Isabella Tomassetti, Mil cosas tiene el amor. El villancico cortés entre Edad Media y Renacimiento, Kassel, Edition Reichenberger, 2007 (Teatro del Siglo de oro, Estudios de Literatura 106)
ISBN 978-3-937734-45-3, VIII-362 pp., 67,00 euro.
Sebbene la canonizzazione del villancico sia da attibuire a Juan del Encina, al genere non può essere ascritta una paternità sicura, giacché la sua nascita non è identificabile con l’esercizio creativo di un autore specifico. Quanto alla configurazione tipologica del genere, si notano uno spiccato polimorfismo, una notevole duttilità strutturale e una marcata ibridazione stilistica e tematica: una straordinaria mouvance delle forme e dei registri, dunque, che fa sì che il maggiore elemento distintivo del villancico sia proprio l’eterogeneità strutturale e tematica.
Il presente libro propone un esame della tradizione iniziale del genere, ovvero del suo primo periodo di fioritura fino alla codificazione enciniana. Questa operazione ha come punto di partenza l’inventario e l’analisi del corpus trasmesso dalle antologie poetiche compilate fra il XV secolo e i primi due decenni del XVI e si propone una descrizione strutturale e storica del villancico all’interno del sistema quattrocentesco dei generi lirici.