Canti di scherno e maldicenza, a cura di Simone Marcenaro, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2006 (Gli Orsatti. Testi per un Altro Medioevo).
ISBN 88-7694-942-9, 392 pp., 18.00 euro
Satira, polemica, parodia: la cantiga d’escarnho e maldizer dei trovatori galego-portoghesi è un genere poetico aperto alla multiformità del reale, anche nei suoi aspetti più crudi e osceni. Re, cavalieri, chierici, giullari si cimentano con il genere satirico spaziando dal puro insulto personale alla velata presa in giro, dalla polemica sociale alla poesia d’ispirazione politica, con ampio ricorso alle varietà del registro comico, alla poetica del doppio senso quasi sempre verso il campo dell’osceno a dissimulare diversi aspetti della sessualità. Ma questi testi sanno anche parlarci del contesto storico in cui presero forma e dei rapporti di forza interni alla società del tempo: una poesia che parla dunque del mondo, documento imprescindibile di una corrente letteraria di matrice comica i cui meccanismi funzionali sono ravvisabili ancora oggi in tanta parte della nostra cultura. In questo risiedono la sua modernità e importanza per analoghe esperienze della letteratura romanza a venire.