Costanzo Di Girolamo, Filologia interpretativa, Presentazione di Paolo Di Luca e Oriana Scarpati, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 2019 (Storia e letteratura. Raccolta di studi e testi, 306).
ISBN 978-88-9359-257-4, eISBN 978-88-9359-258-1, XXIV+720 pp., 98 euro
«L’organizzazione interna della raccolta non ha bisogno di spiegazioni particolari. Quanto al titolo, esso riprende in forma sintetica quello di un corso seminariale che ho tenuto alcuni anni fa e che poneva al centro della riflessione luoghi testuali controversi e quasi sempre irrisolti, o al contrario ugualmente problematici, ma passati del tutto inosservati. A partire da una difficoltà circoscritta, si poteva risalire di solito a implicazioni complesse. Con i miei studenti, abbiamo tentato di venirne a capo riflettendo sulla natura dei problemi, sugli strumenti adoperati e sulle finalità stesse del lavoro filologico. È emerso che nella tradizione degli studi all’acribia e al rigore di alcune pratiche non ha corrisposto, il più delle volte, un pari impegno esegetico e nemmeno un adeguato interesse per l’interpretazione, senza la quale è impossibile ridurre o annullare la differenzialità, non soltanto linguistica, che presentano le opere del passato. In realtà, la filologia che possiamo chiamare interpretativa non si applica solo a luoghi specifici dei testi, non è solo al servizio del commento, ma può e deve rivolgersi, con modalità diverse da quelle della critica intuitiva o anche di altre branche della stessa filologia, all’intelligenza di opere, di generi, motivi, perfino forme, contribuendo al contempo, ove sia il caso, alla messa a punto del testo; non in ultimo, deve comprendere nel suo studio le abitudini interpretative delle comunità letterarie a cui appartengono gli autori, le quali saranno a loro volta oggetto di interpretazione. D’altro canto, se rovesciamo la prospettiva e ci mettiamo dal punto di vista della teoria letteraria, è solo alla filologia che può essere affidata la responsabilità che ogni interpretazione comporta». (Dalla Nota dell’autore)