Matteo Anzani
La Historia Troyana Polimétrica: edizione critica, studio e glossario
Nome e cognome del Dottorando: Matteo Anzani
E-Mail: matteo.anzani@student.unisi.it m.anzani@outlook.its.it
Denominazione Dottorato: Filologia e critica
Ciclo Dottorato: XXXIII
Università e Dipartimento: Università degli Studi di Siena – Dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature Antiche e Moderne; Universidade de Santiago de Compostela – Departamento de Filoloxía Galega (GI1350 Área de Filoloxía Románica) [in cotutela]
Titolo della Tesi: La Historia Troyana Polimétrica: edizione critica, studio e glossario
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: prof. Roberto Tagliani, Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Studi Letterari, Filologici e Linguistici
Nome e cognome del co-Tutor, Università e Dipartimento: prof.ssa Pilar Lorenzo Gradín, Universidade de Santiago de Compostela, Departamento de Filoloxía Galega (GI1350 Área de Filoloxía Románica)
Data approssimativa della discussione: primavera 2022
Il progetto vuole proporre un preciso e rigoroso studio del prosimetro medievale noto come Historia Troyana Polimétrica, traduzione castigliana parziale del Roman de Troie di Benoît de Sainte-Maure. Con una nuova ricognizione e descrizione dei testimoni relatori, ci si propone anzitutto di verificare la correttezza della lezione testuale tramandata e delineare una ricostruzione più completa delle filiazioni. La particolare configurazione di questo testo che intelligentemente mescola ampie sezioni in prosa con interessanti e polimetrici inserti poetici è oggetto poi di un’approfondita analisi condotta secondo un’ottica comparativa panromanza. Si cercherà di far luce sull’annoso problema della datazione, sfruttando, in assenza di dati testuali incontrovertibili, i contributi critici di natura non solo filologica, ma anche storica e storico-letteraria. Oltre al testo critico, si propone infine una traduzione integrale del testo iberico e un glossario conclusivo dedicato alle etimologie più interessanti.
Giulia Barison
Studio della tradizione della Fiorita di Armannino giudice da Bologna
Nome e cognome del Dottorando: Giulia Barison
E-Mail: giulia.barison@student.unisi.it
Denominazione Dottorato: Critica e Filologia / Filologia Romanza
Ciclo Dottorato: XXXIV
Università e Dipartimento: Università degli Studi di Siena, DFCLAM
Titolo della Tesi: Studio della tradizione della Fiorita di Armannino giudice da Bologna
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: Fabrizio Cigni, Università di Pisa, Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica
Nome e cognome del co-Tutor, Università e Dipartimento: prof.ssa Pilar Lorenzo Gradín, Universidade de Santiago de Compostela, Departamento de Filoloxía Galega (GI1350 Área de Filoloxía Románica)
Data approssimativa della discussione: 2022
Armannino, notaio e giudice bolognese vissuto all’incirca tra il 1265 e il 1335, è l’autore della Fiorita, compilazione storico-mitologica redatta tra il 1325 e il 1335. L’opera narra della storia dell’umanità dalla Genesi a Cesare e si suddivide in 33 conti anticipati da un proemio e da una dedica a Bosone da Gubbio. L’autore si avvale del tradizionale repertorio di fonti utilizzato in opere facenti capo a questo genere, introducendo elementi di propria invenzione e citando a vario titolo la Commedia di Dante Alighieri, aggiudicandosi così un ruolo di rilievo come testimone della prima fortuna dantesca. La tradizione della Fiorita è complessa: si conoscono diverse redazioni dell’opera, contraddistinte da differenze lessicali e strutturali. Gli studi filologici più recenti (SCARPA 1986) confermano le ipotesi avanzate dalla critica ottocentesca (PARODI 1887; 1889 e GORRA 1887), ovvero la divisione dei 25 testimoni che costituiscono la tradizione diretta in quattro gruppi: il gruppo A corrisponderebbe alla redazione più vicina all’originale, il gruppo B a una redazione comico-giocosa, il gruppo D (di cui in questo contributo si segnala un nuovo testimone: Ar) a una redazione interpolata con La Guerra di Troia e la Cronica di Giovanni Villani. Né Gorra, né Parodi, né Scarpa giustificano il gruppo C: per questo motivo la presente tesi si propone lo studio di questo ramo della tradizione. È stata attuata una collazione sul proemio e su dieci conti dei testimoni dei gruppi A e C, i cui risultati confermano l’esistenza dei due gruppi, oltre a fornire qualche indizio in più rispetto ai legami genetici fra i testimoni. La tesi è corredata anche di una sezione storica, in cui si offrono notizie sul contesto storico-culturale in cui è nato e vissuto Armannino, sulla sua biografia, sul genere della Fiorita, sul suo rapporto con la Fiorita di Guido da Pisa, la cui tradizione è parzialmente legata a quella dell’opera di Armannino, e su quello con la Commedia. Si offre inoltre uno schema sulla struttura interna di tutti i testimoni, nella speranza che possa costituire uno strumento utile per ulteriori analisi sulla tradizione dell’opera. Infine, costituendo la Fiorita un prosimetro, si propone un’analisi delle sezioni in versi.
Susanna Barsotti
‘Farai un vers…’. L’ars poetica dei trovatori
Nome e cognome del Dottorando: Susanna Barsotti
E-Mail: susanna.barsotti@sns.it
Denominazione Dottorato: Letteratura, arte e storia dell’Europa medioevale e moderna
Ciclo Dottorato: XXXIV
Università e Dipartimento: Scuola Normale Superiore – Letteratura, Arte e Storia dell’Europa Medioevale e Moderna
Titolo della Tesi: ‘Farai un vers…’. L’ars poetica dei trovatori
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: prof. Corrado Bologna, Scuola Normale Superiore, Classe di lettere e filosofia
Data approssimativa della discussione: 2021-2022
Il lavoro ha come oggetto di indagine le questioni stilistiche nella lirica trobadorica, con le rispettive basi teoriche e ideologiche. Il titolo (‘Farai un vers…’) evoca una delle più frequenti formule dell’esordio trobadorico, luogo cruciale in cui tendono a concentrarsi le dichiarazioni di poetica e dove il trovatore chiarisce le coordinate estetiche del suo ‘fare’, ponendosi in rapporto di continuità/agonismo nei confronti degli altri poeti. Lo stile e le rivendicazioni di originalità sono tra i marchi distintivi dell’intera produzione, continuamente impegnata non tanto nella designazione-giustificazione dei sentimenti che veicola, quanto nella descrizione (e personalizzazione) dei propri espedienti linguistici e formali. I verbi faire e trobar, insieme ai sostantivi so(n), motz, vers (oppure, chiamando in causa direttamente lo specifico genere, il sirventes, la chansoneta, e via dicendo) vengono definiti da un’ampia gamma di aggettivi che va dai canonici ‘clus’ e ‘leu’ a connotazioni assai più sfaccettate e colorite che verranno prese in esame nell’indagine. Alcuni temi-chiave, derivati da un confronto con l’Ars poetica di Orazio (testo di ampia ricezione nel XII secolo di area francese e oggetto di un numero consistente di lecturae) – come il tema obscuritas o della levitas, quello del peso della materia trattabile e della commisurazione delle competenze («Sumite materiam»), il tema dell’integritas e del «recte sapere» – consentono di individuare e comprendere con maggiore profondità le ragioni di alcune scelte stilistiche (tra tutte, ad esempio, quella oltranzistica di Guglielmo IX) e lessicali (ad esempio, tra i tanti, gli aggettivi ‘fraich’ e ‘entiers’, ma anche tutti i lemmi connessi al ‘peso della materia’, come ‘leu’, ‘greu’ e il verbo ‘cargar’). All’interno del quadro, il modello Orazio – la cui opera incarna a tutti gli effetti, secondo Claudia Villa, «il breviario di estetica sul quale si è misurata tutta la cultura medioevale» (cfr. C. Villa, «Horatius, presertim in odis»: appunti per un colloquio inevitabile, in Motivi e forme delle Familiari di Francesco Petrarca, Milano 2003 (Quaderni di Acme, 57), pp. 175-187, p. 185) – agisce non tanto come fonte a cui attingere in maniera esplicita, ma come modello di teoria poetica ampiamente assimilato e dunque responsabile di un senso generale di consapevolezza retorica e formale. La tesi si articolerà pertanto per nuclei tematici di impronta ‘oraziana’; i testi del corpus, selezionati per campioni rappresentativi che tengano conto di ogni ‘generazione’ di poeti, vengono inseriti all’interno di linee di indagine trasversali, in grado di instaurare un dialogo con la letteratura precedente (e coeva) mediolatina e i successivi sviluppi di area italiana.
Caterina Bellenzier
Bible anglo-normande e Bible de Jean de Sy: volgarizzamenti biblici a confronto. Edizione e studio del libro del Deuteronomio
Nome e cognome del Dottorando: Caterina Bellenzier
E-Mail: caterin.bellenzier@student.unisi.it
Denominazione Dottorato: Filologia e critica
Ciclo Dottorato: XXXVI
Università e Dipartimento: Università degli Studi di Siena – Dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature Antiche e Moderne; Sorbonne Université – ED Mondes antiques et médiévaux (in cotutela)
Titolo della Tesi: Bible anglo-normande e Bible de Jean de Sy: volgarizzamenti biblici a confronto. Edizione e studio del libro del Deuteronomio
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: prof. Claudio Lagomarsini, Università degli Studi di Siena – Dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature Antiche e Moderne; Co-tutor: Sylvie Lefèvre, Sorbonne Université – UFR Littérature française et comparée
Data approssimativa della discussione: 2024
La Bible anglo-normande e la Bible de Jean de Sy sono due volgarizzamenti biblici antico-francesi del XIV secolo di considerevole interesse, ma tuttora scarsamente indagati. Il progetto di ricerca ha per obiettivo la produzione di un’edizione critica del libro del Deuteronomio della Bible anglo-normande e lo studio della corrispondente sezione nella Bible de Jean de Sy in prospettiva comparativa, per chiarire la relazione tra le due opere.
Stefano Benenati
Il Roman d’Alexandre in prosa. Storia della tradizione e edizione critica
Nome e cognome del Dottorando: Stefano Benenati
E-Mail: stefano.benenati@sns.it
Ciclo Dottorato: XXXV
Università e Dipartimento: Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Lettere e Filosofia
Titolo della Tesi: Il Roman d’Alexandre in prosa. Storia della tradizione e edizione critica
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: prof. Lino Leonardi, Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Lettere e Filosofia
Nome e cognome di eventuali co-Tutor, Università e Dipartimento: prof. Catherine GaullierBougassas, Université de Lille, laboratoire ALITHILA
Data approssimativa della discussione: 2024
Il progetto consiste nell’edizione critica del Roman d’Alexandre en prose, volgarizzamento tardo duecentesco dell’opera mediolatina Historia de preliis Alexandri Magni (versione I2 – Orosius-Rezension). L’edizione critica sarà allestita secondo tutto il testimoniale e sarà corredata da uno studio comparativo della tradizione del testo-fonte latino, di un apparato delle varianti, di un commento filologico e letterario puntuale, dell’analisi linguistica del manoscritto di superficie prescelto e di un glossario.
Marianoemi Bova
Edizione critica delle liriche di Conon de Béthune
Nome e cognome del Dottorando: Marianoemi Bova
E-Mail: marianoemi.bova@unina.it
Denominazione Dottorato: Filologia
Ciclo Dottorato: XXXIII
Università e Dipartimento: Università degli Studi di Napoli Federico II – Dipartimento di Studi Umanistici
Titolo della tesi: Edizione critica delle liriche di Conon de Béthune
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: prof. Paolo Di Luca, Università degli Studi di Napoli Federico II – Dipartimento di Studi Umanistici
Data approssimativa della discussione: giugno 2021
Obiettivo della ricerca è l’allestimento di una nuova edizione critica del corpus lirico del troviero Conon de Béthune, ove particolare attenzione sarà dedicata all’analisi della fitta trama di rapporti intertestuali intessuta con personaggi di spicco del panorama lirico del tempo, in particolare con i trovatori Bertran de Born e Raimbaut de Vaqueiras.
Rosa Bove
Il Sendebar castigliano: tra discorso esemplare e tradizione orientale
Nome e cognome del Dottorando: Rosa Bove
E-Mail: r.bove@studenti.unior.it
Denominazione Dottorato: Studi letterari, linguistici e comparati
Ciclo Dottorato: XXXVI
Università e Dipartimento: Università di Napoli “L’Orientale” – Dipartimento di Studi letterari, linguistici e comparati
Titolo della tesi: Il Sendebar castigliano: tra discorso esemplare e tradizione orientale
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: prof. Salvatore Luongo, Università di Napoli “L’Orientale” – Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Comparati
Data approssimativa della discussione: 2023
Assieme alle traduzioni del Calila e Dimna, del Barlaam e Josaphat e di altre opere di matrice orientale il Sendebar o Libro de los engaños y asayamientos de la mugeres engaños, la cui traduzione dall’originale arabo, andato perduto, fu commissionata nel 1253 dall’Infante don Fadrique, fratello minore del re Alfonso X el Sabio, rappresenta una delle testimonianze più significative del dialogo, in ambito propriamente letterario, tra la cultura araba diffusa in Al-Andalus e il mondo cristiano iberoromanzo. Attraverso il meccanismo della trama-cornice, il Libro si propone uno scopo principalmente esemplare e didattico: gli ammonimenti e gli insegnamenti che i diversi racconti tramandano sono, com’è comprensibile, ispirati alla saggezza filosofica del mondo orientale, senza però contrapporsi né contravvenire in modo eclatante al sistema di pensiero propugnato nella Spagna della Reconquista, tant’è che le tematiche contenutevi vennero adottate e sfruttate per dare voce alle necessità e alle aspirazioni dell’aristocrazia e alla prerogative regali. Tra queste il sapere, la saggezza e la misoginia occupano sicuramente un ruolo centrale. Il progetto di ricerca si propone di indagare le differenti cornici narrative delle versioni pervenuteci delle due diverse tradizioni, orientale e occidentale, dell’opera e di sottoporre ad indagine filologico (errori di traduzione dall’arabo e di trasmissione)-letteraria-culturale i 23 racconti incorniciati, al fine di: a) chiarire il rapporto, talora problematico, che essi stabiliscono con la cornice, b) analizzare costanti e varianti dei racconti comuni al Sendebar e al ramo occidentale della tradizione, rappresentato dalle varie versioni del Libro dei sette savi di Roma, c) illustrare il dialogo che essi intrattengono con testi esemplari paralleli, che presentano temi e motivi affini, d) studiare la diffusione e la fortuna, coeva e futura, dei materiali narrativi tramandati dal Sendebar, evidenziandone i processi di riscrittura e di risematizzazione. Particolare attenzione sarà dedicata ai cuentos narrati dalla matrigna del principe, incarnazione nella cornice dell’astuzia femminile, alla luce delle recenti soluzioni di alcuni fraintendimenti di traduzione o di corruzioni verificatesi nella trasmissione del testo. Lo studio ad ampio spettro della cornice narrativa e dei racconti in essa inglobati mira ad una più compiuta comprensione del Sendebar e delle funzioni che esso, nella Spagna del Duecento, è chiamato ad assolvere, in particolare in ordine a: 1) coerenza tra storia portante e racconti inseriti, non sempre riconosciuta dalla critica esercitatasi sul testo, 2) dialogo intertestuale e/o interdiscorsivo con materiali narrativi immediatamente affini (ramo occidentale) o con testi esemplari paralleli, accomunati da temi o motivi narrativi analoghi, 3) modalità di riuso (procedimenti di riscrittura, risemantizzazioni, inserimento in contesti testuali diversi) dei materiali narrativi trasmessi all’Occidente dal Sendebar, 4) rapporto tra sapere positivo (quello dei sapienti e del principe) e sapere negativo (quello della matrigna), 5) funzione della misoginia, che sembra configurarsi come strumento conoscitivo e formativo non solo e non tanto sugli inganni femminili (è sostanzialmente assente la prospettiva religiosa, la condanna dell’amore terreno, istigato dalla donna), quanto piuttosto sui pericoli e gli inganni del mondo, 6) relazione tra sapere e potere, tra conoscenza appresa dai libri ed esperienza empirica, tra verità e giustizia, concetti fondamentali in un apprendistato sapienziale volto alla formazione del sovrano perfetto.
Antonietta Cacciapuoti
Per un’edizione critica della redazione corta in prosa delle “Leys d’Amors”
Nome e cognome del Dottorando: Antonietta Cacciapuoti
E-Mail: a.cacciapuoti@student.unisi.it
Denominazione Dottorato: Filologia e critica
Ciclo Dottorato: XXXVII
Università e Dipartimento: Università di Siena, Dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature antiche e moderne
Titolo della tesi: Per un’edizione critica della redazione corta in prosa delle “Leys d’Amors”
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: Simone Marcenaro, Università del Molise, Dipartimento di Scienze Umanistiche, Sociali e della Formazione
Data approssimativa della discussione: 2024
Il progetto prevede l’edizione critica e lo studio della redazione corta in prosa delle Leys d’Amors
Chiara Cappelli
Edizione critica del Roman de Philomena
Nome e cognome del Dottorando: Chiara Cappelli
E-Mail: chiara.capp@live.it
Denominazione Dottorato: Studi linguistici, filologici e letterari
Ciclo Dottorato: XXXV
Università e Dipartimento: Università di Padova, Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari
Titolo della Tesi: Edizione critica del Roman de Philomena
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: prof. Giovanni Borriero, Università di Padova – Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari
Data approssimativa della discussione: dicembre 2022
Il lavoro ha come oggetto di indagine le questioni stilistiche nella lirica trobadorica, con le rispettive basi teoriche e ideologiche. Il titolo (‘Farai un vers…’) evoca una delle più frequenti formule dell’esordio trobadorico, luogo cruciale in cui tendono a concentrarsi le dichiarazioni di poetica e dove il trovatore chiarisce le coordinate estetiche del suo ‘fare’, ponendosi in rapporto di continuità/agonismo nei confronti degli altri poeti. Lo stile e le rivendicazioni di originalità sono tra i marchi distintivi dell’intera produzione, continuamente impegnata non tanto nella designazione-giustificazione dei sentimenti che veicola, quanto nella descrizione (e personalizzazione) dei propri espedienti linguistici e formali. I verbi faire e trobar, insieme ai sostantivi so(n), motz, vers (oppure, chiamando in causa direttamente lo specifico genere, il sirventes, la chansoneta, e via dicendo) vengono definiti da un’ampia gamma di aggettivi che va dai canonici ‘clus’ e ‘leu’ a connotazioni assai più sfaccettate e colorite che verranno prese in esame nell’indagine. Alcuni temi-chiave, derivati da un confronto con l’Ars poetica di Orazio (testo di ampia ricezione nel XII secolo di area francese e oggetto di un numero consistente di lecturae) – come il tema obscuritas o della levitas, quello del peso della materia trattabile e della commisurazione delle competenze («Sumite materiam»), il tema dell’integritas e del «recte sapere» – consentono di individuare e comprendere con maggiore profondità le ragioni di alcune scelte stilistiche (tra tutte, ad esempio, quella oltranzistica di Guglielmo IX) e lessicali (ad esempio, tra i tanti, gli aggettivi ‘fraich’ e ‘entiers’, ma anche tutti i lemmi connessi al ‘peso della materia’, come ‘leu’, ‘greu’ e il verbo ‘cargar’). All’interno del quadro, il modello Orazio – la cui opera incarna a tutti gli effetti, secondo Claudia Villa, «il breviario di estetica sul quale si è misurata tutta la cultura medioevale» (cfr. C. VILLA, «Horatius, presertim in odis»: appunti per un colloquio inevitabile, in Motivi e forme delle Familiari di Francesco Petrarca, Milano 2003 (Quaderni di Acme, 57), pp. 175-187, p. 185) – agisce non tanto come fonte a cui attingere in maniera esplicita, ma come modello di teoria poetica ampiamente assimilato e dunque responsabile di un senso generale di consapevolezza retorica e formale. La tesi si articolerà pertanto per nuclei tematici di impronta ‘oraziana’; i testi del corpus, selezionati per campioni rappresentativi che tengano conto di ogni ‘generazione’ di poeti, vengono inseriti all’interno di linee di indagine trasversali, in grado di instaurare un dialogo con la letteratura precedente (e coeva) mediolatina e i successivi sviluppi di area italiana.
Matteo Cazzato
Un caso di dantismo quattrocentesco, Boiardo fra intertestualità e ricezione
Nome e cognome del Dottorando: Matteo Cazzato
E-Mail: matteo.cazzato@unitn.it
Denominazione Dottorato: Forme dello scambio culturale
Ciclo Dottorato: XXXVI
Università e Dipartimento: Università degli studi di Trento – Facoltà di Lettere e Filosofia
Titolo della Tesi: Un caso di dantismo quattrocentesco, Boiardo fra intertestualità e ricezione
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: Roberta Capelli, Università degli studi di Trento, Facoltà di Lettere e Filosofia
Data approssimativa della discussione: marzo 2024
Matteo Cesena
Il lessico delle istituzioni pubbliche nelle cronache cittadine veneziane (fine XIII – fine XIV secolo)
Nome e cognome del Dottorando: Matteo Cesena
E-Mail: m.cesena@student.unisi.it
Denominazione Dottorato: Filologia e Critica – curriculum Filologia Romanza (Lessicografia web-based)
Ciclo Dottorato: XXXVI
Università e Dipartimento: Università di Siena – DFCLAM
Titolo della Tesi: Il lessico delle istituzioni pubbliche nelle cronache cittadine veneziane (fine XIII – fine XIV secolo)
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: prof. Roberto Tagliani, Università degli Studi di Milano, Dipartimenti di studi letterari, filologici e linguistici
Nome e cognome di eventuali co-Tutor, Università e Dipartimento: prof. Lorenzo Tomasin, Université de Lausanne, Section d’Italien.
Data approssimativa della discussione: 2024
Il progetto verte sullo studio della cronache cittadine di Venezia redatte tra la fine del XIII secolo e la fine del XIV secolo in volgare veneziano, in lingua latina e in francese antico. L’obiettivo è di approfondire, oltre alla tradizione manoscritta, le modalità di produzione e di trasmissione di queste opere, così da provvedere ad un solido impianto filologico che stia alla base dell’analisi sincronica e diacronica del lessico delle istituzioni pubbliche di Venezia in un’epoca di assestamento istituzionale e territoriale per la Serenissima. Il focus principale del progetto è dedicato alla Chronica Brevis di Andrea Dandolo, ai suoi volgarizzamenti in veneziano antico e ai conseguenti rifacimenti (come la Cronica de Venexia dello Pseudo-Enrico Dandolo), tenendo, però, sempre in considerazione altre opere fondamentali di quel periodo, quali Les estoires de Venise di Martino Da Canal e le cronache di Raffaino Caresini e di Benintendi de’ Ravegnani.
Maria Serena Cutruzzolà
Giraut de Borneil. Saggio di edizione critica
Nome e cognome del Dottorando: Maria Serena Cutruzzolà
E-Mail: serena.cutruzzol@gmail.com maria.cutruzzola@student.unisi.it
Denominazione Dottorato: Filologia e critica
Ciclo Dottorato: XXXIV
Università e Dipartimento: Università di Siena – Dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature Antiche e Moderne
Titolo della Tesi: Giraut de Borneil. Saggio di edizione critica
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: prof. Stefano Asperti, Sapienza Università di Roma – Dipartimento di Lettere e Culture Moderne
Nome e cognome di eventuali co-Tutor, Università e Dipartimento: prof.ssa Caterina Menichetti, Université de Lausanne – Faculté des lettres, Section de français
Data approssimativa della discussione: febbraio 2022
Il progetto di ricerca mira a fornire una nuova edizione critica della produzione poetica di Giraut de Borneil.
Massimo Dal Bianco
Per un’edizione della Suite Guiron: studio ed edizione critica parziale del ms. Arsenal 332
Nome e cognome del Dottorando: Massimo Dal Bianco
E-Mail: massimo.dalbianco@yahoo.it
Denominazione Dottorato: Filologia e critica
Ciclo Dottorato: XXXIII
Università e Dipartimento: Università degli Studi di Siena – Dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature Antiche e Moderne
Titolo della Tesi: Per un’edizione della Suite Guiron: studio ed edizione critica parziale del ms. Arsenal 3325
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: prof. Lino Leonardi, Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Lettere e Filosofia
Nome e cognome di eventuali co-Tutor, Università e Dipartimento: prof. Fabio Zinelli, École Pratique des Hautes études, Paris, Section des Sciences Historiques et Philologiques
Data approssimativa della discussione: maggio 2021
Nell’ambito delle ricerche del Gruppo Guiron sui romanzi del ciclo guironiano, si propone l’edizione critica della seconda parte della Suite Guiron, rimasta finora inedita, e della sua continuazione, il cui unico testimone è il ms. BnF n.a.f. 5243, corredate dall’analisi linguistica dei vari testimoni e da quella dei rapporti con il resto del ciclo e con i grandi cicli in prosa precedenti.
Roberta Decolle
Rut, Giuditta ed Ester nelle versioni in volgare italiano: una proposta di edizione critica
Nome e cognome del Dottorando: Roberta Decolle
E-Mail: roberta.decolle@student.unisi.it
Denominazione Dottorato: Filologia e critica
Ciclo Dottorato: XXXVII
Università e Dipartimento: Università di Siena – Dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature Antiche e Moderne
Titolo della Tesi: Rut, Giuditta ed Ester nelle versioni in volgare italiano: una proposta di edizione critica
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: Claudio Lagomarsini, Università di Siena – Dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature Antiche e Moderne
Nome e cognome di eventuali co-Tutor, Università e Dipartimento: Caterina Menichetti, Université de Lausanne – Faculté des Lettres
Data approssimativa della discussione: 2024-2025
Il progetto mira all’allestimento di un’edizione critica dei libri di Rut, Giuditta ed Ester in volgare italiano. Tenendo conto delle tre macro-questioni finora sollevate (e a tutt’oggi pressoché insolute) sulla tradizione dei volgarizzamenti biblici italiani – ossia, la data di composizione dei testi, la loro forma originaria di circolazione e i contesti di produzione –, ci si propone di indagare più da vicino la tradizione dell’Antico Testamento. Particolarmente significative a questo proposito, e riassuntive di una buona fetta di tradizione, le tre biografie sopra richiamate; le quali, forse in virtù della loro esemplarità agiografica, sembrano aver goduto di particolare fortuna presso il grande pubblico, incontrando una significativa diffusione nei manoscritti. Il successo è dimostrato dall’esistenza, oltre che di manoscritti appartenenti alla più comune tradizione “organica”, e quindi pensati per accogliere l’intera Bibbia, anche di codici afferenti alla tradizione “sparsa” (almeno per Giuditta ed Ester, traditi, da soli o assieme al libro di Tobia, da due codici miscellanei di contenuto religioso-morale). Vista la disponibilità di dati codicologici approfonditi e di recente acquisizione (cfr. Le traduzioni italiane della Bibbia nel Medioevo: catalogo dei manoscritti (secoli 13.-15.), a cura di Lino Leonardi, Caterina Menichetti, Sara Natale, Firenze, Edizioni del Galluzzo per la Fondazione Ezio Franceschini, 2018), e degli stemmi già disegnati da Anna Cornagliotti per Giuditta ed Ester (cfr. Anna Cornagliotti, La situazione stemmatica delle traduzioni italiane veterotestamentarie, in «La parola del testo», I (1997), pp. 100-140), il presente lavoro si propone di tornare puntualmente sui manoscritti per verificare le vecchie proposte, estendendo parallelamente il controllo degli stemmi anche al libro di Rut (finora trascurato dagli studiosi). Al fine di pervenire a un’analisi delle tradizioni testuali il più possibile esaustiva, ci si propone inoltre di indagare – nei limiti concessi dalla vastità del patrimonio manoscritto latino e dalla limitatezza degli apparati attualmente a nostra disposizione nelle edizioni di riferimento della Vulgata – sui rapporti dei volgarizzamenti con i rispettivi modelli latini. Ciò permetterà, sperabilmente, di distinguere tra errori eventualmente riconducibili al testo latino, errori da attribuire al traduttore ed errori introdotti dal copista: una ripartizione che dovrebbe essere funzionale – unitamente a uno studio dettagliato delle varianti – all’individuazione dell’usus traducendi del volgarizzatore (o, più verosimilmente, dei volgarizzatori), e all’identificazione del retroterra d’origine dei testi.
Federica De Mita
Manipolazione, riscrittura e falsificazione dei testi: il caso de Le livre des cent nouvelles di Laurent de Premierfait
Nome e cognome del Dottorando: Federica De Mita
E-Mail: fdemita@unisa.it
Denominazione Dottorato: Studi letterari
Ciclo Dottorato:XXXVII/PON
Università e Dipartimento: Università degli Studi di Salerno, Dipsum (Dipartimento di studi umanistici)
Titolo della Tesi: Manipolazione, riscrittura e falsificazione dei testi: il caso de Le livre des cent nouvelles di Laurent de Premierfait
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: Prof.ssa Sabrina Galano, Università degli Studi di Salerno, Dipsum (Dipartimento di studi umanistici)
Data approssimativa della discussione: 2024
Il progetto propone di studiare approfonditamente, attraverso una dettagliata analisi filologica e linguistica, la prima traduzione in medio-francese del Decameron di Giovanni Boccaccio operata dal traduttore francese Laurent de Premierfait, dal 1411 al 1414, sotto commissione del duca Jean de Berry, con il titolo Le livre des cent nouvelles, a cui ha fatto seguito una grande ricezione confermata da una tradizione manoscritta formata da 15 codici. Una traduzione che, dalla lingua di partenza alla lingua di arrivo, ha riscontrato notevoli rimaneggiamenti incrementati, in realtà, da una doppia traslazione a cui il testo è stato sottoposto. Infatti, nella lettera dedicatoria al duca Jean de Berry che introduce l’opera, Laurent de Premierfait confessa di non conoscere il fiorentino e di essersi avvalso dell’aiuto del frate Antonio d’Arezzo che, dapprima, ha elaborato una traduzione “di servizio” in latino del Decameron, della quale Laurent si è servito per compiere il suo lavoro. L’opera è stata edita da Giuseppe di Stefano nel 1998, un’edizione basata principalmente sul ms Palatinus Latinus 1989, ritenuto il più affidabile, che confronta con solo una parte dei codici pervenutici. La mia tesi non prevede una nuova edizione dell’opera ma si concentrerà principalmente sul concetto di manipolazione e falsificazione del testo in seguito all’atto di traduzione, in quanto è certo, perché già rilevato da studi precedenti, che il Decameron, essendo stato interpretato da due autori e in due lingue diverse, ha subito alterazioni più o meno significative. Il traduttore, difatti, “non si è limitato solo a sciogliere i nodi di perifrasi italiane sintatticamente contorte o ad usare dittologie per rendere più chiari lessemi e espressioni dialettali fiorentine; la sua operazione sottintende una manipolazione del testo attraverso veri e propri rifacimenti di interi periodi, con l’introduzione di glosse chiarificatrici, piccole omissioni, con il ricorso al metalinguaggio, al calco linguistico e con l’alterazione di alcuni intrecci narrativi” (S. Galano). Partendo dagli studi già condotti in precedenza mi pongo l’obbiettivo di individuare, attraverso un’analisi accurata e sistematica di tutte le novelle, quelle che più delle altre si discostano dalla versione italiana del Decameron, rappresentata dal ms Hamilton 90, edito da Vittore Branca e che testimonia l’ultima volontà dell’autore. Pertanto, in una prima fase, procederò al confronto tra la traduzione francese riportata dal ms Palatinus Latinus 1989 e quella italiana; successivamente, attraverso un meticoloso lavoro di collatio dei diversi codici che riportano la versione francese, appronterò un articolato apparato che registrerà tutte le varianti formali, che mi permetteranno di approfondire un’indagine linguistica in prospettiva diacronica, e le varianti sostanziali, fondamentali al fine di definire i rapporti genealogici tra le varie copie pervenute. Come sostiene prima Di Stefano e poi Galano, “il complesso dei manoscritti che tramandano l’opera di Laurent, sono l’esempio più lampante di tradizione attiva, in quanto i copisti, a cui è stato conferito l’onere di copiare il testo, non si sono fatti scrupolo di intervenire sull’opera originaria, correggendo e rimaneggiando il contenuto” e la testimonianza di questa mouvance testuale mi permetterà di ricostruire la fortuna dell’opera di Boccaccio e di identificarne i diversi destinatari. Individuate tutte le divergenze testuali tra il Decameron e Le livre des cent nouvelles, mi propongo di condurre un’indagine sulle tecniche di traduzione adottate nel Medioevo per comprendere come Laurent si è approcciato al suo lavoro di traduzione, quali metodologie ha utilizzato e quale influenza ha avuto la mediazione latina sul buon esito del risultato finale. Questa indagine sarà affiancata da uno studio linguistico e stilistico dei loci critici per cogliere l’entità delle varianti che allontanano il testo tradotto dalla fonte italiana e cercare di ricondurle ad un responsabile: Antonio d’Arezzo, Laurent de Premierfait o lo stesso Boccaccio? In studi precedenti, infatti, è stata già avanzata l’ipotesi dell’esistenza di una versione giovanile del Decameron, emendata nel corso del tempo dallo stesso Boccaccio, finita nelle mani di Laurent per poi scomparire del tutto, una teoria che andrebbe verificata. L’ultima fase del progetto, con l’ausilio dell’azienda CONFORM S.c.a.r.l. prevista dal dottorato, consisterà nella messa in rete degli obiettivi raggiunti al fine di rendere più facilmente accessibile il risultato della ricerca.
Luciano De Santis
Le poesie di Jehan Erart
Nome e cognome del Dottorando: Luciano De Santis
E-mail: desantis.luciano@yahoo.it, luciano.desantis@student.unisi.it
Denominazione Dottorato: Filologia e Critica
Ciclo Dottorato: XXXV
Università e Dipartimento: Università degli Studi di Siena, Dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature Antiche e Moderne
Titolo della Tesi: Le poesie di Jehan Erart
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: Maria Sofia Lannutti, Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Lettere e Filosofia — Giovanni Battista Palumbo, Université de Namur, Département de langues et littératures françaises et romanes
Data approssimativa della discussione: primavera 2023
Il progetto di dottorato consiste nell’edizione e nello studio delle liriche e delle melodie di Jehan Erart, troviero arrageois attivo nel secondo quarto del XIII secolo. La sua produzione si inscrive perfettamente nel contesto letterario arrasiano, al quale Jehan Erart partecipò attivamente intessendo legami con gli altri poeti del medesimo ambiente. Il suo corpus è costituito da venticinque componimenti (di cui alcuni da considerare di dubbia attribuzione), afferenti ai generi della canzone di argomento cortese, della pastorella, del compianto funebre e del mottetto. Il nome del troviero è tuttavia legato in particolar modo al genere della pastorella, alla quale avrebbe dato, al pari di Guillaume le Vinier, un’evidente spinta innovatrice. Alla varietà tipologica della sua opera corrisponde un marcato sperimentalismo formale, di cui si terrà conto in sede di introduzione. L’edizione prevede infine la compilazione di un rimario e di un glossario.
Alessia Fichera
Roncesvalles o El verdadero sucesso de la famosa batalla de Roncesvalles, con la muerte de los doze pares de Francia (1555) di Garrido de Villena. Edizione, introduzione e creazione di un modello di visualizzazione di edizione digitale per i poemi epico-cavallereschi spagnoli in ottava rima
Nome e cognome del Dottorando: Alessia Fichera
E-Mail: alessia.fichera@hotmail.com
Denominazione Dottorato: Scienze dell’interpretazione
Ciclo Dottorato:XXXVII/PON
Università e Dipartimento: Università degli Studi di Catania – Dipartimento di Scienze Umanistiche
Titolo della Tesi: Roncesvalles o El verdadero sucesso de la famosa batalla de Roncesvalles, con la muerte de los doze pares de Francia (1555) di Garrido de Villena. Edizione, introduzione e creazione di un modello di visualizzazione di edizione digitale per i poemi epico-cavallereschi spagnoli in ottava rima
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: Gaetano Lalomia, Università degli Studi di Catania – Dipartimento di Scienze Umanistiche
Data approssimativa della discussione: primavera 2024
Scopo della tesi è di dare vita a un’edizione digitale del poema Roncesvalles o El verdadero sucesso de la famosa batalla de Roncesvalles, con la muerte de los doze pares de Francia (1555) scritto da Garrido de Villena, poeta spagnolo, traduttore dell’Orlando innamorato di Matteo Maria Boiardo. La scelta di questo testo risponde alla necessità di dare visibilità a quelle opere considerate dalla critica predominante come “minori” o “secondarie”. Il lavoro farà ricorso a una piattaforma innovativa on line per la digitalizzazione, il riconoscimento del testo e la trascrizione (TRANSKRIBUS). Inoltre, nel corso dei sei mesi da trascorre presso DueTreDUE Edizioni, sarà creato un modello di edizione digitale in collaborazione con la stessa casa editrice. Il risultato del modello potrà poi essere impiegato quale paradigma di un corpus di poemi epico-cavallereschi spagnoli in ottava rima. Lo studio del testo, infine, non mancherà di mettere in luce le relazioni con la tradizione italiana dando vita a una sorta di indice dei lemmi legati al genere.
Jacopo Fois
La seconda prosificazione del Roman de Troie. Edizione critica e commento linguistico
Nome e cognome del Dottorando: Jacopo Fois
E-Mail: jacopo.fois@unive.it
Denominazione Dottorato: Italianistica
Ciclo Dottorato: XXXV
Università e Dipartimento: Università «Ca’ Foscari» Venezia – Dipartimento di Studi Umanistici
Titolo della Tesi: La seconda prosificazione del Roman de Troie. Edizione critica e commento linguistico
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: prof. Marco Infurna, Università «Ca’ Foscari» Venezia – Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati
Nome e cognome di eventuali co-Tutor, Università e Dipartimento: prof. Fabio Zinelli, École Pratique des Hautes Études, Paris, Section des Sciences Historiques et Philologiques
Data approssimativa della discussione: luglio 2023
Riassunto del progetto di tesi: Il progetto consiste nell’edizione critica dell’inedita Prose 2 del Roman de Troie, opera anonima in francese composta in Italia settentrionale presumibilmente attorno alla fine del Duecento e volgarizzata all’inizio del secolo successivo dal fiorentino Binduccio dello Scelto nel suo Libro de la storia di Troia. Il testo è tramesso da tre testimoni, due dei quali presentano un colophon recante data e luogo di copia e sottoscrizione del copista, tutti e tre contenenti la sola mise en prose: si tratta di Grenoble, Bibliothèque Municipale, ms. 861 (siglato G, copiato a Padova da Johannes de Stennis nel 1298), Paris, Bibiothèque nationale de France, n.a.f. 9603 (siglato P, copiato presumibilmente a Genova e coevo di G) e Oxford, Bodleian Library, Douce 196 (siglato O, copiato a Verona da Pietro Scacchi nel 1323). L’opera si caratterizza per un’accentuata aderenza al modello a livello di contenuto e per una lingua ricca di tratti tipici del francese d’Italia, quest’ultima oggetto di analisi approfondita in una porzione dedicata del lavoro. Oltre che dal commento linguistico appena menzionato e da un glossario completo delle forme, l’edizione sarà accompagnata da un’ampia introduzione dedicata all’analisi dei testimoni di Prose 2, considerando anche il volgarizzamento assai fedele realizzatone dal fiorentino Binduccio dello Scelto (ed. a c. di M. Gozzi, Libro de la storia di Troia, 2000), e del rapporto tra la mise en prose e la complessa tradizione testuale del Roman de Troie.
Chiara Fragomeli
Quanto contava far di conto? Sul lessico matematico nei libri d’abaco dei secoli XIII-XIV
Nome e cognome del Dottorando: Chiara Fragomeli
E-Mail: chiara.fragomeli@student.unisi.it fragomeli.chiara@gmail.com
Denominazione Dottorato: Filologia e critica
Ciclo Dottorato: XXXV
Università e Dipartimento: Università degli studi di Siena – Dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature Antiche e Moderne
Titolo della Tesi: Quanto contava far di conto? Sul lessico matematico nei libri d’abaco dei secoli XIII-XIV
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: Dott. Pär Gunnar Larson, direttore di ricerca presso l’Istituto CNR “Opera del Vocabolario Italiano”
Nome e cognome di eventuali co-Tutor, Università e Dipartimento: prof. Lluís Cifuentes i Comamala, Universitat de Barcelona – Departament de Filologia Catalana i Lingüística General
Data approssimativa della discussione: marzo 2023
I libri d’abaco rappresentano le testimonianze più interessanti della produzione matematica sviluppatasi a partire dal secolo XIII e attiva fino al pieno Cinquecento e oltre. Sono testi scritti a imitazione del Liber abaci di Leonardo Pisano e redatti dai maestri d’abaco, artigiani e commercianti che tenevano corsi di matematica pratica.
Fino ad oggi non è mai stato affrontato uno studio dettagliato del lessico dei libri d’abaco; l’attenzione della quasi totalità degli studiosi si è concentrata principalmente sulla trattatistica dei secoli XV e XVI, a scapito di opere prodotte in epoca precedente, che pure sono meritevoli di attenzione; basti considerare che la matematica occidentale conobbe un nuovo slancio proprio nell’Italia medievale dei comuni e grazie alle attività commerciali. I libri d’abaco non sono prodotti letterari, ma scaturiscono dalla necessità pragmatica di formare futuri mercanti e banchieri: lo studio delle scelte lessicali e grammaticali dettate dal bisogno di comunicare un sapere pratico, quindi, può rappresentare un’ottima occasione per approfondire il ruolo giocato dal linguaggio della matematica nello sviluppo dell’italiano dei primi secoli e del catalano.
Il progetto di ricerca si propone di studiare il lessico della matematica impiegato nei libri d’abaco dei secoli XIII e XIV (con incursioni nel secolo XV ove necessario), tenendo conto degli adattamenti dal latino medioevale, dall’arabo, dalle lingue romanze e della patina linguistica di ogni manoscritto testimone.
L’esame del lessico non può prescindere dall’analisi diretta dei testimoni e del loro contenuto, perciò sarà necessario svolgere attività preliminari di ricerca codicologica ed edizione dei testi.
Successivamente, sarà condotto uno studio sui singoli libri d’abaco vòlto all’individuazione del lessico specifico del calcolo algebrico. L’esposizione delle regole e la risoluzione verbale dei problemi proposti mettono di fronte ai termini su cui si fonda il lessico dell’algebra medievale: ad esempio, numero per “termine noto”, cosa per “incognita” (ma inizialmente i traduttori coniarono il termine radix dall’adattamento fonetico di ğizi, che indicava l’incognita), censo per “incognita al quadrato” (dalla parola latina census, calco semantico dell’arabo māl, “ricchezza, abbondanza”).
Una volta individuato il lessico, saranno descritte la frequenza e la rilevanza dei vocaboli e delle locuzioni individuati; particolare attenzione sarà dedicata alla classificazione dei verbi/strutture verbali in base alla loro specializzazione, e ai contesti ed enunciati formulari e non sintetici, dato il minore livello di standardizzazione delle formule rispetto alla matematica moderna, motivo per il quale il lessico dei libri d’abaco è particolarmente aperto a nuovi termini o a nuove attribuzioni di significato a termini già esistenti e in uso.
Oltre alle ricerche già menzionate, saranno schedati, seppure con minor precisione, i materiali galloromanzi, francesi e provenzali, esistenti e coincidenti con il lessico individuato in precedenza.
Infine, sarà condotto uno studio comparativo vòlto ad individuare elementi di somiglianza o difformità tra i testi italiani e catalani. Per esempio, il Tractatus algorismi di Jacopo da Firenze è un’opera che, secondo gli studiosi, sembrerebbe non essere fondata su uno scritto algebrico latino o arabo. Se così fosse, Jacopo deve essere stato ispirato da un ambiente di lingua romanza, forse da identificarsi con la Catalogna poiché, oltre a essere facilmente raggiungibile da Montpellier, agli inizi del secolo XIV era coinvolta in intensi scambi commerciali con il mondo arabo e dunque poteva costituire un canale per le influenze ibero-islamiche in Italia. Ancora, i libri d’abaco italiani e i testi ibero-provenzali sembrerebbero presentare alcune differenze nella trattazione della regola del tre, già a partire dal nome: in area italiana è generalmente indicata come regola delle tre cose; in area ibero-provenzale è denominata regla de si tant vall tant. Inoltre, nei testi italiani la regola è presentata come risoluzione a problemi di carattere pratico, in cui compaiono monete e merci; nei testi ibero-provenzali, la regola del tre è introdotta da problemi numeri di carattere teorico.
Marco Francescon
La concezione figurale nelle prose francesi del ciclo Lancelot-Graal
Nome e cognome del Dottorando: Marco Francescon
E-Mail: marco.francescon@unitn.it
Denominazione Dottorato: Le forme del testo
Ciclo Dottorato: XXXIV
Università e Dipartimento: Università di Trento – Dipartimento di Lettere e Filosofia
Titolo della Tesi: La concezione figurale nelle prose francesi del ciclo Lancelot-Graal
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: prof.ssa Roberta Capelli, Università di Trento – Dipartimento di Lettere e Filosofia
Data approssimativa della discussione: –
Il progetto di ricerca propone un ripensamento complessivo dell’allegoresi dei romanzi del ciclo della Vulgate (o Lancelot-Graal) secondo la categoria retorico-stilistica di figura, codificata da Auerbach nell’omonimo saggio dei Neue Dantestudien. La ricerca muove da un presupposto metodologico di fondo: il reperimento di temi figurali nei testi letterari deve intrecciarsi ad una meditazione attorno al concetto auerbachiano di figura volta a operare una sintesi tra la prospettiva filologica e quella estetica. Lo studio cerca perciò di ritrovare nell’esegesi prescolastica e monastica il medium fra la tradizione patristica e la trasposizione profana dell’elemento retorico nel dominio letterario oitanico. Unendo la riflessione sugli aspetti stilistici alla ricerca filologica sui testi di transizione, latini e volgari, si vuole dimostrare che la dicotomia tra forme neoplatoniche e figurali informa l’allegoresi profana, e in particolare che la categoria di figura costituisce un efficace strumento ermeneutico nell’interpretazione dei moduli retorici di alcune branches della Vulgate.
Barbara Francioni
Sistemi linguistici a contatto nel canzoniere estense. Indagini stratigrafiche e filologiche delle componenti occitaniche e oitaniche
Nome e cognome del Dottorando: Barbara Francioni
E-Mail: barbara.francioni@outlook.it
Denominazione Dottorato: Filologia e critica – Filologia romanza
Ciclo Dottorato: XXXV
Università e Dipartimento: Università degli Studi di Siena – Dipartimento di filologia e critica delle letterature antiche e moderne
Titolo della Tesi: Sistemi linguistici a contatto nel canzoniere estense. Indagini stratigrafiche e filologiche delle componenti occitaniche e oitaniche
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: Fabrizio Cigni, Università degli Studi di Pisa, Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica; Co-tutor: Yan Greub, Université de Lorraine/ATILF, Nancy (Francia)
Data approssimativa della discussione: marzo/luglio 2023
Il progetto di ricerca consiste in uno studio linguistico sulle interferenze lessicali, morfologiche e fonetiche nelle liriche in lingua d’oc e in lingua d’oïl contenute nel canzoniere estense α.R.4.4 (D-Da provenzale, H francese), procedendo ad uno spoglio integrale dei testi contenuti nelle tre raccolte e ad una classificazione stratigrafica delle forme eterogenee riscontrate tra quelle riconducibili all’intervento ultimo del copista, quelle già presenti nelle sue fonti e quelle risalenti possibilmente alla cosiddetta “lingua dell’autore”. Lo studio, oltre ad analizzare la lingua dei testi tràditi dal canzoniere, si pone anche l’obiettivo di fare maggiore chiarezza sulla natura del materiale a disposizione dell’importante scriptorium dell’Estense.
Niccolò Gensini
Perceval tra epos e romanzo: genesi, ricezione e tradizioni testuali. Con edizione critica del Livre d’Helias et Perceval
Nome e cognome del Dottorando: Niccolò Gensini
E-Mail: niccolo.gensini2@unibo.it
Denominazione Dottorato: Culture letterarie e filologiche / Romanistik
Ciclo Dottorato: XXXIV
Università e Dipartimento: Alma Mater Studiorum – Università di Bologna (Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica) / Universität Zürich (Romanisches Seminar)
Titolo della Tesi: Perceval tra epos e romanzo: genesi, ricezione e tradizioni testuali. Con edizione critica del Livre d’Helias et Perceval
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: prof.ssa Giuseppina Brunetti, Università di Bologna – Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica
Nome e cognome di eventuali co-Tutor, Università e Dipartimento: prof. Richard Trachsler, Universität Zürich – Romanisches Seminar
Data approssimativa della discussione: giugno 2022
Il progetto di ricerca ha lo scopo di descrivere le diverse fasi storiche tramite le quali la struttura narrativa del personaggio di Perceval si è evoluta nel corso dei primi due secoli della sua fortuna letteraria, romanza ed europea, dalla sua genesi alla sua prima ricezione. Perceval, l’ingenuo cavaliere, ignaro delle leggi del mondo e dei costumi della società cortese, creato dalla fantasia di Chrétien de Troyes, è protagonista di molti romanzi in versi e in prosa apparsi tra la fine del s. XII e la seconda metà del s. XIII, in area romanza, ossia soprattutto francese, ma non solo. Lo studio filologico della storia dell’evoluzione del personaggio entro le galassie testuali e le forme della tradizione che lo riguardano permette di delineare un quadro composito nel quale è possibile rintracciare anche la genesi e lo sviluppo di importanti fenomeni storico-letterari, destinati ad influenzare sul lungo termine la letteratura europea e occidentale: il passaggio dai versi alla prosa, la creazione di possenti impianti narrativi ciclici, la strutturazione dei racconti romanzeschi su alcuni nuclei tematici fondamentali, come quelli della predestinazione, del progresso lineare della storia verso un obiettivo finale conclusivo, dell’autoanalisi e della riflessione sul proprio destino e sulle proprie responsabilità, sono alcune tappe dell’evoluzione del genere ‘romanzo’ medievale di cui Perceval è protagonista indiscusso, in virtù della sua conformazione originaria e grazie alle differenti esigenze letterarie, narrative e ideologiche, che di volta in volta è stato chiamato ad assumere. Infine la ricerca si concentra su un caso studio in grado di illuminare la persistenza delle strutture descrittive individuate: le Prophecies de Merlin, romanzo della seconda metà del s. XIII, sono infatti espressione di una delle svariate modalità di allestimento della vicenda percevaliana; infatti entro la tradizione del testo delle Prophecies de Merlin, risulta emblematico il caso del Livre d’Helias et Perceval in cui la figura di Perceval è calata in un contesto narrativo nel quale il suo carattere può esprimere al meglio le potenzialità insite nella sua struttura biografica sia sul punto strettamente diegetico sia su quello contenutistico. Di tale sezione si offre un’edizione critica, costituita tramite il controllo di tutti i testimoni e corredata di una nota la testo con una nuova e completa analisi della tradizione manoscritta.
Elisa Giorgetti
Il volgarizzamento dei Dialogorum libri di Gregorio Magno nel codice Intronati I.V.28. Edizione e studio linguistico.
Nome e cognome del Dottorando: Elisa Giorgetti
E-mail: e.giorgetti2@student.unisi.it
Denominazione Dottorato: Filologia e critica curriculum Lessicografia web based dell’italiano antico
Ciclo Dottorato: XXVII
Università e Dipartimento: Università degli studi Siena, dipartimento di Filologia delle letterature antiche e moderne
Titolo della Tesi: Il volgarizzamento dei Dialogorum libri di Gregorio Magno nel codice Intronati I.V.28. Edizione e studio linguistico
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: Maria Sofia Lannutti, prof.ssa ordinaria di Filologia e Linguistica romanza dell’Università di Firenze. Dipartimento di Lettere e Filosofia
Data approssimativa della discussione: aprile 2025
Il progetto si propone l’edizione critica e lo studio linguistico dell’inedito volgarizzamento dei Dialogi di Gregorio Magno trasmesso dal codice Intronati I.V.28. La traduzione, integrale ed anonima, risulta autonoma dai sei volgarizzamenti italiani oggi conosciuti, realizzati tra il XIV e il XV secolo. Il volgarizzamento presenta diversi tratti tipici dell’area mediana, elemento originale se si considera che un’ampia circolazione dell’opera volgare è attestata in altre parti della penisola. Questi tratti saranno oggetto di un’analisi linguistica che consenta una localizzazione più puntuale.
Luigi Ippolito
Per una Grammatica del riso: lingua, stile e prossemica dei «contes à rire» dell’Età di mezzo
Nome e cognome del Dottorando: Luigi Ippolito
E-Mail: lippolito@unisa.it
Denominazione Dottorato:Studi Letterari, Linguistici e Storici (DILLS)
Ciclo Dottorato: XXXVII
Università e Dipartimento: Università degli Studi di Salerno, Dipartimento di Studi Umanistici (DIPSUM)
Titolo della Tesi: Per una Grammatica del riso: lingua, stile e prossemica dei «contes à rire» dell’Età di mezzo
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: Sabrina Galano, Università degli Studi di Salerno, Dipartimento di Studi Umanistici (DIPSUM)
Data approssimativa della discussione: 2024
Il progetto di ricerca si pone come obiettivo quello di indagare sul problema del ridere in età medievale, in particolare nel periodo che va dal XII al XIV secolo, anni in cui nel nord-est della Francia si sviluppò il genere letterario del fabliau, un breve racconto in versi dai toni allegri e spesso osceni con cui la società laica del tempo manifestò l’esigenza di ridere e far ridere. Superando i meri contenuti burleschi di questi racconti, la linea di ricerca del progetto è quella di individuare, sulla base di uno schema interpretativo che servirà a ottenere dei dati più precisi e circoscritti, l’insieme dei fattori culturali, linguistici, paralinguistici e cinesici che intervengono nella costruzione di una performance comica. Lo studio si concentrerà in un primo momento sul nucleo di fabliaux erotici, in cui è presente una forte matrice comica, per poi allargare il campo della ricerca non solo ai testi appartenenti allo stesso genere letterario, ma anche ad altre forme narrative in cui è possibile rilevare la necessità di far ridere. Il lessico costituirà la guida del percorso di analisi verso le fonti del comico, o meglio verso quegli elementi atti a rafforzare e implementare una vis comica già preesistente. Si cercherà, inoltre, di ravvisare una forma di teatralità in questi racconti, la cui diffusione è possibile che non sia avvenuta solo per mezzo della voce (lettura), ma anche grazie a un’interpretazione di tipo “attoriale”. Infine, i risultati serviranno per redigere una Grammatica del riso, in cui saranno organizzati e commentati gli esiti della ricerca, nel tentativo di fornire un contributo, sia sul piano letterario-linguistico che storico-sociologico, su un meccanismo complesso come quello del ridere. La raccolta e la catalogazione di tali elementi comici sarà data dallo spoglio sistematico dei testi appartenenti al corpus dei fabliaux, il Nouveau recueil complet des fabliaux (NRCF, 1983-98). Una parte del lavoro, inoltre, sarà dedicata a una selezione di fabliaux, meno noti e poco studiati, per i quali sarà proposta una edizione critica e una traduzione in italiano.
Giorgia Laricchia
Studio ed edizione del canzoniere di Guiraut de Calanso
Nome e cognome del Dottorando: Giorgia Laricchia
E-Mail: giorgia.laricchia@unina.it
Denominazione Dottorato: Filologia
Ciclo Dottorato: XXXIII
Università e Dipartimento: Università degli Studi di Napoli “Federico II” – Dipartimento di Studi Umanistici
Titolo della Tesi: Studio ed edizione del canzoniere di Guiraut de Calanso
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: prof.ssa Oriana Scarpati, Università degli Studi di Napoli Federico II – Dipartimento di Studi Umanistici
Nome e cognome di eventuali co-Tutor, Università e Dipartimento: prof. Corrado Calenda, Università degli Studi di Napoli Federico II – Dipartimento di Studi Umanistici
Data approssimativa della discussione: aprile / maggio 2021
La ricerca è improntata all’allestimento di una nuova e completa edizione critica del corpus lirico di Guiraut de Calanso, e propone modifiche testuali e interpretative rispetto alla deficitaria edizione di Ernst (Die Lieder des provenzalischen trobadors guiraut von calanso, in «Romanische Forschungen», 44, 1930). Il lavoro intende offrire un tentativo di ricollocazione della figura storica del trovatore e della sua produzione lirica (sette canzoni, due descortz, un sirventes-canso, un planh, un sirventes-ensenhamen) nel solco della tradizione poetica occitana di fine XII – inizio XIII secolo, attraverso la ricostruzione dell’itinerario biografico e un riordinamento cronologico dei componimenti. Lo studio inoltre indaga l’ascendenza di Arnaut Daniel: il trovatore di Ribérac funge infatti da modello di virtuosismo tecnico e formale, da cui l’epigono Guiraut recupera ogni sorta di artificio metrico e retorico.
Claudia Lemme
Il ricettario del ms. 215 della Biblioteca Classense di Ravenna (ff. 93r-156v): edizione, commento linguistico e glossario
Nome e cognome del Dottorando: Claudia Lemme
E-Mail: lemme.claudia89@gmail.com
Denominazione Dottorato: Lingue, letterature e culture in contatto
Ciclo Dottorato: XXXIII
Università e Dipartimento: Università di Chieti-Pescara – Dipartimento Lingue, Letterature e Culture moderne
Titolo della Tesi: Il ricettario del ms. 215 della Biblioteca Classense di Ravenna (ff. 93r-156v): edizione, commento linguistico e glossario
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: prof.ssa Ilaria Zamuner, Università di Chieti-Pescara – Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali
Nome e cognome di eventuali co-Tutor, Università e Dipartimento: prof. Sergio Lubello, Università di Salerno – Dipartimento di Studi Umanistici; prof. Lluís Cifuentes i Comamala, Universitat de Barcelona – Departament de Filologia Catalana i Lingüística General
Data approssimativa della discussione: marzo 2021
Edizione del ricettario medico plurilingue contenuto nel ms. 215 della Biblioteca Classense di Ravenna ai ff. 93r-156v, corredata di analisi linguistica delle due lingue principali (catalano e italiano) e di un glossario selettivo che prende in esame una raccolta di voci scarsamente o non documentate nei principali dizionari romanzi.
Andrea Menozzi
Studio della tradizione dei Miracles de Nostre Dame di Gautier de Coinci, con edizione critica dei miracoli di Notre-Dame di Laon
Nome e cognome del Dottorando: Andrea Menozzi
E-Mail: andrea.menozzi@sns.it
Ciclo Dottorato: XXXV
Università e Dipartimento: Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Lettere e Filosofia
Titolo della Tesi: Studio della tradizione dei Miracles de Nostre Dame di Gautier de Coinci, con edizione critica dei miracoli di Notre-Dame di Laon
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: prof. Lino Leonardi, Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Lettere e Filosofia
Nome e cognome di eventuali co-Tutor, Università e Dipartimento: prof. Frédéric Duval, École Nationale des Chartes, Centre Jean-Mabillon
Data approssimativa della discussione: 2024
Gli obiettivi del mio progetto sono uno studio della tradizione (esteso a tutta l’opera) dei Miracles de Nostre Dame di Gautier de Coinci, e l’allestimento di una nuova edizione critica della sezione dei miracoli di Notre-Dame de Laon (II Mir 14-17 e 26, secondo il sistema di sigle in uso). L’edizione critica di questi miracoli di Laon sarà allestita secondo tutto il testimoniale, e sarà corredata da un commento puntuale e da uno studio comparativo esauriente di tutte le versioni note – mediolatine e romanze – dei miracoli
pubblicati.
Giovanni Merisi
La Venetiana (1619) di Giovan Battista Andreini: edizione, commento, spoglio linguistico e glossario di una commedia di Giovan Battista Andreini
Nome e cognome del Dottorando: Giovanni Merisi
E-Mail: giovanni.merisi@unil.ch
Denominazione Dottorato: Etudes italiennes
Università e Dipartimento: Université de Lausanne, Section d’italien
Titolo della Tesi: La Venetiana (1619) di Giovan Battista Andreini: edizione, commento, spoglio linguistico e glossario di una commedia di Giovan Battista Andreini
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: Lorenzo Tomasin, Université de Lausanne, Faculté des Lettres, Section d’italien
Data approssimativa della discussione: 2025
Il progetto ha come obiettivo l’edizione e lo studio sistematico de La Venetiana, commedia in cinque atti data alle stampe nel 1619 da Giovan Battista Andreini (1576-1654), autore di primaria importanza nel ricco panorama teatrale del Seicento italiano. Attraverso un’analisi tripartita su altrettante aree di studio – si spazia da quella filologico letteraria fino alla linguistica, passando per quella storico-culturale fino alla costituzione di uno strumento informatico in grado di dare accesso immediato alle opere dell’autore – sarà possibile fornire, finalmente, un testo inspiegabilmente ancora privo di edizione moderna, studiarne approfonditamente la lingua – il veneziano– sapientemente utilizzata dall’Andreini per comporre La Venetiana, unico suo testo a essere scritto in un’unica varietà linguistica, ed evidenziarne i contributi letterari, storici e culturali. Gli studi sull’Andreini – come sottolinea Luca D’Onghia – sono caratterizzati da un tipico squilibrio, che vede i contributi critici sopraffare ampiamente le edizioni, spesso poco attendibili. Un testo correttamente fissato contribuirà, oltre a rendere facilmente fruibile– favorendo di fatto l’avvio di futuri studi – un testo la cui lettura è finora affidata alle due stampe del 1619, e a bilanciare in parte questa tendenza. La grande tavolozza espressiva che contraddistingue le opere dell’Andreini conferisce a La Venetiana un valore linguistico che oltrepassa i puri interessi legati al genere teatrale, in quanto fornisce uno straordinario esempio di veneziano secentesco, il cui studio – fonetico, morfologico e lessicale – apporterà un contributo alle sempre più numerose ricerche su questo dialetto. L’analisi lessicale di quest’opera verrà raccolta in un ampio glossario capace di mostrare non solo la ricchezza del vocabolario di Andreini, ma anche di fornire nuovi elementi preziosi al già vasto panorama linguistico del veneziano. L’importanza della figura di Andreini – drammaturgo, attore, trattatista – per il teatro del Seicento è ormai ampiamente riconosciuta, anche grazie agli studi che, negli ultimi decenni, sono diventati a poco a poco più numerosi. Grazie a questo progetto si potrà ancora una volta valutare lo statuto di Giovan Battista Andreini, attivo nelle più importanti corti italiane e europee, e di un’opera – La Venetiana – ancora poco studiata a letta, sulla quale si potranno fare, finalmente, considerazioni letterarie, storiche e culturali approfondite.
Marta Milazzo
Per un repertorio onomastico nel romanzo medievale francese (XII-XV ss.)
Nome e cognome del Dottorando: Marta Milazzo
E-Mail: marta.milazzo@phd.unipd.it
Denominazione Dottorato: Dottorato in Scienze Linguistiche, Filologiche e Letterarie
Ciclo Dottorato: XXXVI
Università e Dipartimento: Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari
Titolo della Tesi: Per un repertorio onomastico nel romanzo medievale francese (XII-XV ss.)
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: Giovanni Borriero, Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari
Data approssimativa della discussione: primavera 2024
Allestimento di un indice onomastico relativo ai soli antroponimi presenti in un corpus di circa 250 romanzi medievali francesi (XII-XV ss.). L’indice sarà accompagnato da un volume di studi critici.
Elena Muzzolon
Retoriche dell’estasi: uscite dal mondo e stati alterati di coscienza nelle letterature del medioevo di Francia
Nome e cognome del Dottorando: Elena Muzzolon
E-Mail: elena.muzzolon@phd.unipd.it
Denominazione Dottorato: Dottorato in Scienze Linguistiche, Filologiche e Letterarie
Ciclo Dottorato: XXXVI
Università e Dipartimento: Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari
Titolo della Tesi: Retoriche dell’estasi: uscite dal mondo e stati alterati di coscienza nelle letterature del medioevo di Francia
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: Alvaro Barbieri, Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari
Data approssimativa della discussione: febbraio 2024
Il progetto di ricerca è volto alla redazione di una monografia di sintesi sulle retoriche e sulle rappresentazioni letterarie della dimensione estatica nel Medioevo galloromanzo, in un corpus di testimonianze che vanno dalla poesia dei trovatori al romanzo arturiano, tra XII e XIII secolo. L’indagine è volta a fare emergere una casistica che è stata solo parzialmente sondata, ma che è ancora in larga parte sommersa, e a ricomporre in un’ampia visione di sintesi le concrezioni testuali riconducibili alle manifestazioni dell’estasi e della transe, agli eccessi dell’esultanza psichica e alle uscite dalla dimensione mondana, in una prospettiva ermeneutica fondata sulla centralità del testo, ponendo l’accento sui dispositivi formali e sugli aspetti di ricorsività retorica, valorizzando le invarianti e le consonanze di lunga durata, ma altresì le determinazioni storico-ideologiche e i rapporti con i singoli contesti culturali. Particolare attenzione è accordata alle strutture formulari, al vocabolario e alla semantica storica della rappresentazione estatica, ai marcatori lessicali, agli aspetti topicizzati, alle parole chiave che appartengono alla sfera del pensiero, dell’oblio, dell’inappagamento erotico e della gioia contemplativa.
Gianluca Olcese
Evidenze romanze e slave del culto di san Giovanni Battista
Nome e cognome del Dottorando: Gianluca Olcese
E-Mail: gianluca.olcese@uwr.edu.pl
Denominazione Dottorato: Filologia (Università di Wrocław) – Filologia, interpretazione e storia dei testi italiani e romanzi (Università di Genova)
Ciclo Dottorato: Università di Wroclaw, n.a.; Università di Genova: XXIV
Università e Dipartimento: Università di Wroclaw – Dipartimento di Studi Classici Mediterranei e Orientali; Università degli Studi di Genova – Dipartimento di Lingue e Culture Moderne, Scuola di Scienze Umanistiche
Titolo della Tesi: Evidenze romanze e slave del culto di san Giovanni Battista
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: prof. Gosciwit Malinowski, Università di Wroclaw – Dipartimento di Studi Classici Mediterranei e Orientali; prof. Nicolò Pasero, Università degli Studi di Genova, Scuola di Scienze Umanistiche
Data approssimativa della discussione: gennaio 2021
La tradizione che fa riferimento al culto di san Giovanni Battista, mostra tracce di continuità con usi e costumi precristiani in diverse aree d’Europa e a livello internazionale. La mia ricerca mostra quali sono i legami di continuità con le festività del solstizio estivo, nel calendario agrario e gli usi religiosi precristiani nella tradizione romana per poter tracciare un’ipotesi sulla struttura delle forme di culto precristiane per questo periodo dell’anno tra i popoli slavi.
Paula Pérez Milán
La presenza del sapere scientifico nella poesia italiana dalle Origini al Trecento
Nome e cognome del Dottorando: Paula Pérez Milán
E-Mail: paula.perezmilan@student.unisi.it
Ciclo Dottorato: XXXIV
Università e Dipartimento: Università degli Studi di Siena – Dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature Antiche e Moderne
Titolo della Tesi: La presenza del sapere scientifico nella poesia italiana dalle Origini al Trecento
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: prof.ssa. Maria Sofia Lannutti, Università degli Studi di Firenze – Dipartimento di Lettere e Filosofia
Nome e cognome di eventuali co-Tutor, Università e Dipartimento: prof. Manuele Gragnolati, Sorbonne Université-Paris IV, UFR Études italiennes et roumaines,
Data approssimativa della discussione: 2022
Il progetto di tesi risponde al bisogno di offrire un quadro ordinato e sistematico attraverso il quale poter analizzare l’influenza del sapere scientifico nella produzione lirica italiana dalle Origini a Petrarca. La ricerca consiste principalmente nell’esplorare i legami riscontrabili tra l’espressione poetica e il mondo naturale. Attraverso la lettura e la contestualizzazione della trattatistica specifica (bestiari, lapidari, erbari e trattati alchemici) si è cercato di stabilire in quale misura l’articolazione delle immagini letterarie costruite a partire da elementi appartenenti al mondo naturale sia legata alla diffusione nell’Europa del XII e XIII secolo delle correnti di indagine e riflessione scientifica.
Fabiola Pericolo
Le complaintes amoureuses di Christine de Pizan: edizione critica
Nome e cognome del Dottorando: Fabiola Pericolo
E-Mail: fpericolo@unisa.it
Denominazione Dottorato: Studi letterari, linguistici e storici, curriculum studi letterari
Ciclo Dottorato: XXXV
Università e Dipartimento: Università degli Studi di Salerno, Dipartimento di Studi Umanistici
Titolo della Tesi: Le complaintes amoureuses di Christine de Pizan: edizione critica
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: Sabrina Galano, Università degli studi di Salerno, Dipartimento di Studi Umanistici
Data approssimativa della discussione:
Il progetto di ricerca si incentra sull’edizione critica delle Complaintes amoureuses di Christine de Pizan, scrittrice di grande creatività, tra le figure più interessanti e significative del panorama letterario francese tra XIV e XV secolo. La sua produzione nasce in un’epoca di grandi mutamenti e di cui l’autrice rispecchia la sensibilità. Dal confronto con un’eredità intellettuale fondamentalmente maschile, emerge in tutta la scrittura di Christine de Pizan una nuova forma di identità artistica, tesa a stabilire l’autorità femminile attraverso la riscrittura della tradizione. Il progetto si propone come obiettivo la realizzazione di una nuova edizione critica delle Complaintes amoureuses, due componimenti in versi scritti in lingua francese tra il 1402 e il 1410 e tramandati rispettivamente da due manoscritti (London, British Library, Harley, 4431, f. 48rb-49va ; Chantilly, Bibliothèque et Archives du Château, 492-493, t. 1, f. 35r ) e da quattro manoscritti (London, British Library, Harley, 4431, f. 56vb-58rb; Paris, Bibliothèque nationale de France, français, 604, f. 27r ; Paris, Bibliothèque nationale de France, français, 835, f. 50rb-51vb; Paris, Bibliothèque nationale de France, français, 12779, f. 33ra). I testi sono stati oggetto di un’unica edizione OEuvres poétiques de Christine de Pisan, pubblicata nel 1886 a cura di Maurice Roy. Il genere della complainte, ossia del lamento, fa riferimento alla tradizione letteraria mediolatina (lamentatio) e a quella occitana (planh) e vide, come spesso accade per le opere medievali, una larga diffusione orale. La complainte medievale in lingua francese è una canzone in forma narrativa, spesso drammatizzata ed indirizzata ad un vasto pubblico, si avvicina per certi aspetti alle orazioni funebri e, a livello prosodico e musicale, si distingue dalle altre forme poetiche per l’insistenza delle rime. Nelle Complaintes amoureuses di Christine de Pizan, scritte in medio francese, vi sono lunghe e languide lamentazioni di ‘inseguitori d’amore’ che aspirano ai favori delle loro dame. Questa monotonia dolce, resa ugualmente dal punto di vista espressivo, è bruscamente interrotta dalla comparazione dei lamenti con la mitologia, attraverso il riferimento all’amore di Pigmalione, alle avventure di Deucalione e Pirra e alla punizione dell’insensibile Anassarete. L’edizione critica sarà arricchita da un’attenta analisi linguistica, da uno studio letterario sul genere delle Complaintes e sulle fonti da cui attinge Christine de Pizan. Il progetto prevede, inoltre, per la prima volta una traduzione dei due testi in lingua italiana, con la conseguente creazione di un glossario. Un approfondito studio filologico e la stesura di una redazione del testo, condotta applicando le norme moderne fissate per l’edizione dei testi medievali, permetterebbe di focalizzare l’attenzione sulle complaintes amoureuses e sulla figura di Christine de Pizan.
Enea Pezzini
Il Canzoniere di Andrea Michieli detto lo Strazzola. Edizione critica e commento
Nome e cognome del Dottorando: Enea Pezzini
E-Mail: enea.pezzini@sns.it
Denominazione Dottorato: Letteratura, arte e storia dell’Europa Medioevale e Moderna
Ciclo Dottorato: XXXIV
Università e Dipartimento: Scuola Normale Superiore – Pisa e Università di Losanna
Titolo della Tesi: Il Canzoniere di Andrea Michieli detto lo Strazzola. Edizione critica e commento
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: Luca D’Onghia (SNS – Pisa) – Lorenzo Tomasin (UNIL – Losanna)
Data approssimativa della discussione: autunno 2022
La tesi consiste nella prima edizione critica e commentata delle rime di Andrea Michieli detto lo Strazzola (m. 1510), un prolifico poeta veneziano del secondo Quattrocento titolare di un canzoniere di notevole interesse anzitutto linguistico ed espressivo.
Noemi Pigini
La tradizione manoscritta del Dialogo della divina provvidenza di santa Caterina da Siena. Prolegomeni per l’edizione critica
Nome e cognome del Dottorando: Noemi Pigini
E-Mail: noemi.pigini@student.unisi.it
Ciclo Dottorato: XXXIV
Università e Dipartimento: Università degli Studi di Siena – Dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature Antiche e Moderne
Titolo della Tesi: La tradizione manoscritta del Dialogo della divina provvidenza di santa Caterina da Siena. Prolegomeni per l’edizione critica
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: prof. Claudio Lagomarsini, Università degli Studi di Siena – Dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature Antiche e Moderne
Nome e cognome di eventuali co-Tutor, Università e Dipartimento: prof. Johannes Bartuschat, Universität Zürich, Romanisches Seminar
Data approssimativa della discussione: primavera 2022
Il Dialogo della divina provvidenza o Libro della divina dottrina di santa Caterina, fu composto a Siena tra il 1377 e il 1378 e dettato dalla santa ai tre segretari, Neri Pagliaresi, Stefano Maconi e Barduccio Canigiani. L’opera, un trattato mistico-teologico in volgare toscano strutturato in forma di dialogo, consta di 26 manoscritti (stando all’ultimo censimento, seppur lacunoso, di Aurigemma, 1988). Nonostante l’ampia diffusione che il testo ha avuto nel corso dei secoli, il Dialogo manca ancora di un’edizione ecdoticamente valida, stabilita a partire dal vaglio di tutto il testimoniale manoscritto conservato. Il mio progetto di ricerca propone di offrire i prolegomena per l’allestimento di un’edizione critica del Dialogo di santa Caterina da Siena, condotta alla luce di un censimento completo della tradizione manoscritta, accompagnato da una perizia paleografica e linguistica di prima mano, oltre che da una recensio esaustiva del testimoniale. Accanto ad un saggio di edizione dell’opera, è prevista un’ampia panoramica sulla storia della circolazione del Dialogo e la sua ricezione, per inquadrare le reti di scriptoria che ne hanno promosso la diffusione negli ambienti ecclesiastici e laici tra Quattro e Cinquecento. Il lavoro comprenderà infine una nota sulla lingua e lo stile della prosa di Caterina.
Eleonora Pochettino
Le liriche di Jaufre Rudel. Edizione critica e commento
Nome e cognome del Dottorando: Eleonora Pochettino
E-Mail: eleonora.pochettino@gmail.com
Ciclo Dottorato: XXXVI
Denominazione Dottorato: Filologia
Università e Dipartimento: Università degli studi di Napoli Federico II – Dipartimento di Studi Umanistici
Titolo della Tesi: Le liriche di Jaufre Rudel. Edizione critica e commento.
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: prof.ssa Oriana Scarpati, Università degli studi di Napoli Federico II – Dipartimento di Studi Umanistici
Nome e cognome di eventuali co-Tutor, Università e Dipartimento: prof. Paolo Di Luca, Università degli Studi di Napoli Federico II – Dipartimento di Studi Umanistici
Data approssimativa della discussione: ottobre 2023
Il progetto di tesi si basa su una nuova edizione critica commentata dei testi di Jaufre Rudel. Lo studio prevede il riesame del testo critico proposto nel 1985 da Giorgio Chiarini, l’analisi delle coblas ritenute apocrife attestate in parte del testimoniale disponibile e la realizzazione di un commento esteso ed articolato ai componimenti del trovatore, in cui ci si prefigura inoltre di includere una ricerca sulla fortuna rudelliana nella successiva tradizione letteraria.
Gavino Scala
La tradizione manoscritta del Livre du gouvernement des roys et des princes. Studio filologico e saggio di edizione
Nome e cognome del Dottorando: Gavino Scala
E-Mail: gavino.scala@student.unisi.it
Denominazione Dottorato: Filologia e critica
Ciclo Dottorato: XXXIII
Università e Dipartimento: Università degli studi di Siena – Dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature Antiche e Moderne
Titolo della Tesi: La tradizione manoscritta del Livre du gouvernement des roys et des princes. Studio filologico e saggio di edizione
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: prof.ssa Anne Angele Schoysman, Università di Siena – Dipartimento di Scienze della Formazione, Scienze Umane e della Comunicazione Interculturale
Nome e cognome di eventuali co-Tutor, Università e Dipartimento: prof. Richard Trachsler, Universität Zürich – Romanisches Seminar
Data approssimativa della discussione: aprile 2021
Il progetto si pone l’obiettivo di fornire uno studio filologico approfondito sulla tradizione manoscritta di uno dei più diffusi e importanti trattati di formazione morale e politica del Medioevo in volgare, Le Livre du gouvernement des rois et princes di Henri de Gauchy, traduzione francese del De regimine principum di Egidio Romano, datata al 1282 e commissionata da Filippo III l’Ardito (ma dedicata al figlio, nonché futuro re di Francia, Filippo IV il Bello). Attraverso una collazione del testimoniale prima in termini di macro-struttura, poi per loci critici, è stato possibile tracciare uno stemma codicum e chiarire gli aspetti della trasmissione testuale, anche tramite un capillare confronto con il modello latino; grazie a questo tipo di analisi si sono quindi rintracciate le caratteristiche della translatio ma è anche evidenziata la varietà della tradizione francese (ad esempio, lo stemma mostra anche l’esistenza di gruppi di codici che trasmettono versioni compendiate o incomplete). Oltre ad una serie di riflessioni sui rapporti con la fonte, sul contesto e sulla diffusione, si è dato poi prova del testo tramite una proposta di edizione accompagnata da un apparato critico e da una serie di note di commento.
Anna Simonato
Anglicismi e iberismi nel veneziano
Nome e cognome del Dottorando: Anna Simonato
E-Mail: anna.simonato2011@gmail.com
Denominazione Dottorato: Etudes italiennes
Università e Dipartimento: Université de Lausanne
Titolo della Tesi: Anglicismi e iberismi nel veneziano
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: Lorenzo Tomasin, Université de Lausanne
Data approssimativa della discussione: 2023
Studio del contatto linguistico tra il veneziano e l’inglese da un lato, e le lingue iberoromanze da un altro. Comparazione tra i due versanti di tale contatto linguistico. Schedatura sistematica delle voci veneziane d’origine inglese e iberoromanza, funzionale al loro inserimento nel Vocabolario storico-etimologico del veneziano, in preparazione.
Daniele Sorba
La parafrasi antico-francese del salmo 44 (Eructavit cor meum)
Nome e cognome del Dottorando: Daniele Sorba
E-Mail: danielesorba@gmail.com
Denominazione Dottorato: Filologia e critica
Ciclo Dottorato: XXXVII
Università e Dipartimento: Università degli studi di Siena – Dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature Antiche e Moderne
Titolo della Tesi: La parafrasi antico-francese del salmo 44 (Eructavit cor meum)
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: Roberto Tagliani, Università degli studi di Milano Statale, dipartimento di Studi letterari, filologici e linguistici
Nome e cognome di eventuali co-Tutor, Università e Dipartimento: Fabio Zinelli, École Pratique des Hautes Études (Paris), Section des sciences historiques et philologiques
Data approssimativa della discussione: marzo 2025
Il progetto di ricerca è dedicato alla preparazione dell’edizione critica e del commento della parafrasi antico-francese in versi del salmo 44 (Eructavit cor meum). L’opera, di dubbia attribuzione, è stata composta nel xii secolo presso la cerchia della corte di Maria di Champagne e già in epoca antica ha conosciuto una notevole fortuna (se ne contano al momento 19 testimoni). L’allestimento del testo critico sarà il punto di partenza per indagare in particolar modo gli aspetti linguistici del testo, nonché i contenuti teologici dell’opera e le relazioni che essa intrattiene con gli altri prodotti letterari del medesimo ambiente.
Camilla Talfani
Étude linguistique du Chansonnier d’Urfé (Paris, BnF, fr. 22543): analyse de la scripta
Nome e cognome del Dottorando: Camilla Talfani
E-Mail: camilla.tani@gmail.com
Denominazione Dottorato: Letteratura, arte e storia dell’Europa medioevale e moderna
Ciclo Dottorato: 2016-2020
Università e Dipartimento: Université Toulouse – Jean Jaurès – Sciences du Langage
Titolo della Tesi: Étude linguistique du Chansonnier d’Urfé (Paris, BnF, fr. 22543): analyse de la scripta
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: prof. Jean Sibille, Université Toulouse – Jean Jaurès – Sciences du Langage
Nome e cognome di eventuali co-Tutor, Università e Dipartimento: prof.ssa Gilda Caiti-Russo, Université Paul-Valéry – Montpellier
Data approssimativa della discussione: gennaio 2021
Sharon Vanoli
Tradizione didattica e paremiologica nel manoscritto recueil Paris, BnF, fr. 19152
Nome e cognome del Dottorando: Sharon Vanoli
E-Mail: vanoli.sharon@gmail.com
Denominazione Dottorato: Studi Umanistici (curriculum Storia contemporanea e culture comparate)
Ciclo Dottorato: XXXVI
Università e Dipartimento: Università degli Studi di Urbino Carlo Bo – Dipartimento di Scienze della Comunicazione, Studi Umanistici e Internazionali
Titolo della Tesi: Tradizione didattica e paremiologica nel manoscritto recueil Paris, BnF, fr. 19152
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: prof.ssa Antonella Negri, Università degli Studi di Urbino Carlo Bo – Dipartimento di Scienze della Comunicazione, Studi Umanistici e Internazionali; Co-tutor: Roberto Tagliani, Università degli Studi di Milano – Dipartimento di Studi Letterari, Filologici e Linguistici
Data approssimativa della discussione: 2024
L’obiettivo del progetto è lo studio approfondito della trasmissione della cultura volgare all’interno del manoscritto recueil Paris, BnF, fr. 19152, con particolare riferimento alla tradizione didattica e paremiologica in esso contenuta. Si intende analizzare il materiale in prospettiva dialettica e organica, al fine di chiarire il rapporto che ogni testo istaura non solo con i testimoni conservati, quando presenti, ma anche con gli altri testi presenti nel codice in questione.
Benedetta Viscidi
Dorelot vadi vadoie. Lo stupro nella letteratura galloromanza medievale in versi (XII e XIII secolo)
Nome e cognome del Dottorando: Benedetta Viscidi
E-Mail: benedettaviscidi@gmail.com
Denominazione Dottorato: Dottorato in Scienze Linguistiche, Filologiche e Letterarie
Ciclo Dottorato: XXXIV
Università e Dipartimento: Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari
Titolo della Tesi: Dorelot vadi vadoie. Lo stupro nella letteratura galloromanza medievale in versi (XII e XIII secolo)
Nome e cognome del Tutor, Università e Dipartimento: Alvaro Barbieri, Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari
Data approssimativa della discussione: agosto 2022
La tesi si configura come uno studio delle rappresentazioni della violenza sessuale, nello specifico dello stupro, nella letteratura galloromanza in versi di XII e XIII secolo. Constatata l’assenza a tale altezza cronologia di un termine specifico designante lo stupro (il sostantivo viol è attestato solo a partire dal XVII secolo) è sembrato necessario ricostruire la categoria di stupro nella giurisprudenza medievale, al netto della complessità diacronica e diatopica (primo capitolo), per poi proporre uno studio sistematico del lessico della violenza sessuale nel corpus (secondo capitolo). Nei restanti capitoli si analizzano forme, motivi e miti dello stupro da un punto di vista tematico-antropologico, prestando particolare attenzione alle dinamiche sociali di genere. Pur non essendo aprioristicamente ripartiti per ‘genere letterario’, i capitoli, a seconda dell’argomento investigato, dedicano maggiore o minore spazio a una determinata forma letteraria. Il terzo capitolo studia l’identità dello stupratore a partire dalla dibattuta formulazione cristianiana della legge di Logres. Nelle rappresentazioni di stupro del romanzo cortese si danno generalmente tre attanti: l’aggressore, il difensore e la vittima. Se la critica ha tendenzialmente identificato l’elemento altro, extra-cortese, nel ruolo dell’aggressore e il cavaliere in quello del difensore, il capitolo contesta l’automatismo di tale identificazione e problematizza la ripartizione dei due ruoli attanziali. Il quarto capitolo è dedicato alle simulazioni di stupro, nello specifico alle numerose riscritture della storia di Giuseppe e della moglie di Putifarre (Genesi 39:6-20) e al motivo della “fata violata e violenta”, pattern individuabile soprattutto nel lai. Entrambi i motivi, in modi diversi e con risultati affatto diversi, rovesciano i ruoli tradizionali di genere e le dinamiche di potere, presentando, in una certa misura, il personaggio femminile nel ruolo dell’aggressore e il personaggio maschile in quello della vittima. Il quinto capitolo, infine, analizza due tematiche tra loro autonome, ma accomunate dalla presenza dell’elemento meraviglioso: le riscritture del racconto-tipo della Bella Addormentata (una fanciulla, creduta morta, viene stuprata e generalmente messa incinta da un cavaliere che ne diventerà poi il legittimo marito) e il motivo del ‘dispositivo antistupro’, strumento magico/miracoloso che preserva la verginità o la castità di molte fanciulle della chanson de geste. La tesi si presenta quindi come la prima ricerca di vasto impianto sull’argomento dopo la monografia, l’unica ad oggi esistente, di Kathryn Gravdal, Ravishing Maidens. Writing Rape in Medieval French Literature and Law (1991), saggio che pur costituendo un punto di partenza ineludibile non rappresenta un esito definitivo né una sistemazione completa.