Rustico Filippi, Sonetti satirici e giocosi, a cura di Silvia Buzzetti Gallarati, Roma, Carocci , 2005 (Biblioteca Medievale).
Satirico e burlesco, realistico e giocoso, sorridente e ironico, beffardo, aspro: così si atteggia nei suoi ventinove sonetti “comici” il poeta fiorentino Rustico Filippi, avventuroso sperimentatore, alle origini della nostra letteratura, di un linguaggio ora violento, espressionistico, esplicitamente osceno, ora – e più spesso – sornionamente gergale, metaforico e allusivo, che costituisce sotto a un primo ordine di discorso, leggibile come ingenuo o quasi, un secondo, ben più malizioso, su situazioni e temi relativi alla sfera dell’erotismo etero e omossessuale; linguaggio qua e là sorprendentemente disseminato, con effetti e intenti che non trovano concorde la critica odierna, di parole e sintagmi appartenenti al registro della coeva lirica cortese. Ironia? Parodia? Rifiuto di una cultura? Eppure Rustico stesso ha praticato il registro “alto” con pari impegno e risultati non banali, non riducibili a un tardo epigonismo della poesia siculo-toscana. Di tali sonetti si propone qui una lettura per qualche verso sperimentale, ma documentata alla luce di una prospettiva italiana ed europea, per recuperare il senso e la specificità della produzione satirica e giocosa del Filippi rispetto, per esempio, a quello del più noto Cecco Angiolieri.