che rompe gli stereotipi letterari fino ad allora usuali in Galizia, mostrando una realtà marginale in tutta la sua brutalità. I personaggi sono ritratti nella loro quotidianità più schietta e il romanzo prefigura l'avvento della dittatura franchista descrivendo quella società che ne avrebbe permesso e in qualche modo favorito l'affermarsi. Soggette ad ogni sorta di angherie da parte sia della società borghese sia della giustizia - entrambe sorde alle loro esigenze -, le classi umili trovano sfogo nell'alcol, nelle prostitute e nella violenza, in una corsa cieca verso l'autodistruzione.
Blanco Amor, figura controcorrente all'interno delle letterature galega e spagnola, dandy che amava contraddirsi, autodidatta formatosi nell'esilio sudamericano, rivela un rapporto di amore-odio con la letteratura e il giornalismo e volutamente fa in modo che sia difficile, se non impossibile, redigere una sua biografia. Autodefinitosi un viveur, amava vivere pienamente la vita più che descriverla nei suoi romanzi; solo in tarda età conoscerà quella fama che, ingrata in vita, fa di lui oggi il maggior rappresentante della narrativa in lingua galega.

Le voci del Medioevo. Testi, immagini, tradizioni, a cura di Nicolò Pasero e Sonia Maura Barillari, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2006 (Scrittura e scrittori).
ISBN 88-7694-884-8, pp.270, 20,00 euro

Il volume raccoglie gli Atti del VII Convegno internazionale del Laboratorio Etno-Antropologico di Rocca Grimalda tenutosi i giorni 21-22 settembre 2002. I contributi raccolti, di taglio interdisciplinare, tracciano i contorni di un Medioevo inteso e analizzato nella sua qualità di portatore di una cultura polifonica, di una cultura - soprattutto letteraria - che parla con molte voci. Anche in ragione di questa riconosciuta complessità della cultura medievale, e delle opere letterarie che ne sono espressione, gli strumenti di indagine adottati per studiarle, o semplicemente per descriverle, non possono se non essere molteplici e vari, adeguati a cogliere nel loro dinamismo la pluralità di apporti, retaggi, tradizioni in cui esse sono maturate e da cui traggono la loro fisionomia.

INDICE. Nicolò Pasero, Fra antropologia ed economia: le voci del Medioevo e il loro ascolto - Sonia Maura Barillari, Modelli antropologici e testi medievali - Massimo Bonafin, Il complotto della volpe (e della donnola), ovvero: la retorica del trickster - Eugenio Burgio, Marco Polo e gli 'idolatri' - Rita Caprini, I nomi della 'strega' in Europa e cosa ci raccontano del nostro passato - Gioachino Chiarini, La Storia di Apollonio re di Tiro: una novella di successo. Temi folclorici, struttura narrativa, fortuna - Adele Cipolla, Il 'fabbro volante' e la 'fanciulla-cigno' nelle letterature e nell'iconografia medievali - Carlo Donà, Mogli, fate e lupi mannari - Salvatore d'Onofrio, Il sesso della volpe. La parentela spirituale nel Roman de Renart - Margherita Lecco, Doni duméziliani. Wace, Layamon, il Brut e le fate - Mario Mancini, Il duello tra pari nell'immaginario cavalleresco. Guerra e agone - Marcello Meli, Naglfar e la nave dei morti nella tradizione norrena - Maria Luisa Meneghetti, Miti e modelli della lontananza nella lirica medievale - Maurizio Padovan, La ballerina medievale tra sacro e profano - Jean-Marc Pastré, Démembrer et remembrer dans les légendes irlandaises et dans le chamanisme - Cesare Poppi, Melusine e Mammy Wata: variazioni africane su un tema europeo.

"Intavulare". Tavole di canzonieri romanzi (serie coordinata da Anna Ferrari). I. Canzonieri provenzali. 7. Paris, Bibliothèque nationale de France, C (f. fr. 856), a cura di Anna Radaelli, Modena, Mucchi Editore, 2006.

ISBN 88-7000-418-X, pp. 414, 15 tavole f.t., 40,00 euro

Il volume offre una descrizione codicologica e paleografica, della storia esterna e del contenuto del canzoniere trobadorico C. Nella consuetudine della collana "Intavulare", vengono forniti sette indici:
I. Indice della prima Tavola
II. Indice della seconda Tavola
III. Indice degli unica
IV. Indice dei componimenti
V. Indice sommario dei trovatori
VI. Indice alfabetico dei trovatori
VII. Indice incipitario alfabetico
Corredano il volume 15 riproduzioni fotografiche di carte del manoscritto.

Giorgio Raimondo Cardona, Introduzione all'etnolinguistica, Premessa di Vincenzo Matera, Prefazione di Marco Mancini, Torino, UTET Libreria, 2006.

ISBN 88-6008-048-7, pp. 320, 22,00 euro

«La lingua è l’elemento primario della vita di una comunità», con queste lapidarie parole si apre l’Introduzione all’etnolinguistica di Giorgio Raimondo Cardona. Ma che cos’è l’etnolinguistica? Cosa studia di preciso? Lungi dall’essere una branca della linguistica (come per troppo tempo è stata considerata), il campo di ricerca dell’etnolinguistica è quello delle influenze reciproche tra lingua, pensiero e cultura.
Una lingua infatti non è semplicemente un catalogo di segni e di significati da usare nelle varie situazioni, come le bandierine delle navi o i cartelli stradali: una lingua è un sistema compiuto altamente complesso che dà la possibilità a ogni membro della comunità di parlanti di giustapporre le proprie conoscenze e i proprio comportamenti a quelli degli altri. È lo specchio di una società. Nell’ambito di questa visione, l’etnolinguistica studia proprio come i sistemi e gli insiemi delle produzioni linguistiche di una comunità si correlino con gli insiemi di rappresentazioni del mondo di quella stessa comunità, nonché quali siano i reciproci condizionamenti e influssi. La lingua diventa così una chiave di accesso per uno studio antropologico della storia dell’ uomo.
Introduzione all’etnoliguistica è un classico insuperato: pubblicato per la prima volta nel 1976, costituisce un viaggio affascinante e misterioso nelle lingue e nelle culture del mondo. Dagli antichi greci ai cinesi, dai musulmani ai Dogon dell’Africa subsahariana fino alle etnie talong delle Filippine, Giorgio Raimondo Cardona ci fa conoscere mondi sconosciuti (o ormai scomparsi): scopriamo così che chi parla un’altra lingua non si limita a dire in modo diverso le stesse cose, bensì scandisce in modo più o meno diverso il mondo che lo circonda.

INDICE. Premessa (V. Matera) – Prefazione (M. Mancini) - 1. Introduzione – 2. Storia e prospettive dell’etnolinguistica – 3. Lingua e società – 4. Strutture linguistiche e sistemi culturali – 5. Nomen omen – 6. Gli strumenti della comunicazione – 7. La competenza comunicativa – 8. Funzioni ed usi del linguaggio – 9. Excursus sulle tecniche di raccolta e analisi dei dati – Bibliografia - Indice analitico

Quirós. Poesie. Edizione critica a cura di Massimiliano Andreoli, Napoli, Liguori Editore, 2005 (Romanica Neapolitana, 36).

ISBN 88-207-3861-9, 334 pp., 26,50 euro

Quirós è autore di quarantacinque poesie, tramandate quasi esclusivamente da testi a stampa: le prime due edizioni valenzane del Cancionero General e dieci pliegos sueltos. Le notizie certe sulla sua biografia sono poche. Non sembrano esserci dubbi sul fatto che sia vissuto tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento e che abbia avuto contatti con alcuni esponenti della cultura valenzana di fine XV secolo, destinatari di alcune sue liriche. Poeta versatile, Quirós si cimenta nei diversi generi della lirica cancioneril, come la canción, il villancico, la glosa, il romance, le preguntas y respuestas, il decir, l'esparsa e il perqué, rivelando il pieno e consapevole dominio delle strutture metriche e delle forme strofiche utilizzate per i suoi componimenti. Sotto il profilo tematico, si conforma ai dettami della lirica amorosa medievale, proponendo i motivi topici del servizio d'amore, della sofferenza dell'amante non corrisposto, della lontananza, etc. All'esperienza amorosa dei poeti cancioneriles attinge anche il lessico, ristretto e astratto nelle liriche a forma fissa (canciones, villancicos e glosas), vario e legato al mondo materiale nelle liriche a struttura libera (romances, decires e perqués). Nel volume si offre il testo critico della opera poetica di Quirós, corredato da informazioni di carattere metrico-formale, da un apparato di varianti micro e macrotestuali, e da note di tipo linguistico, sintattico e interpretativo. Nell'introduzione che precede le poesie, oltre alla descrizione dell'opera e a uno studio critico della tradizione testuale, si propone un'ipotesi di identificazione del poeta, costruita a partire da pochi dati biografici certi e da alcuni documenti rinvenuti presso l'Archivo General de Simancas (Valladolid). Completano il volume un rimario e un glossario.

Il viaggio di Carlo Magno a Gerusalemmene e a Costantinopoli, edizione, traduzione e commento a cura di Carla Rossi, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2006 (Studi e Ricerche, 50).

ISBN 88-7694-899-6, 248 pp., 20,00 euro

Attestato in tradizione unica dal ms. BL Royal 16 E. VIII, codice del quale dal 7 giugno del 1879 si è persa ogni traccia, il poemetto anglo-normanno del Viaggio di Carlo Magno a Gerusalemme e a Costantinopoli è un’opera atipica tra le canzoni di gesta del ciclo carolingio. Il componimento, di 870 alessandrini, narra le baldanzose gesta dell’imperatore Carlo e dei suoi paladini, durante un semiserio e bizzarro pellegrinaggio nelle terre cristiane del Vicino Oriente. Dal 1836 - data di pubblicazione della princeps per cura di Francisque Michel - ad oggi, dell’opera sono state pubblicate una trentina di edizioni, in varie lingue, nessuna delle quali può dirsi definitiva dal punto di vista della resa e dell’interpretazione testuale, a volte spinte sino alla manifesta alterazione dell’originale.
La gravità del furto del codice è parzialmente attenuata dal fatto che il maggior indiziato della macchinazione ai danni del British Museum, il filologo prussiano Eduard Koschwitz, nell’aprile del 1879, aveva ricevuto da un suo collaboratore una riproduzione facsimile del poema, approntata a mano dall’originale londinese. Questa trascrizione diplomatica venne pubblicata da Koschwitz, nel 1883, a fronte del testo critico della Karlsreise.
La presente edizione del poemetto, introdotta da uno studio della tradizione europea del Viaggio di Carlo e dell’ambiente storico-letterario in cui la geste venne elaborata si sforza di rendere lo stato del testo all’epoca della sua trascrizione nel manoscritto oggi perduto, ovverosia la versione anglo-normanna del XIII secolo e non il presunto originale piccardo, ricostruito per congettura da Koschwitz e in seguito riprodotto sulla sua scorta.

Salvatore Luongo, «En manera de un gran señor que fablava con un su consejero»: il Conde Lucanor di Juan Manuel, Napoli, Liguori Editore, 2006 (Romanica Neapolitana, 35).

ISBN 88-207-3795-7, 309 pp., 33 euro

Il Conde Lucanor, opera terminata nel 1335 da don Juan Manuel, governatore di Murcia e nipote del re di Castiglia Alfonso X el Sabio, si configura come un complesso edificio macrotestuale: cinque parti, raggrupabili per strategie di discorso in tre sezioni (racconti esemplari, sentenze, trattatello finale). Materiali narrativi, sapienziali e dottrinali, formalmente tenuti assieme dal dialogo che il personaggio eponimo intrattiene con il suo saggio consigliere Patronio, si organizzano intorno a una serie determinata di fulcri concettuali: corpo e anima, voluntad e entendimiento, inganno e verità, entenciones e obras, ecc. A partire dai nuclei costituiti dagli enxienplos della prima parte collocati in posizione enfatica (la triade iniziale, quella mediana e quella conclusiva), il volume propone un esame dei principali temi e delle fondamentali problematiche svolti e affrontate nel Libro: il rapporto consigliere-consigliato; la salvezza dell'anima in relazione all'estado e agli obblighi che esso impone; i valori e i disvalori dell'etica nobiliare; l'interpretazione dei segni, verbali e non verbali, emessi dalla realtà; la posizione dell'uomo, al centro della creazione tra il mondo e Dio.

«Iddio ci dia buon viaggio e guadagno». Firenze, Biblioteca Riccardiana, ms. 1910 (Codice Vaglienti), edizione critica a cura di Luciano Formisano, Firenze, Edizioni Polistampa, 2006 (Biblioteca Riccardiana, 10).

ISBN 88-596-0050-2, 388 pp., 25,00 euro

Il codice Riccardiano 1910, compilazione di viaggi approntata dal mercante fiorentino-pisano Piero Vaglienti tra la fine del Quattrocento e il 1514, è ben noto agli specialisti per contenere alcuni testi di primaria importanza per la storia delle grandi scoperte, soprattutto portoghesi, e per lo studio della loro ricezione nell'ambiente mercantile toscano, di cui fornisce una testimonianza 'in presa diretta' attraverso le lettere-relazioni di alcuni dei principali protagonisti e finanziatori. Tra queste, la quasi totalità delle lettere in volgare attribuite ad Amerigo Vespucci e almeno un paio di unica, per i quali la traduzione italiana raccolta dal Vaglienti sostituisce a tutti gli effetti l'originale portoghese andato perduto; il tutto significativamente preceduto da una sezione di 'storia antica' che comprende una versione del Milione combinata con frammenti dalla redazione toscana dei Viaggi di Mandeville.
Vi si aggiunge un'importantissima versione toscana del Corano (con ogni probabilità, la più antica traduzione del Corano in una lingua europea moderna) e del Libro, o Trattato, dell'Unione di Ibn Tumart, fondatore della setta degli Almoadi, versioni fin qui ignote agli specialisti e che il curatore ha potuto identificare e pubblicare solo di recente.
Del codice, un in-folio di 184 carte, viene qui fornita un'edizione interpretativa integrale, promossa dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Quinto Centenario del Viaggio di Amerigo Vespucci (1501-1502).

Poeti e poesia a Genova (e dintorni) nell'età medievale. Atti del Convegno per Genova Capitale della Cultura Europea 2004, a cura di Margherita Lecco, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2006 (Scrittura e Scrittori, 20).

ISBN 88-7694-902-X, 227 pp., 16,00 euro

Il volume raccoglie le comunicazioni pronunziate durante il convegno «Poeti e poesia a Genova (e dintorni) nell' età medievale», tenutosi nell'ambito delle Manifestazioni per «Genova Capitale della Cultura Europea 2004», anno durante il quale la città italiana è stata chiamata a rappresentare istanze, memorie e prospettive del contesto europeo insieme con la città francese di Lille.
Inserito tra molti altri avvenimenti succedutisi nell'intero anno, il Convegno, svoltosi nei giorni 25-26 novembre 2004 presso l'Aula Magna della Facoltà di Lettere dell'Università genovese, ha affrontato il tema dei rapporti letterari intercorsi, tra XII e XIV secolo, tra Genova ed altri "territori" letterari medievali, italiani (specie in direzione piemontese e toscana), e stranieri (francesi e provenzali), alla luce di metodologie di analisi e di acquisizioni specifiche di recente elaborazione, intervenendo su argomenti rimasti quasi intoccati dopo gli studi ottocenteschi e primo-novecenteschi.
I risultati ottenuti sono dunque tanto più interessanti in quanto, se non altro, sottratti ad ogni particolarismo, messi a confronto e in contatto con assetti cultural-letterari a vasto raggio.

Contributi di: Maria Grazia Capusso, Fabrizio Cigni, Massimiliano De Conca, Peter Dinzelbacher, Margherita Lecco, Walter Meliga, Giuseppe Noto, Gilda Russo e Fiorenzo Toso.

Materiali arturiani nelle letterature di Provenza, Spagna, Italia, a cura di Margherita Lecco, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2006 (Studi e Ricerche, 49).

ISBN 88-7694-893-7, 183 pp., 17,00 euro

Nel passaggio dal mondo bretone alle letterature medievali, romanze e non solo, la figura di re Artù ha subito numerosi cambiamenti ed interpretazioni. Ne sono stati ora modificati, ora invece conservati, alcuni tratti arcaici e pressoché "selvaggi", pertinenti al modello originario (riprodotti ancora, ad esempio, dai Mabinogion). Le letterature in senso lato definibili come "mediterranee" (Provenza, Spagna, Italia) hanno, per varie contingenze storiche (culturali, persino commerciali), mantenuto alcuni di questi elementi dimenticati o attenuati. Essi sono stati però rivisti attraverso scritture di estrema raffinatezza, che richiedono interventi interpretativi ed ecdotici di notevole impegno. Anche se l'approccio alla materia arturiana non è del tutto originale (esistono numerosi studi sull'''Artù mediterraneo"), alcuni campi di indagine si mostrano ancora meritevoli di un approfondimento: per opere narrative come Jaufre, Cavallero Zifar, Paradis de la reine Sybille, e per altri romanzi ancora del XIII e XIV secolo.

Contributi di: Anne Berthelot, Gérard Gouiran, Lucia Lazzerini, Margherita Lecco, Charmaine Lee, Veronica Orazi, Karine Uelteschi, Barbara Wahlen.

Salvatore D'Onofrio, L'esprit de la parenté. Europe et horizon chrétien, Paris, Éditions de la Maison des sciences de l’homme, 2004.

ISBN 2-7351-1001-X, 296 pp., 32,00 euro

"Qu’ont en commun la Chanson de Roland, le Roman de Renart, le rôle revendiqué par le comte Spencer auprès de ses neveux lors des obsèques de sa soeur, la princesse Diana, ou la place de saint Joseph dans les tables des saints siciliennes ? Cette apparente devinette pour initiés, qui ressemble à un inventaire à la Prévert, a pour solution une intéressante situation anthropologique… révélée par Salvatore D’Onofrio sous l’intitulé : inceste du troisième type, ajoutant ainsi une extension nouvelle à la définition de l’inceste… C’est, pour le situer dans sa forme centrale, le rapport sexuel possible entre un « compère » et une « commère », c’est-à-dire entre le parrain d’un enfant et la mère de celui-ci…
Ce type de relation spirituelle, équivalente à la relation frère-soeur dans ses effets, s’inscrit dans un nouvel atome de parenté où le parrain prend la place structurellement occupée par l’oncle maternel. (Préface de Françoise Héritier, extraits)

INDICE. Avertissement - Remerciements - Préface, Françoise Héritier - Introduction - 1. Autour de la Règle - 2. L’atome de la parenté spirituelle - 3. Identité et parentés en Sicile - 4. La vierge et le marié lié - 5. Manger pour la vie - 6. La table des saints - 7. La parenté spirituelle dans le Roman de Renart - 8. D’Orlando à Roland - Notes - Bibliographie - Liste des illustrations - Index

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Francesco Carapezza, Ecdotica galloromanza negli Stati Uniti d'America, Roma, Bardi Editore, 2005 (Atti della Accademia Nazionale dei Lincei, anno CDII, Classe di scienze morali, storiche e filologiche, Memorie, serie IX, vol. XIX, fasc. 4, pp. 585-774).

ISBN 88-218-0942-0, 25,00 euro

La storia della critica testuale (o ecdotica) ha destato ultimamente l'interesse degli studiosi, che hanno cercato di definirne l'evoluzione nel corso degli ultimi due secoli adottando prospettive storiografiche e metodi d'indagine diversi. In questo studio si analizza un'ampia selezione di edizioni critiche galloromanze prodotte negli Stati Uniti d'America nell'arco di centoventi anni, dal 1883 al 2003, cercando di mettere in rilievo il funzionamento di una tradizione filologica nazionale, dove le posizioni teoriche e gli àmbiti di ricerca dei singoli editori dipendono spesso dall'esistenza di scuole, se non dal rapporto diretto fra discepoli e maestri. Per quanto nessuna tradizione scientifica sia isolabile geograficamente, la filologia testuale americana presenta alcune peculiarità interessanti. La sua fondazione, ad esempio, è riconducibile all'attività di un singolo studioso, A. M. Elliott (1844-1910), che impiantò gli studi romanzi alla Johns Hopkins di Baltimora dopo aver studiato in varie università d'Europa. Dopo una fase di decadenza durante il periodo interbellico, la filologia romanza subì un'impennata grazie anche alla diaspora di eminenti romanisti europei (E. Auerbach, L. Spitzer, Y. Malkiel) che stabilendosi in America vennero a contatto coi più produttivi allievi di Elliott: E. C. Armstrong (Princeton), T. A. Jenkins e W. A. Nitze (Chicago), W. Roach (Pennsylvania). Questi ultimi, attivi in centri accademici prestigiosi o di recente fondazione, avviarono imponenti progetti editoriali che misero a disposizione della comunità scientifica alcune opere centrali della letteratura medievale europea (Perlesvaus, Roman d'Alexandre, Continuazioni del Perceval di Chrétien de Troyes, Ciclo epico dei Lorenesi) e ne studiarono la complicata tradizione manoscritta. Anche sotto il rispetto metodologico, alcuni editori americani (soprattutto W. Roach e E. B. Ham) sviluppano con originalità la dialettica fra metodo ricostruttivo e approccio conservativo di stampo bédieriano, il quale prevarrà nelle scuole americane durante la seconda metà del Novecento. Le più rilevanti edizioni antico-francesi e occitane degli ultimi trent'anni, e i recenti dibattiti teorici sulla critica testuale, costituiscono l'oggetto dell'ultimo capitolo, dove si tenta, in conclusione, un riepilogo metodologico e letterario dell'intero corpus di edizioni menzionate (più di cento, curate da una settantina di studiosi).

INDICE. Introduzione - I. Nascita di una tradizione filologica (1883-1917) - 1. La fondazione: Elliott alla Johns Hopkins - 2. Todd e Matzke editori - 3. Le prime edizioni di Jenkins e di Armstrong - 4. La scuola di Harvard - 5. Stemma editorum - II. Crisi e rinnovamento dei metodi (1917-1970) - 1. Scuole filologiche e imprese editoriali - 2. Chicago: il Perlesvaus di Nitze e Jenkins - 3. Princeton: l'équipe di Armstrong e il Roman d'Alexandre - 4. Pennsylvania: Roach e le Continuazioni del Perceval - 5. Columbia: Pauline Taylor e il Ciclo dei Lorenesi - 6. L'eclettismo pragmatico di Edward B. Ham - 7. Altri editori di testi antico-francesi - 8. La frangia occitana: da Shepard a Paden - III. Ultime tendenze ecdotiche (1970-2003) - 1. Gli editori di Berkeley - 2. La scuola di Princeton - 3. La scuola di Philadelphia - 4. Gli allievi di Holmes - 5. Studi e dibattiti sulla critica testuale - 6. Riepilogo metodologico e letterario - Bibliografia - Indice dei manoscritti - Indice degli studiosi.

Per ulteriori informazioni e acquisto online: www.bardieditore.com

Rime due e trecentesche tratte dall'Archivio di Stato di Bologna, edizione critica a cura di Sandro Orlando, con la consulenza archivistica di Giorgio Marcon, Bologna , Commissione per i testi di lingua, 2005 (Collezione di opere inedite o rare pubblicate dalla Commissione per i testi di lingua, vol. 161).

senza ISBN, 330 pp., senza indicazione di prezzo

 

Rainaldo. La volpe in Alpe Adria e dintorni: letteratura, arte, tradizioni, ambiente (con riproduzione dal ms Udine, Biblioteca Arcivescovile, 26), a cura di Roberto Benedetti, Tricesimo (Udine), Roberto Vattori editore, 2005.

senza ISBN, 183 pp., senza indicazione di prezzo

Il libro indaga l'immagine della volpe, tipico simbolo dell'astuzia, nelle tradizioni di una macroregione geografica che abbraccia zone di pianura e aree montane, dove le peripezie della volpe sono state lo specchio di umane esperienze, punto di incontro tra tradizione scritta e tradizione orale, fra realtà e fantasia.
Lo spunto dell'opera è dato dalla conservazione a Udine, presso la Biblioteca Arcivescovile, del Rainaldo e Lesengrino, un'importante testimonianza manoscritta della diffusione anche in area veneta delle storie con la volpe protagonista elaborate in Francia tra il XII e il XIII secolo. Viene proposta la riproduzione fotografica delle carte relative del codice, con vignette di stile popolare.

Leo Spitzer, L'armonia del mondo. Storia semantica di un'idea, Bologna, il Mulino, 2006 (Collezione di testi e di studi).

ISBN 88-15-10995-1, 312 pp., 28,00 euro

Leo Spitzer (1887-1960) ricostruisce in questo libro la base su cui si è formato in Occidente il concetto di armonia universale racchiuso nella parola tedesca Stimmung. Partendo dall'idea di un universo ordinato, musicalmente ordinato, Spitzer ne indaga gli sviluppi in epoche e in letterature diverse. La storia dell'armonia universale è - nella visione spitzeriana - storia della continuità della civiltà classica nel Medioevo cristiano e nella moderna civiltà laica: quella particolare solidarietà culturale, quella unità dello spirito europeo che verranno poi infrante dall'avvento dell'Illuminismo. L'armonia del mondo è tuttavia molto di più di uno studio di semantica storica: si tratta, come ebbe a dire René Wellek, di "un monumento alla memoria dell'uomo e del suo ideale di dottrina, una stupenda presentazione dell'armonia del mondo intesa come un credo". A distanza di quasi quarant'anni dalla prima edizione italiana, il Mulino ripropone oggi il valore e l'intatta forza di suggestione di un'opera divenuta ormai classica. Ci guida nella lettura la bella introduzione di Corrado Bologna.

Massimo Bonafin, Le malizie della volpe. Parola letteraria e motivi etnici nel Roman de Renart, Roma, Carocci, 2006 (Biblioteca medievale, 22).

ISBN 88-430-3719-6, 26,50 euro

Renart è la volpe attorno alle cui imprese si sono affannati i numerosi e anonimi scrittori che, dal 1170 al 1250, hanno dato forma al genere della letteratura zooepica e l’hanno consegnato alla memoria della letteratura francese ed europea. Renart è il cavaliere che si fa beffe delle norme del diritto feudale e della cortesia per soddisfare i suoi desideri individuali: epifania di un archetipo, quello dell’eroe imbroglione, del trickster, ben noto alla letteratura europea, da Petronio al romanzo picaresco, da Eulenspiegel a Felix Krull.
Il Roman de Renart è un cantiere fondamentale per chi voglia studiare e conoscere la letteratura medievale nella pluralità dei suoi aspetti: dalla storia della produzione e trasmissione dei testi alla loro interpretazione critica ed estetica; dal contesto storico, sociale e intellettuale a un patrimonio leggendario e mitico che sembra risalire a un’età remota. Il lettore troverà qui – per la prima volta in lingua italiana – sia un avviamento alla conoscenza delle parti più significative dell’opera, sia una discussione di alcuni nodi cruciali della sua interpretazione.

Dantis Alagherii Comedia. Appendice bibliografica (1988-2000), per cura di Federico Sanguineti, Firenze, SISMEL-Edizioni del Galluzzo, 2005 (Archivio Romanzo, 6).

ISBN : 88-8450-144-X, XXVI-461 pp., 70,00 euro + CD-ROM

L'edizione critica uscita nel 2001 ha di fatto riaperto il dibattito sul testo della Commedia, dopo il periodo di stasi seguito all'Edizione Nazionale degli anni Sessanta. Dallo stemma alla valutazione dei testimoni, dalle singole lezioni alla veste linguistica, le soluzioni proposte da Sanguineti sono state ora accolte, ora rifiutate, ora discusse. In questa Appendice il curatore offre ulteriori materiali alla filologia dantesca: l'Introduzione riprende le principali obiezioni sollevate, e apporta una modifica allo stemma, con lievi conseguenze sul testo; per lasciare poi spazio ad una rassegna puntuale, verso per verso, della bibliografia dell'ultimo decennio, che comprende la segnalazione e la discussione dei luoghi più controversi. Il volume è corredato da un CD-ROM con le concordanze.

L’esperienza poetica del tempo e il tempo della storia. Studi sull'opera di Francesco Petrarca, a cura di Carla Chiummo e Anatole Pierre Fuksas, Dipartimento di Linguistica e Letterature Comparate dell'Università di Cassino, Cassino, 2005.

ISBN 88-8489-007-I, 554 pp., senza indicazione di prezzo

Il volume, pubblicato sotto il patrocinio del Comitato Nazionale per il VII Centenario della nascita di Francesco Petrarca e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con il contributo del Dipartimento di Linguistica e Letterature Comparate dell'Università di Cassino, raccoglie le riflessioni critiche di prestigiosi studiosi italiani e stranieri sul tema dell'esperienza poetica del tempo e il tempo della storia nell'opera di Petrarca.
La prima sezione del volume, Il tempo del Canzoniere, mette a fuoco da differenti punti di vista il tema del tempo nei Rerum vulgarium fragmenta, tanto per ciò che attiene all’organizzazione generale dell’opera e ai suoi presupposti, quanto per le sue varie declinazioni testuali. La seconda parte, Il tempo dell’intellettuale, riflette su ascendenze e matrici culturali della concezione petrarchesca del tempo. Infine, la terza, Il tempo della tradizione, include studi e ricerche dedicati alla storia e alla fortuna dell’opera petrarchesca, e dunque alla sua vitalità attraverso il tempo lungo della storia letteraria e della Kulturgeschichte.
I vari studi sono distribuiti lungo una delle possibili idee di percorso, ma determinano contemporaneamente un sistema reticolare di riscontri incrociati, che concorrono all’individuazione di un dato essenziale di sintesi: cioè l’interdipendenza tra il tempo dell’esperienza e il tempo della testualità, in tutte le possibili accezioni. Il primo sostanzia il secondo, il secondo struttura il primo, in un processo di continuo scambio, che nemmeno sulla pagina autografa doveva — né poteva — trovare una sua definizione conclusiva.

Scritti di Giuseppe E. Sansone, vol. I: Francia e Provenza (a cura di Giulio Cura Curà, prefazione di Cesare Segre); vol. II: Barberiniana e altra italianistica (a cura di Matteo Milani, prefazione di Anna Cornagliotti); vol. III: Spagna e dintorni (a cura e prefazione di Carmelo Zilli), Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2005.

vol. I: ISBN 88-7694-876-7, VII+207 pp., 25,00 euro
vol. II: ISBN 88-7697-877-5, VIII+201, pp., 25,00 euro
vol. III: ISBN 88-7694-878-3, VII+179 pp., 25,00 euro
Giuseppe E. Sansone, filologo romanzo, critico letterario, poeta, maestro e collega ineguagliabile, scomparso nel luglio del 2003, progettava di raccogliere alcuni contributi variamente apparsi nell'arco di quasi cinquant'anni di lavoro, da lui trascelti nella messe di una produzione davvero eccezionale. Il "trittico neolatino", grazie all'amore della Signora Mercedes Sansone, desiderosa di esaudire l'intenzione del marito, all'impegno suo e di alcuni giovani e non più giovani colleghi, trova ora compimento.
In questa occasione, piuttosto che ripercorrere la sua carriera di studioso di massimo livello, preferiamo ricordare la sua figura riprendendo le parole semplici e insieme illuminanti di Martín de Riquer, suo stimatissimo amico, apparse nel secondo fascicolo dell'VIII volume della rivista "La Parola del Testo", fondata da Giuseppe E. Sansone e dedicata, nell'annata 2004, alla sua memoria:
«La Filología Románica mantiene un agradecido recuerdo a Giuseppe Sansone por haber abarcado en su investigación las principales manifestaciones literarias de nuestra especialidad. En efecto, demostró un gran dominio de la literatura italiana, francesa, provenzal, gallego-portuguesa, catalana y castellana, [no limitando] la investigación a una sola literatura neolatina, sino de irlas recorriendo todas, paso a paso, para poder así penetrar mejor en la gran variedad y en lo rasgos comunes del mundo cultural románico. Fue, pues, un romanista completo y dedicó gran labor y empeño a sus numerosos trabajos en lo que demostró siempre una perspicacia agudísima. Su rica personalidad le llevó además a no limitar tampoco su actividad al mero ámbito de la investigación y de la erudición: su magnífica poesía es el testimonio de cómo se conjugan a la perfección el talento poético y la sabiduría del buen conocedor de esta arte».
Giuseppe E. Sansone, in una lettera del 2001, scrisse che il suo progetto intendeva essere «un consuntivo che include anche una precisa presa di posizione in ordine alla disciplina che, in vario modo, va orientandosi verso criteri e sostanze lamentevoli: insomma, presentare un complesso di studi che hanno, oltre al significato specifico di ogni saggio, un valore di richiamo "pedagogico" a ciò che è la disciplina». Che la sua esortazione raggiunga le coscienze dei filologi.
I prefatori sono Cesare Segre, Accademico dei Lincei, professore emerito di Filologia Romanza dell'Università di Pavia; Anna Cornagliotti, ordinaria di Filologia Romanza dell'Università di Torino; Carmelo Zilli, ordinario di Filologia Romanza dell'Università di Bari.

 

Ulteriori informazioni e ordini: Edizioni dell'Orso, www.ediorso.it, tel +39.0131.252349, fax +39.0131.257567

Segnalazioni librarie del 2005

Segnalazioni librarie del 2004

Segnalazioni librarie del 2003

Segnalazioni librarie del 2001 e 2002

 

 
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© Società Italiana di Filologia Romanza
Sito a cura di
Carlo Pulsoni e Matteo Viale

ultimo aggiornamento di questa pagina: 26 Aprile, 2007