Furio Brugnolo, Meandri. Studi sulla lirica veneta e italiana settentrionale del Due-Trecento, Roma-Padova, Editrice Antenore, 2010 (Medioevo e Rinascimento veneto, 5).
ISBN 978-88-8455-649-3, XV + 532 pp., 48,00 euro
Nell’ambito di una considerazione regionale, policentrica e geograficamente articolata, della letteratura italiana del Medioevo, il Veneto occupa da sempre una posizione particolare, e particolarmente significativa: fin dagli albori della nostra civiltà moderna, romanza, fra Due e Trecento, esso è stato, come ha scritto Gianfranco Folena, un vero e proprio «crocevia della cultura europea, tramite fra occidente latino e oriente bizantino e slavo, luogo d’incontro e di confluenza di correnti molteplici di cultura e di lingua, la cui area di circolazione è vastissima; o meglio che un crocevia, forse, un grande delta culturale, luogo di sfocio, di deposito e anche d’impaludamento».
Ciò vale in special modo per il genere letterario forse più “internazionale” e consolidato della tradizione romanza (a partire quanto meno dai Trovatori), cioè la poesia lirica, a cui la cultura veneta (e più in generale quella italiana settentrionale) si rivolge fin dal Duecento – e poi, con rinnovata intensità, nel Trecento, a contatto con i modelli toscani – con una spiccata attitudine sperimentale: epigonica certo e spesso contraddittoria, ma sempre mossa da viva curiosità e partecipe interesse fondativo.
I tredici saggi che compongono il volume si propongono di illustrare e analizzare i molteplici aspetti di questa singolare esperienza, che contempla anche i primissimi esempi di quella che più tardi sarà definita la “letteratura dialettale riflessa”.
INDICE. Premessa. – Parte prima I. Lirica italiana settentrionale delle origini: note sui più antichi testi – II. «Eu ò la più fina druderia». Nuovi orientamenti sulla lirica cortese italiana settentrionale del Duecento – III. Un’inedita ballata duecentesca tra le pieghe del Saibante-Hamilton 390 – IV. Due “canzoncine di donna” altoitaliane dell’inizio del Trecento – V. Il lamento di un prigioniero di Cangrande e altre rime inedite dagli archivi trevisani. Parte seconda VI. I Toscani nel Veneto e la poesia veneta toscaneggiante del primo Trecento – VII. Le rime di Nicolò Quirini – VIII. La cultura volgare trevisana della prima meta del Trecento – IX. Altre note su Auliver e su Nicolò de’ Rossi – X. Per il testa della tenzone veneta del Canzoniere Colombino di Nicolò de’ Rossi – XI. La tenzone tridialettale del Canzoniere Colombino di Nicolò de’ Rossi. Appunti di lettura – XII. Ancora sui canzonieri di Nicolò de’ Rossi (e sul destinatario del Barberiniano). Appendice XIII. Antonio da Tempo e la lingua tusca. Indici Indice dei nomi – Indice dei manoscritti.