Alvaro Barbieri, Dal viaggio al libro. Studi sul Milione, presentazione di Anna Maria Babbi, Fiorini, Verona, 2004 («Medioevi»).
ISBN 88-87082-34-0, pp. 309, 28,00 euro
Stratificato e sfuggente, diffratto nella molteplicità caleidoscopica delle sue attestazioni manoscritte e situato al crocevia di generi diversi, il Milione si è imposto come testo paradigmatico nell’immaginario e nella cultura occidentali. Per i lettori comuni, il libro di Marco Polo rappresenta la relazione di viaggio par excellence; per i romanisti, è una delle grandi prose in volgare del XIII secolo; per gli studiosi di ecdotica, assume rilievo esemplare come ‘caso’ particolarmente complesso; per gli orientalisti, costituisce una preziosa fonte storica sull’Impero dei Mongoli e le Indie; per gli antropologi e gli storici delle religioni, infine, si configura come un serbatoio di informazioni sulle usanze sociali, le credenze religiose e le pratiche devozionali delle genti asiatiche. I saggi poliani qui raccolti si aggregano attorno a due centri di interesse: il problema filologico (tempi e modalità della stesura primitiva, proposte stemmatiche, storia della tradizione) e la materia etnografica (percezione e addomesticamento dell’Altro, antitesi endotico vs esotico, categorizzazione delle diversità orientali). La riflessione tocca anche altri temi statutari dell’identità culturale e letteraria del Milione, quali l’ibridismo linguistico, la contaminazione di modelli e registri, l’intreccio di realia ed elementi libreschi nella descrizione dell’Altrove, l’irrequietezza della facies testuale nell’attività rielaborativa di copisti, traduttori e rimaneggiatori