Gaia Gubbini, Tactus, osculum, factum. Il senso del tatto e il desiderio nella lirica trobadorica, Roma, Nuova Cultura, 2009 (Esercizi di lettura, 10 ).
ISBN 978-88-6134-254-5, 378 pp., 20,00 euro
La dimensione ‘corporea’ e sensoriale è un elemento centrale della fin’amor trobadorica. Questo volume esamina i rapporti fra desiderio e senso del tatto e la loro evoluzione lungo la diacronia del trobar. Il lavoro intreccia analisi lessicale e tematica, rilievi intratestuali e intertestuali, contesto storico-sociale e querelle liriche. I termini del discorso sono delineati a partire dall’immagine tardo-antica e medievale del corpo e dei sensi, e in primo luogo dalla Patristica, dove il tatto è soprattutto il senso del corpo e della lussuria, un ‘punto di vista’ che sarà recepito e parzialmente ribaltato nella metaforica del desiderio sviluppata da alcune voci della lirica trobadorica. Attraverso un esame sistematico del campo semantico del tatto e della sua metaforica, quest’indagine mostra che nella lirica trobadorica il desiderio tattile sembra articolarsi in particolare nella forma della graduale progressione verso l’oggetto d’amore, con alcune affinità con il motivo mediolatino dei gradus amoris. I risultati, individuati attraverso dettagliati rilievi intertestuali, mettono in luce i possibili dibattiti intorno al ruolo del tatto e della corporeità nella fin’amor, e le costellazioni di autori che esprimono diverse prospettive sul “discorso amoroso”.
INDICE. Premessa di R. Antonelli. Il senso del tatto nel Medioevo. Capitolo 1 – Il senso del tatto: la Patristica, la retorica e la letteratura medievale; 1.1. Una sintesi; 1.2. Caro enim concupiscit adversus spiritum: il corpo, la carne, i sensi nel Medioevo. Capitolo 2 – Il tatto e i gradi del desiderio nella lirica trobadorica e nella retorica; 2.1. Coordinate amorose: senso del tatto e desiderio nel trobar; 2.2. Il desiderio ‘per gradi’ fra amore-Caritas e amor carnalis; 2.3. Il motivo dei gradus amoris nella retorica e nella tradizione mediolatina; 2.3.1. La tradizione classica e mediolatina; 2.3.2. Amor clericalis; 2.3.3. Alcune ‘spie’ del tema in ambito romanzo 3. Coordinate interpretative. Il desiderio tattile: un percorso nella lirica trobadorica. Capitolo 3 – Tatto e possesso carnale; 3.1. Premesse: la verbalizzazione lirica del desiderio tattile; 3.2. Dal materialismo aristocratico all’oltranza stilistica; 3.2.1. Guglielmo IX; 3.2.2. Raimbaut d’Aurenga; 3.2.3. Arnaut Daniel. Capitolo 4. – Realismo corporeo e sensualità tattile nella linea ‘moralistico-normativa’; Capitolo 5 – Osculum e tactus tra rêverie e memoria; Capitolo 6 – La negazione del factum, la ‘decorporeizzazione’ della fin’amor. Il lessico del tatto. Capitolo 7 – Corpus tattile: il lessico nella sua metaforica; 7.1. Il contatto, l’abbraccio del corpo del desiderio; 7.2. Il corpo ‘tattile’ e la ‘tattilità immaginata’: diversioni trobadoriche dal motivo mediolatino della descriptio puellae; 7.3. Il bacio; 7.4. Vulnus: l’ossimoro del ‘bacio-ferita’; 7.5. Sensazioni ‘epidermico-tattili’ e desiderio; 7.6. Il possesso carnale, il ‘non dicibile’; Capitolo 8 – Conclusioni. Bibliografia. Indice dei nomi.