Giuseppina Brunetti, Passeggiate con Dante a Bologna, Bologna, BUP, 2021
ISBN 9788869238048, 48 pp., 15 euro
Bologna è stata costantemente presente nella fantasia e nell’opera di Dante e a Bologna è possibile ancora riconoscere, camminando per le strade del centro, alcune forme del paesaggio che Dante stesso dovette vedere sin da giovane: le mura antiche che si possono ancora scorgere in città; la torre della Garisenda, cui è dedicata la prima e più antica poesia sopravvissuta dell’Alighieri e che è paragonata per altezza e forma vertiginosa all’aspetto del gigante Anteo, piegato sui Dante e Virgilio passeggeri nel fondo cupo dell’Inferno (Inf. XXXI); fino ad uno degli ultimi testi scritti da Dante, in cui il poeta rispondeva proprio all’invito a tornare a Bologna, dove un’ancora non riconosciuta Testilide (glielo mandava a dire, in versi latini, il professore dell’università Giovanni del Virgilio) lo avrebbe accolto preparandogli un’ospitalità amicale, allietata da semplici piaceri. Il volume propone un percorso letterario a tappe – svoltosi per la prima volta il 25 giugno 2021 con il patrocinio del Comitato nazionale per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri – presso i luoghi danteschi della città di Bologna.
Indice. Introduzione; 1. Dante studente a Bologna? La Torre Garisenda; 2. Le lingue d’Italia e la parlata di Bologna; 3. Il maestro all’inferno: il notaio Brunetto Latini; 4. “il padre mio”: il poeta e notaio Guido Guinizzelli di Bologna; 5. Venedico Caccianemico: così ruffiano da vender sua sorella…; 6. San Domenico: coltivare e custodire ‘nell’orto di Cristo’; 7. I frati godenti Loderingo e Catalano: le cappe di piombo dell’ipocrisia; 8. La vita e la legge: il giurista Francesco d’Accursio; 9. I giganti e le torri: ritorno alla Garisenda.