Elena Muzzolon, Spade che cantano. Il paesaggio sonoro del romanzo arturiano d’oïl, prefazione di Franco Cardini, Padova, Esedra, 2023.
ISBN 88-6058-097-9, XIV + 326 pp., 28 euro
Da un lato la musicalità del cronotopo primaverile, il canto fresco delle acque sorgive accordato alle arie degli uccelli canterini, lo stormire delle fronde e la vibrazione misteriosa del bosco, le sacre sinfonie del tempo senza tempo: tutto un fondale concertato di ‘voci’ impostate su tonalità soavi, un brusio d’incanti fiabeschi nei quali si avvertono i piccoli segnali perturbanti dell’Oltre, una sintonia di timbri naturisti che forma lo sfondo acustico dell’erranza cavalleresca. Dall’altro lato lo strepito ferreo delle armi e lo zoccolio ritmato delle cariche a fondo, il fracasso rimbombante delle lance spezzate nelle scene di torneo e nelle sequenze duellistiche, lo squillo del corno, le magie ‘rumorose’ dei luoghi ultraterreni: un intero repertorio di accensioni e di scoppi, violenti e inarticolati come scalfitture sulla superficie uditiva. Deducendo da R.M. Schafer il quadro teorico di riferimento e traendo spunti preziosi dall’antropologia musicale di Marius Schneider, questo libro propone una sintesi sulle funzioni e le forme dell’audio-sfera nella narrativa antico-francese di argomento bretone. Con una lettura vicina al dettato testuale ma capace di valorizzare gli elementi di pertinenza rituale e folklorica, il volume indaga la dialettica tra i due poli essenziali del ‘paesaggio sonoro’ arturiano, facendo emergere un’opposizione tensiva tra consonanza e dissonanza, melodia e cacofonia, armonia e crisi: tra i suoni della quiete e quelli stridenti del trauma. Mediante una riproduzione ‘ad alta fedeltà’, questo libro non solo ci fa riascoltare con orecchio critico la matière sonore de Bretagne, ma ci mostra come le tracce acustiche dei romanzi d’oïl vadano sondate nel loro arrière-fond mitico e ancor più in quella sostanza simbolica che fa della dimensione aurale del mondo di Artù un indispensabile elemento di costruzione del senso. Anzi, un vero e proprio zodiaco di corrispondenze foniche e immagini archetipiche.