Vincolare, ricambiare, dominare. Il dono come pratica sociale e tema letterario, Atti del X Convegno Internazionale (Rocca Grimalda, 21-22 settembre 2002), a cura di Nicolò Pasero e Sonia Maura Barillari, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2007 (L’Immagine riflessa / Quaderni, Serie miscellanea, 10).
ISBN 978-88-7694-980-7, 244 pp., 20,00 euro
“Vincolare, ricambiare, dominare”: i tre termini del titolo a suo tempo proposto per il X convegno di Rocca Grimalda richiamano imperfettamente la notissima ternarietà di obblighi – donare, accettare, ricambiare – che nella visione di Marcel Mauss abitano il territorio del dono. Simile intitolazione, nei fatti, si rivela incompleta, perché principalmente improntata a una lettura pessimistica della pratica donativa, di cui accentua l’aspetto più nascosto, quello negativo, evidenziato anche dalla scelta dell’immagine del cavallo di Troia sul manifesto del convegno. Il dono così inteso è allora, per usare la definizione di Jean Starobinski, soprattutto quello perverso, avvelenato, la cui concessione è funzionalizzata alla conferma del dominio del donatore rispetto al donatario, in un vincolo asimmetrico fra magister e minister.
La visione parziale va quindi integrata – come è felicemente avvenuto in larga misura nei lavori del convegno – non solo riportando il discorso all’intera estensione dei parametri definiti da Mauss, poi arricchiti nella discussione successiva intorno al suo modello (da Lévi-Strauss a Benveniste a Derrida, da Godelier a Weiner), ma anche inserendo la discussione sulle pratiche donative nell’assieme delle “modalità relazionali” (Zemon Davis) che sono compresenti nelle società umane: discutendo quindi dei rapporti fra dono, scambio e dono-scambio, dono e sacrificio, dono e mercato; precisando l’incidenza nelle relazioni umane di categorie quali interesse e disinteresse, alienabilità e inalienabilità dei beni, e altre ancora; e soprattutto – come hanno sottilineato i rappresentanti delle posizioni antiutilitariste – Caillé, Godbout, Latouche, Salsano – e delle pratiche solidaristiche – recuperando il possibile significato sociopolitico odierno della pratica del dono.
Della tematica del dono, nell’impostazione del convegno, interessavano però anche le attestazioni in letteratura, e questo spiega la sua doppia anima: alla trattazione teorica generale, in contributi di taglio metodologico (antropologico, storico-economico, psicanalitico, linguistico), si sono quindi affiancati interventi più direttamente calati nello specifico letterario, con l’ulteriore precisazione che si è privilegiato il riferimento a testi di epoca medievale. Tale riferimento non è peraltro motivato solo da circostanze esteriori (il convegno accompagnava la riunione annuale della Società Italiana di Filologia Romanza): il carattere di transizione dell’età di mezzo ne fa un campo d’indagine particolarmente prezioso per individuare, partendo dallo specifico della categoria ‘dono’, la dialettica fra i vari aspetti delle modalità relazionali sopra indicate, ed analizzare allo stesso tempo i percorsi specifici con cui le formazioni discorsive della letteratura si confrontano con queste. Il dono, appunto, come pratica sociale e come tema letterario: un approccio interdisciplinare, com’è nella tradizione dei nostri convegni.
Al convegno tenutosi a Rocca Grimalda nei giorni 23-25 settembre 2005 hanno partecipato – oltre ai relatori di cui qui sono raccolti i contributi – anche altri che hanno poi rinunciato a pubblicare il proprio intervento e che qui ringraziamo per aver concorso a rendere più vivo e completo il dibattito. Per contro, questo volume contiene – in appendice – gli articoli frutto delle riflessioni che tale dibattito ha saputo suscitare in due colleghi presenti ai lavori: Alberto Borghini e Maria Dolores Pesce.