Francesco Carapezza, Ecdotica galloromanza negli Stati Uniti d’America, Roma, Bardi Editore, 2005 (Atti della Accademia Nazionale dei Lincei, anno CDII, Classe di scienze morali, storiche e filologiche, Memorie, serie IX, vol. XIX, fasc. 4, pp. 585-774).
ISBN 88-218-0942-0, 25,00 euro
La storia della critica testuale (o ecdotica) ha destato ultimamente l’interesse degli studiosi, che hanno cercato di definirne l’evoluzione nel corso degli ultimi due secoli adottando prospettive storiografiche e metodi d’indagine diversi. In questo studio si analizza un’ampia selezione di edizioni critiche galloromanze prodotte negli Stati Uniti d’America nell’arco di centoventi anni, dal 1883 al 2003, cercando di mettere in rilievo il funzionamento di una tradizione filologica nazionale, dove le posizioni teoriche e gli àmbiti di ricerca dei singoli editori dipendono spesso dall’esistenza di scuole, se non dal rapporto diretto fra discepoli e maestri. Per quanto nessuna tradizione scientifica sia isolabile geograficamente, la filologia testuale americana presenta alcune peculiarità interessanti. La sua fondazione, ad esempio, è riconducibile all’attività di un singolo studioso, A. M. Elliott (1844-1910), che impiantò gli studi romanzi alla Johns Hopkins di Baltimora dopo aver studiato in varie università d’Europa. Dopo una fase di decadenza durante il periodo interbellico, la filologia romanza subì un’impennata grazie anche alla diaspora di eminenti romanisti europei (E. Auerbach, L. Spitzer, Y. Malkiel) che stabilendosi in America vennero a contatto coi più produttivi allievi di Elliott: E. C. Armstrong (Princeton), T. A. Jenkins e W. A. Nitze (Chicago), W. Roach (Pennsylvania). Questi ultimi, attivi in centri accademici prestigiosi o di recente fondazione, avviarono imponenti progetti editoriali che misero a disposizione della comunità scientifica alcune opere centrali della letteratura medievale europea (Perlesvaus, Roman d’Alexandre, Continuazioni del Perceval di Chrétien de Troyes, Ciclo epico dei Lorenesi) e ne studiarono la complicata tradizione manoscritta. Anche sotto il rispetto metodologico, alcuni editori americani (soprattutto W. Roach e E. B. Ham) sviluppano con originalità la dialettica fra metodo ricostruttivo e approccio conservativo di stampo bédieriano, il quale prevarrà nelle scuole americane durante la seconda metà del Novecento. Le più rilevanti edizioni antico-francesi e occitane degli ultimi trent’anni, e i recenti dibattiti teorici sulla critica testuale, costituiscono l’oggetto dell’ultimo capitolo, dove si tenta, in conclusione, un riepilogo metodologico e letterario dell’intero corpus di edizioni menzionate (più di cento, curate da una settantina di studiosi).
INDICE. Introduzione – I. Nascita di una tradizione filologica (1883-1917) – 1. La fondazione: Elliott alla Johns Hopkins – 2. Todd e Matzke editori – 3. Le prime edizioni di Jenkins e di Armstrong – 4. La scuola di Harvard – 5. Stemma editorum – II. Crisi e rinnovamento dei metodi (1917-1970) – 1. Scuole filologiche e imprese editoriali – 2. Chicago: il Perlesvaus di Nitze e Jenkins – 3. Princeton: l’équipe di Armstrong e il Roman d’Alexandre – 4. Pennsylvania: Roach e le Continuazioni del Perceval – 5. Columbia: Pauline Taylor e il Ciclo dei Lorenesi – 6. L’eclettismo pragmatico di Edward B. Ham – 7. Altri editori di testi antico-francesi – 8. La frangia occitana: da Shepard a Paden – III. Ultime tendenze ecdotiche (1970-2003) – 1. Gli editori di Berkeley – 2. La scuola di Princeton – 3. La scuola di Philadelphia – 4. Gli allievi di Holmes – 5. Studi e dibattiti sulla critica testuale – 6. Riepilogo metodologico e letterario – Bibliografia – Indice dei manoscritti – Indice degli studiosi.
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