Eleazar Moiseevic Meletinskij, Archetipi letterari, Edizione italiana a cura di Massimo Bonafin, Macerata, eum, 2016
ISBN 978-88-6056-450-4, 214 pp., 16,00 euro
Il volume è diviso in due parti. Nella prima, gli archetipi sono definiti come gli elementi più antichi della lingua della narrazione. A differenza del concetto psicanalitico di archetipo, formulato da Carl Gustav Jung e legato alla sfera dell’inconscio collettivo, Meletinskij ricolloca l’archetipo entro la sfera sociale e culturale. In una prospettiva antropologico-letteraria, assumono grande valore i contesti sociali generatori di intrecci narrativi collegati a riti come l’iniziazione, l’uccisione dei capi anziani come avvicendamento generazionale, le nozze e le festività stagionali legate al risveglio della natura. L’autore fornisce una descrizione dei personaggi mitologici e folklorici (l’antenato-demiurgo, l’eroe culturale, il trickster) che sono alla radice dell’archetipo dell’eroe e dell’antieroe; analizza i modelli ricorrenti dei racconti che hanno per oggetto gli atti della creazione e la difesa del Cosmo dal Caos, la lotta contro il drago, i compiti difficili, la nascita miracolosa, l’infanzia eroica, il matrimonio dell’eroe con la principessa (o dell’eroina con il principe), oppure l’agonia e la risurrezione del dio e dell’eroe. Nella seconda parte del volume Meletinskij affronta invece la trasformazione degli archetipi più significativi nella storia della letteratura sulla base dei grandi classici russi fra XIX e XX secolo (Puškin, Gogol’, Dostoevskij, Belyj e Tolstoj) dei quali offre una visione nuova e originale.