A esmorga di Eduardo Blanco Amor, a cura di Attilio Castellucci, Roma, Carocci, 2006 (Serie “Finisterrae” / 3).
ISBN 88-430-3977-6, pp 223, 18,50 euro
Romanzo considerato come uno spartiacque che divide la letteratura galega in prima e dopo la sua pubblicazione, A esmorga è un’opera dura, violenta, che rompe gli stereotipi letterari fino ad allora usuali in Galizia, mostrando una realtà marginale in tutta la sua brutalità. I personaggi sono ritratti nella loro quotidianità più schietta e il romanzo prefigura l’avvento della dittatura franchista descrivendo quella società che ne avrebbe permesso e in qualche modo favorito l’affermarsi. Soggette ad ogni sorta di angherie da parte sia della società borghese sia della giustizia – entrambe sorde alle loro esigenze -, le classi umili trovano sfogo nell’alcol, nelle prostitute e nella violenza, in una corsa cieca verso l’autodistruzione.
Blanco Amor, figura controcorrente all’interno delle letterature galega e spagnola, dandy che amava contraddirsi, autodidatta formatosi nell’esilio sudamericano, rivela un rapporto di amore-odio con la letteratura e il giornalismo e volutamente fa in modo che sia difficile, se non impossibile, redigere una sua biografia. Autodefinitosi un viveur, amava vivere pienamente la vita più che descriverla nei suoi romanzi; solo in tarda età conoscerà quella fama che, ingrata in vita, fa di lui oggi il maggior rappresentante della narrativa in lingua galega.