Arturo Graf, Miti, leggende e superstizioni del medio evo, a cura di Clara Allasia e Walter Meliga, introduzione di Marziano Guglielminetti, Saggi critici di Enrico Artifoni e Clara Allasia, Milano, Bruno Mondadori, 2002.
ISBN 8842497509, XLII-502 pp.
«Il mio Paradiso, non potendo non serbarsi fedele alla propria tradizione e al proprio destino, deve contenere in sé, sotto forma di qualche svarione, un principio di peccato. Che farci? Tale è il destino dei libri di erudizione». Così Graf scriveva, parlando del primo saggio contenuto in questo libro, uscito in due volumi nel 1892-93: ma Miti e leggende è molto più di un libro di erudizione, è un testo dove rigore scientifico e sensibilità letteraria si intrecciano per analizzare e descrivere come nel Medioevo la tradizione subentrasse alla conoscenza obiettiva, e vi subentrasse impastata di fede, d’immaginazione e talora di superstizione. Graf ci restituisce un Medioevo popolato di «diavoli goffi e bizzarre streghe», di santi navigatori «irrequieti ed audaci» che prendono il mare alla ricerca del Paradiso Terrestre, di vulcani che racchiudono faërie e ospitano eroi esiliati dal mondo.
In questa nuova edizione, integrale e corredata di saggi introduttivi, vengono forniti per la prima volta tutte le traduzioni dei testi non in lingua italiana citati da Graf e un indice dei nomi e delle opere, che permette di cogliere appieno l’imponente apparato bibliografico messo in campo dall’autore.
Arturo Graf (1848-1913), dopo un’adolescenza e una prima giovinezza alquanto travagliate, il 13 ottobre 1876 ottiene per incarico la cattedra di Storia comparata delle Letterature neolatine all’Università di Torino. A Torino rimane legata tutta la sua successiva attività scientifica e accademica, come ordinario di Letteratura italiana e come uno dei fondatori del “Giornale storico della letteratura italiana”. Studioso acuto, esponente di punta della scuola storica, ma anche poeta molto ammirato per il fascino un po’ sulfureo delle sue liriche, ha dedicato ai secoli di mezzo dieci anni di laboriose ricerche che si sono concretizzate, oltre che nel libro qui presentato, nei due volumi di Roma nella memoria e nelle immaginazioni del Medio Evo (1882-83) e nel Diavolo (1889).