Ragione, Amore, Fortuna (Roman de la Rose, vv. 4059-7230), a cura di Pietro G. Beltrami, Alessandria, Edizioni dell’Orso (Gli Orsatti, 38).
ISBN 978-88-6274-540-6, II-422 pp., 20,00 euro
Un’affascinante storia d’amore allegorica rimasta interrotta, l’avventura di un sogno, attribuita a un Guillaume de Lorris non meglio noto, fu ripresa in mano da Jean de Meun, che ne fece un poema filosofico: il risultato è il Roman de la Rose come da allora si è letto, la maggiore opera letteraria del Duecento francese. La prima parte della continuazione di Jean de Meun, che qui si presenta nell’edizione di Ernest Langlois, è un dialogo tra Ragione e l’Amante che piange il proprio fallimento davanti al castello di Gelosia, in cui è rinchiuso l’oggetto del desiderio. Tentando invano di distogliere l’Amante dal suo proposito, Ragione svolge una riflessione sull’amore e sulle sue varie specie, che si sviluppa in un discorso sulla società umana dominata dall’ingiustizia e in balia della Fortuna, contro la quale è insistentemente proposto il modello filosofico del sapiente amante della ragione. La traduzione nella stessa forma metrica dell’originale mira a riprodurne il ritmo, che è una caratteristica essenziale della sua scrittura, per dare almeno un’idea della sua qualità artistica, pur salvaguardando la resa letterale dei contenuti. Il libro è completato da un glossario esaustivo, pensato per consentire di avventurarsi nel testo originale anche a chi non sia esperto di francese antico.