Il Libre de Barlam et de Josaphat e la sua tradizione nella Provenza angioina del XIV secolo, a cura di Anna Radaelli, Roma, Viella, 2016 (Scritture e libri del medioevo, 15).
ISBN 978-88-6728-365-5, 316 pp., 8 tavv. col. f.t., 40,00 euro
Della Storia di Barlam e Josaphat che ha affascinato il Medioevo, l’Occitania ha custodito un solo testimone, il manoscritto trecentesco Paris, Bibliothèque nationale de France, fr. 1049, prezioso anche per un piccolo ciclo iconografico (di cui questo volume offre la riproduzione fotografica) contenente una rara rappresentazione a piena pagina dell’albero dei sette peccati capitali e una prospettiva “a libro aperto” della bestia d’enfern dell’Apocalisse di san Giovanni. Nella prima parte lo studio considera il manoscritto dal punto di vista codicologico, paleografico e storico-artistico. Successivamente si sofferma sulla devozione francescana-angioina, sul culto di Ludovico di Tolosa e sulle correnti spirituali che nel primo quarantennio del XIV secolo avevano percorso la Provenza, protette e tutelate da Roberto d’Angiò e Sancia di Maiorca. Nell’ultima parte si presenta l’edizione critica del Libre de Barlam et de Josaphat occitano con analisi linguistica, commento al testo e glossario.