Antonio Cammelli (detto il Pistoia), Sonetti contro l’Ariosto, Giudice de’ Savi in Ferrara, edizione critica a cura di Carla Rossi, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2006 (Studi e Ricerche).
ISBN 88-7694-917-8, VI-110 pp., 14,00 euro
Nel corso di una settimana, dal 9 al 15 di giugno del 1487, una sorta di Pasquino ante litteram della corte estense compose una corona di velenosissimi sonetti caudati (detti bischizi), per denunciare le ruberie e le malefatte del conte Niccolò Ariosto, Giudice dei Dodici Savi di Ferrara e padre del grande poeta Ludovico. I bischizi, divulgati pubblicamente in tutta la città, spronarono altri poeti a sfogarsi contro i magistrati estensi, dando avvio a una vera e propria sommossa in versi e rime. La singolare corona, ripubblicata per le Edizioni dell’Orso di Alessandria a cura di C. Rossi, nel maggior rispetto del codice unico che la contiene e analizzata su basi stilistiche e linguistiche, viene finalmente restituita al suo autore: il poeta satirico Antonio Cammelli, detto il Pistoia (1436-1502), con l’obiettivo di rilanciare, in una prospettiva ermeneutica consona, l’opera lirica di un grande rimatore toscano a lungo dimenticato dalla critica, seguace del Burchiello e precursore del Berni.