Salutz d’amor. Edizione critica del ‘corpus’ occitanico, a cura di Francesca Gambino, Introduzione e nota ai testi di Speranza Cerullo, Roma, Salerno Editrice, 2009 (Testi e documenti di letteratura e di lingua, XXIX).
ISBN 978-88-8402-654-5, 834 pp., 64,00 euro
Il genere letterario dei poemi medievali in lingua d’oc noti come salutz, considerato un genere sfuggente e non delineabile in modo univoco, ha risvegliato di recente l’interesse della comunità scientifica, orientata a sciogliere le molteplici questioni rimaste ancora in sospeso. I tempi sono parsi quindi maturi per l’elaborazione di un lavoro d’insieme che fissi i dati acquisiti e diventi il punto di partenza per eventuali ricerche future.
Ne emerge una connotazione del salut ben definita nella tipologia e nel contenuto. Si tratta di un componimento in versi nel quale l’amante invia un messaggio alla sua donna, chiedendole di ricambiare il suo amore. Tale richiesta offre lo spunto per descrivere diffusamente le sofferenze dell’innamorato, la bellezza della donna, alcuni episodi legati al loro incontro e, talvolta, per somministrare al lettore pillole concentrate di didattica cortese. Sono motivi già presenti nella canzone trobadorica, ma per esprimerli, nei salutz, il poeta fa ricorso a stilemi e a motivi caratterizzati e caratterizzanti (l’epistolare saluto iniziale, l’assetto strutturale, l’uso di parole chiave ed espressioni proverbiali, il paragone con coppie di amanti celebri). La forma metrica non sembra sia individuabile con precisione: per lo più narrativa (couplet d’octosyllabes), a volte sostituita da forme strofiche più o meno sperimentali. Probabilmente i salutz venivano recitati come i romanzi, salvo tornare al canto e alla dimensione musicale quando il metro era quello della canzone. Si dibatte ancora se Raimbaut d’Aurenga sia stato l’inventore del genere. Certamente maestro incontestato ne fu Arnaut de Maruelh, cui si deve un originale amalgama di elementi che, ripresi dagli autori a lui posteriori, determinarono la codificazione del genere e la nascita di una tradizione. Tanti sono i componimenti ancora anonimi.
Questo libro offre l’edizione critica tradotta e commentata dell’intero corpus di salutz occitanici. Alcuni dei testi (tutti corredati oltre che di una traduzione anche di un ampio apparato di note), a lungo confinati a margine della rigogliosa produzione lirica provenzale, ricevono qui la loro prima edizione scientifica.